Quello delle sprint race di qualifica è un concetto che di tanto in tanto, nel corso degli anni, è tornato a trovarci. Non si tratta di un'idea di formulazione recente, ricordo che a suo tempo uno dei grandi promotori di tale iniziativa era Flavio Briatore... per intenderci, Flavio Briatore quando era ancora team principal della Renault, e probabilmente neanche negli ultimi tempi in assoluto.
L'entusiasmo per il concetto di "sprint race" fonda le sue basi sulla GP2, che fin dal 2005 ha proposto questo format: una feature race al sabato, la cui griglia dei primi otto viene invertita per una gara più breve la domenica, un format che si è adattato perfettamente alla GP2 e in seguito alla GP3, e che per qualche ragione fin dai primi tempi c'è stato chi si è convinto che un simile format potesse essere in qualche modo adattato alla Formula 1.
Quindi perché no...? Essenzialmente per due grandi ragioni logiche: 1) il format con più gare per weekend serve per avere un maggior numero di gare con un minor numero di trasferte e quindi meno costi, cosa per nulla necessaria in un campionato che prevede un numero improponibile di eventi, 2) la reverse grid, se ben fatta, può avere senso in un campionato monomarca, nel quale anche la capacità di rimonta dei piloti dal centro della griglia deve essere valorizzata, per intenderci, non è una sola questione di puro spettacolo.
L'improvviso interesse per le reverse grid coincide con il 2019, quando una reverse grid totale, basata sulla classifica piloti, è stata utilizzata dalla W Series per una exhibition race che si è svolta ad Assen come "esperimento". Ricordo di avere visto quella gara in diretta e di averla trovata piuttosto eccitante, oltre che spunto di riflessione. In quella gara si è visto chi aveva buone qualità in fase di rimonta valutando chi partiva più indietro, mentre chi era capace di partire davanti e mantenere una posizione dignitosa e chi invece non aveva questa capacità. L'effetto collaterale di tutto ciò, purtroppo, è stata una simile valutazione, da parte di troppe persone: è stato bello, quindi possiamo prendere pari pari questo format e applicarlo ovunque, nello specifico in F1.
Ma anche no. Sebbene uno dei mali della nostra epoca sia a mio vedere valutare qualsiasi cosa senza tenere conto del suo contesto di appartenenza, credo che almeno ogni tanto bisognerebbe sforzarsi, appunto, di abbinare ciò che vediamo con il suo contesto. Al massimo, e senza esagerare, poteva nascere la considerazione di sperimentare un format simile a quello di Assen in altri campionati minori, in cui la cosa potesse avere quantomeno il suo senso.
Invece no, prima che iniziasse la scorsa stagione era stata formulata una proposta abbastanza da wtf: in alcune occasioni, svolgere una sprint race di qualifica, con griglia di partenza invertita sulla base della classifica piloti. La Mercedes si è opposta, facendo sì che la cosa cadesse nel dimenticatoio, e inizialmente c'è stato chi ha attaccato la Mercedes per questo, sostenendo che in tal senso si risparmiava di vedere altri vincere e che ciò era ingiusto per la competizione. Sì, esatto: il principio fondante del fanbase era che la reverse grid avrebbe permesso di far partire la Ferrari davanti alla Mercedes e ciò era giusto e opportuno. Solo nel vedere la Ferrari scendere in pista e capire che partire davanti alla Mercedes non avrebbe cambiato nulla ha fatto perdere fan a questa cosa (in più fun fact: alla Mercedes per partire in pole in una gara da reverse grid sarebbe probabilmente bastato schierare George Russell).
L'entusiasmo per una potenziale sprint race con reverse grid è tornato a spuntare in modo random in occasione di gran premi con vincitori improbabili: Gasly ha vinto a Monza, Perez ha vinto a Sakhir, questo dimostra che per avere più vincitori ci vorrebbero gare con delle reverse grid. Se non altro il genere umano è dotato di una spiccata fantasia: gare che non hanno avuto una reverse grid vengono utilizzate come esempio per parlare di quanto potrebbero essere eccitanti le gare da reverse grid.
Adesso siamo di fronte a una nuova "brillante" idea, quella di avere delle sprint race di qualifica senza reverse grid in alcuni limitati eventi del calendario. Opinione personale: la cosa non mi piace, tuttavia trovo molto meno scellerata l'idea di una sprint race con griglia stabilita sulla base di una sessione di prove libere (come deduco potrebbe essere) piuttosto che facendo partire Latifi in pole position per farlo superare da chiunque.
Quello proposto lo scorso anno sarebbe stato un nonsense privo di ogni logica, quello proposto ora sarebbe un nonsense quantomeno più logico (basandosi sulla logica che chi è più veloce parte davanti - questo intendevo). Di fatto verrebbe introdotto in F1 quello che già succede al GP di Macao, dove la griglia di partenza della gara ufficiale viene stabilita dal risultato di una sprint race, la cui griglia è dettata da una sessione che fa da mix tra prove libere e qualifiche.
Rimane un grande dubbio, tuttavia: quale sarebbe la ragione alla base di tutto ciò? Si potrebbe rispondere "lo spettacolo", ma ne siamo davvero così sicuri? A Macao, dove corrono dei pivelli a cui deve ancora spuntare la barba, in qualifying race assistiamo di solito a gare controllate, senza esagerazioni, perché quello che conta è avere una buona posizione in griglia. Siamo davvero sicuri che una sprint race di qualifica, che sembra disputata a Le Castellet seppure non sia disputata a Le Castellet, sia fonte di spettacolo?
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
giovedì 11 febbraio 2021
Dalle reverse grid alle sprint race: Le Castellet alla conquista del mondo?
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