giovedì 16 dicembre 2021

Gran Premio degli Stati Uniti Ovest 1983: una vittoria da record

Carissimi elettrodomestici Candy in ascolto, oggi facciamo un viaggio all'interno di un evento vintage, ovvero il Gran Premio di Long Beach 1983, ultima edizione del gran premio stesso, che vi ricordo è un circuito cittadino americano, quindi potenziale fonte di un certo livello di trash, anche se non è il più trash dei circuiti americani. Quella del 1983 è l'ottava e ultima edizione del GP di Lungaspiaggia, nel 1984 il duo di gran premi statunitensi sarà Detroit/ Dallas. Questo giusto per capire il concetto di "non è il più trash dei circuiti americani". Ad ogni modo preparatevi a una gara noiosa, perché sui circuiti cittadini non ci sono i sorpassihhhh e quindi chi parte ventiduesimo non ha alcuna possibilità di piazzarsi in una posizione di prestigio. Giusto per curiosità, la ventiduesima piazza spetta a John Watson, che precede il compagno di squadra Niki Lauda, dopo una pessima qualifica per la McLaren.

No, rettifico, niente garahhhh noiosahhhh, perché appaiate in prima fila ci sono le due Ferrari di Patrick Tambay e René Arnoux, il che è un notevole passo avanti, se consideriamo che nella stagione precedente tutto ciò che c'è di affiancato sono due ali posteriori sulle Ferrari stesse (se non sapete di cosa sto parlando informatevi, il post sul GP di Long Beach 1982 l'ho scritto qualche tempo fa). Dietro di loro ci sono le Williams di Keke Rosberg e Jacques Laffite, ma who kers delle Williams, quello che conta è che ci siano i ferraristi nelle prime posizioni. Anzi no, ne basta uno perché i tifosi Ferrari non sono in grado di avere più di un idolo per volta. Quindi Arnoux levati di mezzo, che dobbiamo seguire la gara di Tambay... che tra parentesi è anche l'unico ferrarista di cui Poltronieri è chiaramente simpatizzante, un po' come se invece di essere un pilota Ferrari fosse un pilota dell'Alfa Romeo. Arnoux si leva di mezzo facendosi scavalcare da entrambe le Williams e anche dalla Tyrrell di Michele Alboreto.

Poltronieri nel frattempo si rivela abbastanza mazzoniano in questo evento, oltre che autore di ardite insinuazioni, come ad esempio il fatto che nelle sessioni precedenti ci siano stati vari testacoda e questi andrebbero a *falsare* la gara. Poco dopo osserva come le vetture siano partite "regolarmente"... e lì Sexy Baffo in seconda posizione fa un trecentosessanta gradi completo dando prova di essere un elegante ballerino. Perde solo una posizione, superato da un "anziano saggio" (cit.) come Laffite il quale tuttavia gli cederà di lì a poco la posizione. Sexy Baffo tornerà alle spalle di Tambay, ma di questo ne parleremo tra un po'. Nel frattempo Arnoux sembra avere qualche problema e dalla quinta piazza in cui si trova è costretto a fermarsi ai box e a uscirne decisamente più indietro. Niente paura, però, se dovesse riuscire a evitare la "falcidia" (cit.) tipica di questo circuito potrebbe ancora ottenere un risultato positivo.

A proposito di piloti che escono di scena, il primo (se non consideriamo le Osella di Piercarlo Ghinzani e Corrado Fabi che non si sono qualificati) è Manfred Winkelhock su ATS, che si esibisce in un testacoda. Il secondo ritirato, tuttavia, è il migliore: si tratta di Derek Warwick, che finisce fuori con la vettura in fumo. Lascia la suddetta vettura in un posto dal quale non sarà rimossa e nel quale sarà inquadrata più di una volta nel corso della gara. La vettura è una Toleman e il main sponsor è Candy. Questa faccenda dello sponsor attention seeker sta raggiungendo confini inquietanti. Il terzo ritirato è, su RAM, Eliseo Salazar, che prima viene definito "notoriamente difficile da doppiare" da Poltronieri quando i piloti di testa si apprestano a metterselo alle spalle. Le cose vanno bene: non ci sono né incidenti né risse, e quando c'è Salazar di mezzo non è esattamente una garanzia! Un mezzo incidente invece c'è quando Jean-Pierre Jarier (Ligier), nel tentativo di superare Alboreto, gli rifila una sportellata.

I due proseguiranno, ma saranno costretti a rientrare ai box e, nel caso di Jarier, anche ad essere più volte criticato da Poltronieri. Ne approfitta quindi Riccardo Patrese che si porta al quarto posto, anche se pare che le Brabham dovranno fermarsi per fare rifornimento mentre altri (molti altri) hanno carburante fino a fine gara. Nel frattempo Rosberg è ancora negli scarichi di Tambay e non fa altro che tentare degli attacchi che non vanno a buon fine. O meglio, che vanno a buon fine, perché rimane secondo dietro alle spalle di Tambay. Quello che non va a buon fine è quello che lo fa spalmare contro la Rossa numero 27, venendo in seguito criticato per tutta la durata della gara da Poltronieri. Sul momento viene, non per la prima volta nella gara, se non ho capito male, appellato come "Jones", poi si ritirano entrambi, con tanto di Tambay che gesticola contro di lui. L'idolohhhh dei ferraristi farà anche la propria apparizione più tardi in cabina di commento dove verrà intervistato, in francese, da Poltronieri nel corso della telecronaca.

Ci siamo ritrovati a un terzo di gara con Laffite in testa seguito da Patrese e Patrese gli si piazzerà negli scarichi, almeno finché non scomparirà momentaneamente di scena più tardi, probabilmente per essersi fermato ai box. Nel frattempo le McLaren di Lauda e Watson sono risalite fino al terzo e al quarto posto. La leadership di Laffite durerà fino a poco oltre la metà della gara, quando verrà superato dalle McLaren stesse. Watson, che ha già superato da tempo il compagno di squadra, si porta in testa e si mette in posizione tale che Lauda non sia in grado di insidiarlo. Laffite ormai non può fare altro che lottare per il semplice terzo posto, che tuttavia gli sarà in seguito strappato da Patrese. Le cose vanno peggio a numerosi piloti che escono di scena nel corso della gara: tra loro anche quattro italiani, Mauro Baldi (Alfa Romeo), Bruno Giacomelli (Toleman), Elio De Angelis (Lotus) e Andrea De Cesaris (Alfa Romeo). Ritirato anche Jarier, non è chiaro se per problemi post-contatto di prima, dopodiché anche Roberto Guerrero (Theodore) e il campione del mondo 1981 Nelson Piquet (Brabham).

A proposito di Theodore, per un certo tratto di gara abbiamo visto in bassa top-6 nientemeno che Johnny Cecotto, ma si ritrova mentre la gara è ormai inoltrata alle spalle della Renault di Eddie Cheever e anche dietro alla monoposto dell'unico ferrarista ancora in gara. Da parte sua, Arnoux si lancia all'inseguimento di Cheever, tra i due c'è un duello notevole, c'è in mezzo anche Laffite a un certo punto che ha problemi e viene passato come se non ci fosse, il duellohhhh tra Arnoux e l'americano di Roma è intenso e Cheever ne esce perdente. Gli andrà anche peggio di lì a poco, quando sarà costretto a diventare l'ultimo ritirato della giornata. Il penultimo è stato Alan Jones, che corre one-off per la Arrows e il motivo del ritiro sembra essere indisposizione fisica. Il sito statsf1 insinua che Jones non sia fisicamente preparato per affrontare un gran premio e specifica che, dopo il suo ritiro a fine 1981, ha perso la propria forma fisica e pesa 96 chili... il che non deve essere esattamente il peso forma di un pilota.

Rettifico, l'ultimo dei ritirati non è Cheever, bensì Patrese, che si ferma ai box quando ormai mancano pochissimi giri, tanto che verrà classificato davanti ad Alain Prost (Renault) che ha avuto problemi vari e Nigel Mansell (Lotus). Molto prima del suo ritiro, quando Arnoux ancora non era risalito fino alle posizioni di spessore - con il ritiro di Patrese è terzo - Poltronieri ha affermato che, con la posizione di Patrese, gli italiani si potevano consolare per il ritiro della Ferrari di Tambay. Tempo ancora due gran premi e gli imolesi dimostreranno che Patrese e Tambay non vengono considerati esattamente sullo stesso piano. Andiamo frattanto verso fine gara, Watson, Lauda e Arnoux sono a debita distanza l'uno dall'altro e saranno loro ad andare a podio. Quella di Watson dalla ventiduesima posizione in griglia è tuttora la vittoria dalla posizione più arretrata della griglia. Vedono la bandiera a scacchi anche Laffite quarto, dopodiché Marc Surer (Arrows) e Johnny Cecotto (Theodore). La Ligier di Raul Boesel è la prima vettura fuori dai punti, davanti alle Tyrrell di Danny Sullivan e Michele Alboreto. Solo nove vetture, infatti, giungono al termine.

PS. Nel corso della gara, Poltronieri menziona anche i figli di Mario Andretti che corrono in Formula Atlantic, John e Michael (anche se a tale proposito va precisato che in realtà John era figlio di Aldo Andretti e non di Marione).

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