Ci ritroviamo adesso, nel frattempo, con il GP di Germania a Hockenheim, nel quale Hakkinen e Coulthard sono andati a monopolizzare la prima fila: la farò abbastanza breve su di loro, in una gara non troppo ricca di avvenimenti salienti, sono rimasti 1/2 senza mai essere insidiati da nessuna delle altre venti vetture, anzi diciannove dato che c'era solo una Tyrrell guidata da Tora Takagi in pista: Ricardo Rosset si era infortunato nelle prove libere(?) il che comunque non ha cambiato necessariamente il numero di monoposto sulla griglia, spesso era oltre il 107%. All'evento seguente all'Hungaroring, per esempio, non si è qualificato, quando a parità di monoposto Takagi si è messo dietro altre tre vetture. E ho detto Takagi, non Hakkinen o Schumacher.
A proposito di quest'ultimo, lui ed Eddie Irvine non se la passavano benissimo in quel weekend in Germania, mentre le Jordan invece erano in grande spolvero, con Ralf Schumacher e Damon Hill qualificati quarto e quinto alle spalle di Jacques Villeneuve. Su una strategia a due soste - tutti gli altri erano su una - Ralf ha anche superato il pilota Williams al via e nel primo stint ha inseguito le McLaren. A soste ultimate, tuttavia, si è ritrovato sesto alle spalle di Michael quinto. L'altra Ferrari, quella di Irvine, era fuori dai punti, ottava dietro a Giancarlo Fisichella, dopo che il pilota della Benetton aveva superato Eddie.
Tornando indiero, una volta uscito di scena Ralf Schumacher con la sua strategia anomala, Villeneuve si è ritrovato stabilmente terzo, posizione mantenuta fino alla bandiera a scacchi, avvicinandosi anche alle McLaren: Hakkinen sembrava avere qualche problemino e Coulthard faceva da tappo. A vari secondi, c'era invece Damon Hill, quarto, in viaggio versi i primi punti della stagione, dopo che Ralf Schumacher finalmente nelle occasioni precedenti aveva già raccolto qualche punto per la Jordan.
Il doppio arrivo in zona punti era un bel segnale, ma la realtà dei fatti è che la Jordan era pur sempre solo la Jordan e quindi devo parlarvi ancora di Hakkinen, Coulthard e Michael Schumacher. Partivano nelle prime tre posizioni in Ungheria, con i piloti McLaren stabilmente in prima e seconda posizione nel corso del primo stint. In sintesi, Schumacher non avrebbe potuto facilmente schiodarsi da lì, se non fosse stato per qualche intuizione di tipo strategico.
Quello che è successo dopo è storia: la strategia da due soste come per la McLaren è stata trasformata in strategia a tre. Viaggiando più leggero, Schumacher ha preso la testa della gara dopo la seconda sosta, allungando al punto da mantenerla quando si è dovuto fermare per la terza volta. Frattanto Hakkinen iniziava ad accusare problemi ed era costretto a rallentare. Coulthard è andato a viaggiare verso il secondo posto mentre Jacques Villeneuve ha superato Hakkinen per la terza piazza.
Il finlandese ha perso due ulteriori posizioni, venendo superato da Damon Hill e Heinz-Harald Frentzen, accontentandosi del sesto posto. Partito quarto sulla griglia, il pilota della Jordan ha ottenuto il suo secondo quarto posto consecutivo, insomma quello che per la squadra poteva sembrare il massimo a cui aspirare. Insomma, se sei Eddie Jordan non puoi aspettarti certo di fare doppietta. Va bene così, è... tutto regolare.
Tutto regolare, sino a questo momento. Immagino conosciate queste parole e quello che è venuto dopo, in Belgio. Gli Hakkoulthard erano 1/2 sulla griglia e si partiva con una pioggia battente. Hakkinen è partito bene, Coulthard un po' meno, arrivando a un mezzo contatto con Irvine. Michael Schumacher e Villeneuve erano secondo e terzo, Damon Hill partito dalla terza casella della griglia sembrava attardato.
Poi, poche curve più avanti, Coulthard è partito in testacoda, finendo a muro, e ciò ha scatenato il panico: mentre Johnny Herbert sulla Sauber finiva in testacoda, la Ferrari di Irvine veniva a contatto con la Benetton di Alex Wurz. Venivano coinvolte anche la Stewart di Rubens Barrichello e le due Prost di Jarno Trulli e Olivier Panis, le Arrows di Mika Salo e Pedro Diniz, la Tyrrell di Tora Takagi, la Stewart di Jos Verstappen, la Minardi di Shinji Nakano... e poi niente, a completare l'opera Rosset che centrava l'incidente: ufficialmente tredici piloti coinvolti. Molti di loro sono corsi ai box a piedi per andare a raggiungere il muletto. Panis, Barrichello, Salo e Rosset non hanno potuto prendere il muletto, perché guidato dai loro compagni di squadra.
