domenica 4 febbraio 2024

REDMILTON!

Credo che ricorderò ancora per molto tempo il 1° febbraio 2024, con Twitter aperto sullo smartphone ancora in carica, mentre mi preparavo per andare al lavoro. Era una bolgia, con invettive contro la FIA e contro i team, a sostegno di Andretti, in cui si rasentava occasionalmente il ridicolo, come quando ho visto gente sostenere che lasciare entrare l'Osella in Formula 1 negli anni '80 era un insulto. Poi, tra tutti i tweet, eccone uno in cui si affermava che una testata di motorsport aveva scritto che Lewis Hamilton stava per essere annunciato come pilota Ferrari. In realtà non era nulla di nuovo, notizie del genere escono un giorno sì e un giorno no, solo che tendenzialmente non sono vere. In più, con spunte blu a pagamento e quant'altro, una serie di cialtroni hanno preso l'abitudine di spacciarsi per chi non sono e affermare cose senza alcun fondamento per trollare o per avere cinque minuti di popolarità.
Stavolta, però, nelle ore a venire le allusioni hanno iniziato a moltiplicarsi con insistenza tanto che, quando ero in pausa pranzo, l'idea di essere nel bel mezzo di un'allucinazione collettiva iniziava a sfumare: che ci fosse almeno un fondamento di senso in quello che si ripeteva da ore?

In un pomeriggio in cui perfino la Haas che "presentava la vettura" mostrando un render invece che la vera monoposto non attirava tutte le critiche che di solito vengono riservate alle non-presentazioni, si rimandava di ora in ora il momento in cui si sarebbe scoperto qualcosa di più. Mi ha quasi ricordato come tempistica l'annullamento del Gran Premio d'Australia 2020 in piena emergenza coronavirus.
A un certo punto ha iniziato a sembrare che ci fosse un orario per l'ufficialità di quello che - ormai non c'erano dubbi - stava per accadere. Quando sono andata a cena, sapevo che mi sarei alzata da tavola con una risposta a portata di mano. Ho anche rimandato un po' il momento. Erano le 20.19 quando sono andata a prendere il telefono e sono entrata su Twitter: l'annuncio era già cosa fatta.
Hamilton sarà in Ferrari con un non meglio precisato contratto pluriennale a partire dal 2025. Prima ancora che venisse confermato, c'era già una certa Lewis-mania tra i ferraristi, con quel clima da "sei tu il predestinato, Leclerc who" e ho l'impressione che Charles potrebbe perdere ben presto il proprio status. Poi, lo ammetto, ho vissuto momento più "traumatici" per il tifo ferrarista, la conversazione da anti-alonsismo ad alonsismo sfrenato, per esempio, con tutti passati di punto in bianco da hater incalliti a tifosi in prima linea.

A proposito di Fernando Alonso, c'è chi vorrebbe vederlo in Mercedes. A proposito invece di suoi tifosi, Carlos Sainz ha annunciato sui suoi profili social, in spagnolo, inglese e italiano che a fine stagione lascerà la Ferrari. Dopo tante chiacchiere sul suo passaggio in Audi nessuno ha parlato del suo passaggio in Audi, perché siamo arrivati a una fase dell'esistenza umana in cui, dopo un anno di chiacchiere, a nessuno importa un fico secco di dove andrà a finire Sainz.
Torniamo alla Ferrari, a Hamilton e al perché di questa mossa. Mi sono fatta l'idea che per Lewis questo non sia un passaggio orientato a future vittorie, quanto a rimanere in Formula 1 il più a lungo possibile. Ha trentanove anni e ne avrà quarantuno nel 2026, quando entrerà in vigore il nuovo regolamento. Anche se la Mercedes dovesse avere un progetto vincente per quell'epoca - e lo ritengo più credibile rispetto a quello di una Ferrari vincente - vedo plausibile che voglia puntare su piloti più giovani per una parentesi di lunga durata. In sintesi: Lewis Hamilton ha fatto il suo tempo, almeno come pilota Mercedes, e avere vinto millemila titoli non significa necessariamente essere portati per un ruolo manageriale. Dopotutto al fianco di Toto Wolff vediamo Jerome D'Ambrosio, che come pilota grandi successi non li ha avuti, e/o Mick Schumacher, di cui oltre che dire la stessa cosa si può anche osservare che di anni ne ha venticinque, quindi neanche essere quarantenni sembra un must.

Per la Ferrari si tratta sicuramente di una buona manovra di marketing, di colpo il focus di tifosi, giornalisti e addetti ai lavori non sarà più il 2024 e neanche il 2025. La Rossa può permettersi due anni di insuccessi senza che cadano altre teste e idem la posizione di Fred Vasseur sarà intoccabile almeno fino al 2026. È una manovra sicuramente di altri tempi, quella in cui si poteva ancora parlare di lungo periodo.
Pensateci: quando nel 1993 Jean Todt arrivò in Ferrari, gli fu concesso fino al 2000 il tempo di vincere il mondiale piloti. I dubbi, occasionalmente, furono rivolti alle capacità di Michael Schumacher, quasi mai alla squadra. Al giorno d'oggi uno scenario del genere non apparirebbe plausibile e probabilmente con la mentalità contemporanea Todt sarebbe stato mandato a fare altro non più tardi del 1994/1995.
Non fraintendetemi, non credo né che Vasseur sia il "salvatore della patria" o paragonabile a Todt né che la Ferrari torni vincente o addirittura dominante in pochi anni, credo semplicemente che fosse ora di vedere un'inversione di tendenza, un puntare a un futuro non troppo definito, piuttosto che a un presente che potrebbe non avere nulla da offrire.
Hamilton entrerà tra i grandi, quelli che hanno guidato per la Rossa, come anticipato un post con i nomi dei passati piloti Ferrari - in cui non ci si sofferma come tra tutta quella gente soltanto in pochissimi eletti abbiano raccolto qualcosa.


Per finire, il discorso Formula 1 è arrivato, brevemente, anche in mensa con i colleghi ma non è durato abbastanza perché facessi in tempo non dico a intervenire, ma anche solo a svelarmi come appassionata accanita di Formula 1.
Uno dei ragazzi dell'ufficio acquisti ha chiesto collega del suo reparto: "cosa ne pensi di Hamilton in Ferrari?" Il collega in questione, che a suo tempo aveva commentato con un altro di trovare più avvincente il motomondiale rispetto alla Formula 1, in tono perplesso ha risposto: "a me piace Sainz".
Il tono con cui l'ha detto mi è suonato familiare, ci ho letto una sorta di parafrasi contemporanea di una nota citazione. Solo che quel collega è probabilmente un telespettatore occasionale, o comunque non segue la Formula 1 con quella passione con cui parla di tennis o di calcio gli altri giorni, e di quella citazione non ne sa nulla. Peccato quindi che non l'abbia posta come "è meglio un Sainz oggi che cento Hamilton domani", sarebbe stato poetic cinema.
Finita la poesia, sono stata sommersa da voci di gente che criticava i personaggi del Grande Fratello, i cantanti del Festival di Sanremo ormai imminente e la qualità come attori di alcuni componenti del cast di Un Posto al Sole. In sintesi, a nessuno degli altri sembrava importare un fico secco né di Sainz oggi né di cento Hamilton domani. Anzi, nel 2025, quindi di cento Hamilton dopodomani.
Non mi sono svelata come appassionata accanita di Formula 1 e al massimo ho sfoderato un piccolo sorriso inosservato al sentire il nome di Hamilton e un altro a sentire quello di Sainz. Quindi buona fortuna a Sainz oggi e a Hamilton dopodomani, ma anche all'inverso: buona fortuna a Hamilton per il suo presente e a Sainz per il suo futuro.

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