venerdì 3 dicembre 2021

La Brabham con il ventilatore: GP Svezia 1978

Mie care appendici aerodinamiche di dubbia regolarità, oggi facciamo un viaggio nel 1978, ma prima vorrei fermarmi un attimo per fare un saluto a G.S., il mio principale confidente in fatto di argomenti di un certo livello tipo "bellezza delle Ligier guidate da Jacques Laffite". La ragione per cui apro con un pensiero a lui rivolto è che so che gli piace parecchio la monoposto che ha vinto la gara di cui sto per parlare: la Brabham con il ventilatore. Per chi non fosse esperto di Formula 1 anni '70, contestualizzo: siamo in una stagione in cui la monoposto più competitiva è la Lotus, in cui i team tanto per cambiare litigano tra di loro a proposito delle rispettive presunte irregolarità e in cui la Brabham per contrastare lo strapotere della Lotus ha deciso di portare in Svezia monoposto con una particolare appendice esterna posteriore dalla forma di un ventilatore. Questo ventilatore sarà la fonte al contempo del successo e dell'insuccesso del team sul circuito di Anderstorp.

Sta per scattare la gara e le vetture sulla griglia sono disposte elegantemente e in perfetta posizion-... ah, no, siamo nei tardi anni 70, quindi le vetture sono vagamente allineate in modo piuttosto disordinato, con le Lotus e le Brabham non in questo esatto ordine nelle prime due file, dove file è un eufemismo. Marione Andretti scatta dalla pole position e mantiene la prima posizione mentre John Watson si vede strappare la seconda posizione dal compagno di squadra Niki Lauda. Poi per non farsi mancare nulla perde altre due posizioni, venendo sopravanzato nell'immediato e poco dopo dalla Arrows color oro di Riccardo Patrese e dalla Lotus di Ronnie Peterson. Segnalo la presenza di una terza Lotus, mi pare di capire una vettura di una stagione precedente e di un team privato, guidata da Hector Rebaque. L'ho citato tuttavia solo perché secondo me suonava bene, perché Rebaque non avrà alcuna rilevanza né nel bene né nel male. Sarà semplicemente un anonimo pilota presente sul tracciato.

Il telecronista tedesco è abbastanza preciso e spesso elenca tutti i piloti dal primo all'ultimo, dato che la grafica elenca di tanto in tanto solo le prime dieci posizioni (ed è comunque un notevole passo avanti rispetto a molte altre occasioni), sostenendo che ultimo è Jochen Mass. Secondo statsf1 il telecronista tedesco mente, dato che nelle prime fasi dietro di lui ci sono altre quattro vetture, l'ultima delle quali è guidata da Keke Rosberg, alla sua prima gara per l'ATS dopo che la Theodore ha deciso di non prendere parte alla seconda parte del campionato, o almeno così mi pare di capire. O molto più probabilmente il telecronista sostiene che Mass sia ultimo, perché ha a disposizione solo l'elenco delle prime venti posizioni. Questa è sicuramente la spiegazione corretta, ma nevermind, andiamo avanti, e soprattutto concentriamoci su chi sta davanti, perché Marione non sembra per niente destinato a lasciare la prima piazza, indipendentemente dai ventilatori altrui.

L'attrition rate è relativamente basso, diciamo che su ventiquattro vetture al via i due terzi giungeranno al traguardo. I primi ritiri iniziano con un contatto tra la Surtees di Vittorio Brambilla e la Tyrrell di Didier Pironi. O meglio, uno va a sbattere e l'altro abbandona la propria vettura sul tracciato, e si trovavano uno dietro l'altro, quindi i telecronisti deducono che ci sia stato un incidente tra di loro (cosa che viene confermata da statsf1). Il successivo ritiro è quello della Wolf di Jody Scheckter, che rientra ai box per un guasto dopo avere occupato una posizione abbastanza rispettabile ai margini della zona punti. Il successivo ritirato è poi un soggetto più illustre: si tratta di Watson. Risalito al quarto posto dopo una foratura di Peterson, finisce per prati mentre cerca di attaccare Patrese. Riesce a tirarsi fuori dall'erba, ma il motore della sua vettura di lì a poco darà forfait. La ragione? andando fuori pista, è entrato dello sporco nel motore tramite il "ventilatore" posteriore!

Mentre Ronnie Peterson rimonta verso la zona punti dopo la foratura e il cambio gomme, il suo ex compagno di squadra Patrick Depailler è costretto al ritiro per la rottura del motore. Va a parcheggiare nel box della Tyrrell e non sarà l'unico ad andare a parcheggiare. Un simile destino toccherà anche ad Alan Jones, che al volante della Williams era all'inseguimento della Arrows di Patrese. Pare abbia avuto un contatto con il pilota italiano (secondo statsf1) e che questo abbia portato alla rottura di una sospensione. Oltre a Depailler e Jones c'è già stato un altro ritirato, che ha rotto il motore e ha sparso olio per la pista prima di essere costretto al ritiro. Vi prego di prepararvi psicologicamente a questo momento, perché potrebbe essere un trauma per voi. Sedetevi e prendete la scatola dei fazzoletti, che sto per comunicarvi chi è il ritirato: si tratta di una Renault, più precisamente dell'unica Renault presente in pista, e penso possiate tranquillamente immaginare chi sia lo sventurato pilota che la sta guidando.

Sull'olio uscito dalla vettura di Jean-Pierre Jabouille, Marione ha una lieve scivolata e scarta di lato. Ne approfitta Lauda, che lo segue standogli negli scarichi da inizio gara, mentre dietro di loro chiunque ha distacchi consistenti. Niki passa in testa, trollando l'italo-americano che già ha sollevato, insieme per onore di cronaca a molta altra gente, dubbi sulla regolarità della monoposto con il ventilatore. Andretti tuttavia ha ben altro di cui preoccuparsi, perché il successivo ritirato è lui: si ferma per la rottura del motore. A quel punto Lauda non ha più concorrenza e tutto ciò che deve fare è amministrare l'ampio vantaggio che ha nei confronti di Patrese, che a sua volta fa gara a sé almeno fino alla parte conclusiva della gara quando viene raggiunto da Peterson che gli si mette negli scarichi e sembra intenzionato a portarsi a casa la seconda piazza nel proprio gran premio di casa, che tutto sommato ora gli sta anche andando meglio di come sembrava in un primo momento.

La fighissima Ligier di Jacques Laffite occupa la quarta piazza fino a pochi giri dalla fine quando avrà un problema tecnico e scivolerà settimo, superato da Patrick Tambay (McLaren), Clay Regazzoni (Shadow) ed Emerson Fittipaldi (Copersucar) che al momento della fine della gara sono ancora tra i primi sei e completano quindi la zona punti. Laffite chiude settimo precedendo la McLaren di James Hunt, poi completano i primi dieci le due Ferrari. Per lungo tempo in bassa zona punti, entrambi si sono fermati ai box. Gilles Villeneuve si classifica davanti a Carlos Reutemann avendolo superato nell'ultimo stint di gara. Seguono fuori top-ten la Shadow di Joachim Stuck, la Lotus di Hector Rebaque, l'ATS di Jochen Mass che è seguito dalla Arrows di Rolf Stommelen e dai baffi rigogliosi di Keke Rosberg, nonché da Arturo Merzario a bordo di una vettura del proprio team, non classificato perché non ha completato il 90% di gara essendo doppiato di parecchi giri.

Il podio - perché in effetti li ho abbandonati a loro stessi - è Lauda/ Patrese/ Peterson. Secondo statsf1 la gara è finita in polemica perché Peterson avrebbe accusato Patrese di averlo bloccato nei giri finali. Questo lascia pensare che anche negli anni '70 regnasse la filosofia del "you have to leave the space, all the time you have to leave the space". La polemica principale, tuttavia, è quella regolamentare, in quanto tutti sono convinti che la Brabham con il ventilatore sia irregolare ed effettivamente - dopo che è già stato deciso di non portarla al successivo evento - viene dichiarata proprio irregolare. L'irregolarità, tuttavia, non ha effetto retroattivo e la vittoria del GP di Svezia - ottava di un totale di sedici, considerata quindi l'ultima della prima parte del campionato (se non sapete di cosa sto parlando, riguarda la gestione dei migliori risultati dell'una e dell'altra parte, poi considerati per il punteggio finale) - rimane assegnata a Lauda. Purtroppo, però, a partire dal gran premio successivo non saremo più allietati dalla presenza del ventilatore.

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