Tre quarti d'ora dopo la gara è ripresa sempre con il diluvio e un duello Hakkinen vs Schumacher: un lieve contatto tra i due ha mandato Hakkinen in testacoda e Herbert gli è cozzato addosso. Hill frattanto stava in testa seguito dalle Ferrari, con Alesi quarto davanti alle Williams. Coulthard e Wurz sono venuti a contatto e solo David ha proseguito. È entrata la safety car e dopo la sua uscita di scena le Williams hanno superato Alesi.
M.Schumacher ha poi superato Hill portandosi in testa e ha iniziato a viaggiare molto più veloce della Jordan. Irvine invece è precipitato indietro per un testacoda, mentre altri piloti uscivano definitivamente di scena: Verstappen per il motore, Takagi e Villeneuve per incidenti, Tuero per un guasto... le vetture diminuivano drasticamente, mentre Michael Schumacher portava avanti la propria cavalcata trionfale e Ralf Schumacher risaliva al terzo posto a debita distanza dal compagno di squadra.
L'episodio più famoso è quello avvenuto poco oltre la metà della gara, Coulthard sul punto di essere doppiato e nelle retrovie prima ha ignorato le bandiere blu, poi ci si è ritrovati con Michael Schumacher su tre ruote. Rientrati ai box, si è diretto inferocito in quello della McLaren, dove è stato cortesemente scortato fuori. Coulthard intanto stava per scendere dalla vettura, ma poi è stato rimandato in pista.
Poco dopo un incidente dalla dinamica molto simile è andato in scena tra Nakano e Fisichella, con il pilota romano costretto al ritiro. C'è stato anche il ritiro di Irvine per un testacoda e poi la safety car. Di otto vetture in pista, solo Hill, Ralf Schumacher, Alesi e Diniz erano a pieni giri, con Trulli, Coulthard e Nakano doppiati a vario titolo. I distacchi annullati rendevano le Jordan molto vicine e un congelamento di posizioni ha reso più tesi i rapporti tra Ralf - già annunciato come pilota Williams per il 1999 - e la squadra.
Per il team di Eddie Jordan è stata la prima vittoria nella sua storia, per Hill l'ultima della sua carriera. Ironia della sorte era il 30 agosto, giorno in cui era stato disputato l'evento del 1992: nell'anniversario della prima vittoria di Michael Schumacher, Damon Hill ha vinto la sua ultima sullo stesso circuito. L'ho detto che dovevano essere *LA* coppia: senza le polemiche del 1994, chissà cosa avrebbero potuto essere... ma per una ship che svanisce, bisogna focalizzarsi su quella che c'è, sette punti di gap tra Hakkinen e Schumacher. Con tre gran premi ancora da disputare, tutto poteva succedere.
A proposito di quest'ultimo, lui ed Eddie Irvine non se la passavano benissimo in quel weekend in Germania, mentre le Jordan invece erano in grande spolvero, con Ralf Schumacher e Damon Hill qualificati quarto e quinto alle spalle di Jacques Villeneuve. Su una strategia a due soste - tutti gli altri erano su una - Ralf ha anche superato il pilota Williams al via e nel primo stint ha inseguito le McLaren. A soste ultimate, tuttavia, si è ritrovato sesto alle spalle di Michael quinto. L'altra Ferrari, quella di Irvine, era fuori dai punti, ottava dietro a Giancarlo Fisichella, dopo che il pilota della Benetton aveva superato Eddie.
Tornando indiero, una volta uscito di scena Ralf Schumacher con la sua strategia anomala, Villeneuve si è ritrovato stabilmente terzo, posizione mantenuta fino alla bandiera a scacchi, avvicinandosi anche alle McLaren: Hakkinen sembrava avere qualche problemino e Coulthard faceva da tappo. A vari secondi, c'era invece Damon Hill, quarto, in viaggio versi i primi punti della stagione, dopo che Ralf Schumacher finalmente nelle occasioni precedenti aveva già raccolto qualche punto per la Jordan.
Il doppio arrivo in zona punti era un bel segnale, ma la realtà dei fatti è che la Jordan era pur sempre solo la Jordan e quindi devo parlarvi ancora di Hakkinen, Coulthard e Michael Schumacher. Partivano nelle prime tre posizioni in Ungheria, con i piloti McLaren stabilmente in prima e seconda posizione nel corso del primo stint. In sintesi, Schumacher non avrebbe potuto facilmente schiodarsi da lì, se non fosse stato per qualche intuizione di tipo strategico.
