sabato 13 giugno 2020

F1 The Golden Days: GP Canada 2011

Provate a chiedere a molti appassionati di Formula 1 relativamente giovani qual è il loro gran premio preferito di sempre, oppure chiedete a qualche appassionato di vecchia data qual è la sua gara preferita dell'ultimo decennio: molti vi risponderanno Canada 2011 (che è stato oggetto del replay di oggi sul canale della Formula 1, anche se questo post ce l'avevo pronto già da un po', ed è la seconda volta di fila dopo il replay Baku 2017 che mi capita), anche se poi, magari, quel giorno stesso si erano lamentati delle lunghe attese, delle safety car e della bandiera rossa. Magari chiedete loro chi è stato il miglior pilota in quell'occasione. Vi risponderanno senza dubbio il vincitore Jenson Button, ma con tutta probabilità a gara in corso non la pensavano allo stesso modo. Su questo non c'è niente di incoerente: prima che Button superasse agevolmente le peripezie nelle quali era rimasto coinvolto, nessuno poteva sapere con quale maestria sarebbe riuscito a superare le suddette peripezie.

La gara di Jenson Button non era iniziata nel migliore dei modi, con un contatto con il compagno di squadra Lewis Hamilton, cosa che, se non fosse riuscito in seguito a vincere la gara, gli avrebbe sicuramente garantito commenti negativi.
Hamilton definitivamente fuori dai giochi al momento dell'impatto, Button nelle retrovie, Mazzoni che parlava di quanto la gara di quest'ultimo fosse rovinata (sì, un riferimento al Sommo dovevo metterlo), mentre davanti tutto proseguiva nel migliore dei modi, oppure nel peggiore a seconda dei punti di vista: c'era un po' di indecisione su gomme da asciutto e gomme da bagnato, c'era la pioggia che si faceva più intensa o meno a seconda dei momenti. Arrivati a un terzo di gara, questa è stata interrotta per pioggia intensa, con Sebastian Vettel, Kamui Kobayashi (che secondo Mazzoni era "senza fissa dimora") e Felipe Massa (che secondo Giovannelli era "bagnato come un pulcino", se non ricordo male) nelle prime tre posizioni.

Diverse inquadrature di cornacchie che scorazzavano per la pista più tardi, dopo circa due ore di sospensione fatte di meccanici davanti a tazze di tè e di piloti della HRT che speravano che la gara non riprendesse viste le loro posizioni nei confronti delle Marussia e delle Caterham (che si chiamavano Virgin e Lotus, non Marussia e Caterham, ma non soffermiamoci su queste sottigliezze) la gara è ripresa, con grande soddisfazione di Button, che così finalmente poteva riprendere la sua scalata.
La sua scalata al momento si è fermata in una fiancata di Alonso quando era risalito ormai nelle zone più basse della top-ten: dopo una foratura che l'ha fatto precipitare nelle retrovie, Button si è ritrovato ancora una volta a risalire dall'ultima posizione, mentre davanti c'era chi se la passava bene, tipo Kobayashi, Massa e Heidfeld tra la seconda e la quarta posizione.

O almeno, a tutti loro sarebbe piaciuto conservare quelle posizioni, perché nel frattempo Michael Schumacher si faceva largo tra la folla, arrivando a un certo punto a superare Massa che superava Kobayashi per il secondo posto. Avremmo ritrovato più tardi Massa a fare a sportellate con un doppiato (lo stesso che sarebbe stato paragonato da Vettel a un cetriolo in occasione di un futuro incidente analogo in Malesia 2012) e Kobayashi a lottare con Heidfeld per una posizione di minore gloria prima del ritiro per incidente di quest'ultimo.
Nel frattempo Sebastian Vettel, Michael Schumacher e Mark Webber componevano la top-3, ma il nostro eroe risalito due volte dal fondo non si era ancora dato per vinto e stazionava in quarta piazza, con il podio a portata di mano e l'intenzione di accaparrarselo, prima che si facesse sera, tra una safety car e l'altra.

Avrebbe potuto prendersela comoda, stare a guardare con la Coca Cola in mano quello che succedeva davanti a lui: Schumacher e Webber in lotta per il secondo posto, con Webber al sorpasso, ma tagliando una chicane, che ha dovuto di nuovo cedere a Schumacher la posizione.
Mentre il mondo dibatteva di chi, tra i due, fosse più meritevole della seconda piazza, Button ha deciso di non prendere parte al dibattito. Se li è messi dietro uno dopo l'altro così come se niente fosse, andando a lanciarsi all'inseguimento di Vettel. Nel frattempo Webber ne approfittava per strappare la terza posizione a Schumacher, ma non era più una faccenda che riguardasse Button (che ai miei tempi non era ancora stato ribattezzato Jensinho nei miei post - bei tempi, quelli...) che, nel frattempo, poteva vedere a occhio nudo il posteriore di Vettel.

Poi, all'ultimo giro, Vettel ha deciso di fare un giro per i prati facendosi trollare. Si sarebbe ripreso vincendo altre gare in carriera, diversamente da JR Hildebrand... azz, mi ero ripromessa che non avrei citato un ben più clamoroso caso di epic fail avvenuto nello stesso periodo, però non sono riuscita a trattenermi.
Torniamo in topic e concludiamo, con la top ten: Jenson Button (McLaren), Sebastian Vettel (Redbull), Mark Webber (Redbull), Michael Schumacher (Mercedes), Vitaly Petrov (Renault), Felipe Massa (Ferrari), Kamui Kobayashi (Sauber), Jaime Alguersuari (Toro Rosso), Rubens Barrichello (Honda), Sebastien Buemi (Toro Rosso). Il tutto, oltre quattro ore dopo il momento dello start: è questa la gara che ha portato alla modifica regolamentare relativa alle tempistiche. Prima c'era solo la regola di non superare le due ore di effettiva gara. Dopo c'era anche quella di non superare le quattro ore dal via alla bandiera a scacchi, qualunque fosse la lunghezza di eventuali interruzioni.


Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine