Sabato sera ho avuto un'intuizione, ovvero cercare se su Youtube ci fosse qualche account non ufficiale che stesse trasmettendo la gara in livestreaming. C'era, quindi mi sono vista gli ultimi venti giri in diretta e, quando è finita, gli altri cinquanta precedenti. Anzi, una parte di questi l'ho vista durante la bandiera rossa data a caso verso la fine. Domenica, invece, essendo la gara a un orario diverso, ho visto solo gli ultimi quindici giri o giù di lì, dato che prima stavo cenando. Comunque sono riuscita a vedere i giri maggiormente ricchi di azione. Ma andiamo con gradi e parliamo di quello che è successo in questi ultimi due giorni a Belle Isle.
Inizierò da Rosenqvist: il pilota del team Arrow McLaren ha avuto un incidente piuttosto violento a un terzo di gara sabato sera, cosa che ha provocato l'esposizione della bandiera rossa e la sospensione della gara per oltre un'ora. Il pilota svedese, a seguito di un guasto, è uscito di pista andando a schiantarsi contro una barriera e di fatto salendoci sopra, cosa che non ha facilitato la sua estrazione dalla monoposto. Nonostante la grande preoccupazione iniziale, se l'è cavata nel miglior modo possibile, senza riportare né nulla di grave né fratture. È stato dimesso dall'ospedale nella giornata di domenica e si presume possa tornare in pista già la prossima settimana a Road America, mentre nella gara di domenica è stato sostituito da Askew.
Torniamo al primo terzo di gara: inizialmente O'Ward, Rossi e Grosjean erano i primi tre, rientrati comunque ai box quasi subito perché la mescola di gomme da loro scelta non sembrava quella ottimale (poi Grosjean dovrebbe anche avere forato ed essere stato costretto a una seconda sosta). Ciò ha fatto sì che fossero Dixon e Power a risalire nelle prime posizioni prima dell'incidente di Rosenqvist. La bandiera rossa ha scombinato un po' le cose, anche Dixon è precipitato ben lontano dalle zone alte della classifica, mentre Power si è ritrovato in testa, seguito da Ericsson e Sato. Quest'ultimo, overcuttato da O'Ward al successivo pitstop, si è ripreso la posizione e ha continuato a farsi largo tra chi gli capitava a tiro.
A cinque giri dalla fine, poi, è accaduto l'episodio che ha segnato il destino di Power e ha servito la vittoria su un piatto d'argento a Ericsson: un pilota finito a muro, una bandiera rossa data a caso in nome dello spettacolohhhh e la vettura di Power che, al momento di tornare in pista, ha deciso di non riaccendersi. La cosa più pittoresca è che il pilota che ha innescato indirettamente tutto ciò non è uno qualsiasi, ma uno che in genere quando va a sbattere lo fa perché si immagina di essere stato speronato proprio da Ericsson. Inizio a pensare che se Grosjean non ci fosse bisognerebbe inventarselo. Sul podio con Ericsson sono saliti Veekay e O'Ward, mentre Sato uscito perdente dai duelli al restart si è accontentato del quarto posto, davanti a Rahal, Ferrucci (ancora presente con il team Rahal dove ha esordito in questa stagione a Indy), Rossi, Dixon, Jones e Newgarden.
La gara di domenica è stata in gran parte tranquilla, con una safety car all'inizio per un incidente di Chilton e una a una quindicina di giri dalla fine causata da Johnson, che stamattina è stato criticato sui social a vario titolo. Newgarden è stato in testa fino a due giri dalla fine, dopo un'ulteriore terza safety car. L'ha superato O'Ward, con anche un contatto tra di loro, e si è accontentato del secondo posto, così come Herta ha dovuto accontentarsi di arrivare quarto dopo avere subito in quei frangenti un sorpasso da Palou. A completare la top-ten sono stati Rahal, Power, Dixon, Pagenaud, Ericsson e Ferrucci, ma credo sia opportuno soffermarci sulla ragione della terza safety car.
I freni della vettura di Grosjean hanno deciso che ne avevano abbastanza e si è fermato. Dai freni ha iniziato ad alzarsi un principio di incendio. RoGro, sceso dalla vettura, è corso a farsi dare un estintore da alcuni commissari non in tenuta anti-incendio. È stato il primo a raggiungere la vettura in fumo, salvo poi essere trascinato via dai nuovi commissari sopraggiunti. A mio parere avrebbero fatto meglio a permettergli di aiutarli a spegnere le fiamme. Io, da parte mia, a Grosjean gli mando un abbraccio virtuale, sperando ne abbia ricevuto uno fisico da Ericsson!
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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