Quello che è successo dopo è storia: la strategia da due soste come per la McLaren è stata trasformata in strategia a tre. Viaggiando più leggero, Schumacher ha preso la testa della gara dopo la seconda sosta, allungando al punto da mantenerla quando si è dovuto fermare per la terza volta. Frattanto Hakkinen iniziava ad accusare problemi ed era costretto a rallentare. Coulthard è andato a viaggiare verso il secondo posto mentre Jacques Villeneuve ha superato Hakkinen per la terza piazza.
Il finlandese ha perso due ulteriori posizioni, venendo superato da Damon Hill e Heinz-Harald Frentzen, accontentandosi del sesto posto. Partito quarto sulla griglia, il pilota della Jordan ha ottenuto il suo secondo quarto posto consecutivo, insomma quello che per la squadra poteva sembrare il massimo a cui aspirare. Insomma, se sei Eddie Jordan non puoi aspettarti certo di fare doppietta. Va bene così, è... tutto regolare.
Tutto regolare, sino a questo momento. Immagino conosciate queste parole e quello che è venuto dopo, in Belgio. Gli Hakkoulthard erano 1/2 sulla griglia e si partiva con una pioggia battente. Hakkinen è partito bene, Coulthard un po' meno, arrivando a un mezzo contatto con Irvine. Michael Schumacher e Villeneuve erano secondo e terzo, Damon Hill partito dalla terza casella della griglia sembrava attardato.
Poi, poche curve più avanti, Coulthard è partito in testacoda, finendo a muro, e ciò ha scatenato il panico: mentre Johnny Herbert sulla Sauber finiva in testacoda, la Ferrari di Irvine veniva a contatto con la Benetton di Alex Wurz. Venivano coinvolte anche la Stewart di Rubens Barrichello e le due Prost di Jarno Trulli e Olivier Panis, le Arrows di Mika Salo e Pedro Diniz, la Tyrrell di Tora Takagi, la Stewart di Jos Verstappen, la Minardi di Shinji Nakano... e poi niente, a completare l'opera Rosset che centrava l'incidente: ufficialmente tredici piloti coinvolti. Molti di loro sono corsi ai box a piedi per andare a raggiungere il muletto. Panis, Barrichello, Salo e Rosset non hanno potuto prendere il muletto, perché guidato dai loro compagni di squadra.
Tre quarti d'ora dopo la gara è ripresa sempre con il diluvio e un duello Hakkinen vs Schumacher: un lieve contatto tra i due ha mandato Hakkinen in testacoda e Herbert gli è cozzato addosso. Hill frattanto stava in testa seguito dalle Ferrari, con Alesi quarto davanti alle Williams. Coulthard e Wurz sono venuti a contatto e solo David ha proseguito. È entrata la safety car e dopo la sua uscita di scena le Williams hanno superato Alesi.
M.Schumacher ha poi superato Hill portandosi in testa e ha iniziato a viaggiare molto più veloce della Jordan. Irvine invece è precipitato indietro per un testacoda, mentre altri piloti uscivano definitivamente di scena: Verstappen per il motore, Takagi e Villeneuve per incidenti, Tuero per un guasto... le vetture diminuivano drasticamente, mentre Michael Schumacher portava avanti la propria cavalcata trionfale e Ralf Schumacher risaliva al terzo posto a debita distanza dal compagno di squadra.
L'episodio più famoso è quello avvenuto poco oltre la metà della gara, Coulthard sul punto di essere doppiato e nelle retrovie prima ha ignorato le bandiere blu, poi ci si è ritrovati con Michael Schumacher su tre ruote. Rientrati ai box, si è diretto inferocito in quello della McLaren, dove è stato cortesemente scortato fuori. Coulthard intanto stava per scendere dalla vettura, ma poi è stato rimandato in pista.
Poco dopo un incidente dalla dinamica molto simile è andato in scena tra Nakano e Fisichella, con il pilota romano costretto al ritiro. C'è stato anche il ritiro di Irvine per un testacoda e poi la safety car. Di otto vetture in pista, solo Hill, Ralf Schumacher, Alesi e Diniz erano a pieni giri, con Trulli, Coulthard e Nakano doppiati a vario titolo. I distacchi annullati rendevano le Jordan molto vicine e un congelamento di posizioni ha reso più tesi i rapporti tra Ralf - già annunciato come pilota Williams per il 1999 - e la squadra.
Per il team di Eddie Jordan è stata la prima vittoria nella sua storia, per Hill l'ultima della sua carriera. Ironia della sorte era il 30 agosto, giorno in cui era stato disputato l'evento del 1992: nell'anniversario della prima vittoria di Michael Schumacher, Damon Hill ha vinto la sua ultima sullo stesso circuito. L'ho detto che dovevano essere *LA* coppia: senza le polemiche del 1994, chissà cosa avrebbero potuto essere... ma per una ship che svanisce, bisogna focalizzarsi su quella che c'è, sette punti di gap tra Hakkinen e Schumacher. Con tre gran premi ancora da disputare, tutto poteva succedere.
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Milly Sunshine