Mi ero ripromessa, nei giorni scorsi, che il prossimo salto nei gran premi vintage avrebbe riguardato la metà degli anni '80, però non era destino che fosse così. Tuttavia ho già deciso quale sarà il prossimo gran premio vintage che vedrò e commenterò e quello sì, è proprio metà anni '80 (nello specifico del 1985). Prima di arrivare a quei giorni, però, dobbiamo passare per il 1981 e grazie al cielo non da Caesars Palace, anche perché non siamo a fine mondiale ma all'inizio (dei gran premi finali di quel mondiale ne avevo parlato il mese scorso). La location è Jacaperaguà, in Brasile, nei pressi di Rio de Janeiro, ed è la seconda prova del mondiale del 1981. Siamo nel mese di marzo, quindi Felipe Massa non è ancora nato, e al momento l'idolo dei brasiliani è Nelson Piquet, che guida una delle due Brabham, che se schierassero una sola vettura non cambierebbe più di tanto in termini di risultati. L'altro pilota è infatti Hector Rebaque, che comunque è un progresso rispetto a Ricardo Zunino.
Ho scelto di vedere questo gran premio e di parlarne perché ho visto degli appassionati di motorsport vintage che facevano polemica a tale proposito nei commenti a un'intervista di Alan Jones su Youtube. Il video era stato pubblicato nel 2019. L'evento risaliva al 1981. A volte ho un po' paura, non è che a cinquant'anni mi metterò a fare polemica anch'io su eventi capitati quando avevo dieci anni? Spero ardentemente di no, di non fare una fine così triste. Adesso, però, non preoccupiamoci di loro, ai quali mi dedicherò più avanti, ma parliamo di vari spunti di riflessione legati a questa gara. Gli hot topic del giorno erano i regolamenti troppo complessi ma facili da eludere, la noiahhhh data da un team dominante con gerarchie ben definite... e per non farci mancare niente, perfino voci di una teoria del kompl8 a proposito di un sabotaggio random, voce giunta in cabina di commento a Poltronieri. Insomma, il 1981 è un 2021 che non ci ha creduto abbastanza.
Partiamo dalla faccenda dei regolamenti: era l'epoca legata all'abolizione delle "minigonne", cosa che in casa Brabham, team di proprietà i un certo elfo che risponde al nome di Bernie Ecclestone, avevano deciso di eludere tramite un dispositivo che mentre le vetture erano in movimento faceva sì che la loro altezza da terra si abbassasse più di quanto previsto dal regolamento. Le vetture stazionarie, però, quando avvenivano le misurazioni, risultavano regolamentari in quanto erano più alte di sei centimetri da terra. Questo lasciava pensare che il mondiale potesse essere falsatohhhh dalle prestazione delle Brabham... o per meglio dire, DELLA Brabham, perché le prestazioni di Rebacque non è che fossero così altisonanti. Piquet invece in questo gran premio partiva dalla pole e si prospettava un suo ipotetico dominio. Peccato che in pista ci fossero tre o quattro piloti in totale che avevano gomme da asciutto nonostante la pioggia e che lui fosse uno di questi.
In una gara disputata per tutta la durata sotto la pioggia, l pilota di casa, che per qualche motivo poi ha trascorso tutta la percorrenza su gomme da asciutto nonostante fosse nelle retrovie e scivolasse sempre più indietro, ha iniziato a perdere posizioni - molte posizioni, intendo - fin dalle prime battute, quando si sono portate in testa le due Williams intervallate dalla Arrows di Riccardo Patrese (Ricardo secondo la regia brasiliana), mentre a centro gruppo/ retrovie si scatenava un incidente che metteva fuori gioco diversi piloti, senza che la regia fornisse un replay per capire cosa fosse accaduto esattamente. Nel frattempo le Williams erano destinate ad assumere la prima e la seconda posizione, con Patrese relegato al terzo posto e destinato a non essere mai inquadrato dalle telecamere con grande disappunto di Poltronieri, che peraltro probabilmente aveva la cabina di commento situata in uno sgabuzzino e stava assistendo alla gara da lui commentata su un piccolo schermo in bianco e nero, conoscendo l'andazzo.
Veniamo quindi alla noiahhhh: la Williams aveva fatto doppietta anche nella gara precedente e secondo Poltronieri non era particolarmente allettante l'idea che non ci sarebbe stato nemmeno un duello interno tra Carlos Reutemann e Alan Jones per questioni contrattuali. A suo dire una lotta per la leadership avrebbe reso le cose più emozionanti... e non è che avesse tutti i torti. Reutemann era infatti obbligato per contratto a cedere le proprie posizioni a Jones qualora tra di loro ci fosse un gap inferiore a una certa quantità stimata a seconda delle fonti come un secondo, cinque secondi, sette secondi o venti secondi. Quindi in quel momento Reutemann stava in testa, ma in un momento random della gara avrebbe dovuto cedere la propria posizione al campione del mondo in carica. Cosa che non ha fatto e che ha generato polemiche tra i due piloti della Williams e tra Reutemann e il team stesso, tanto che c'è chi sostiene che la squadra stessa abbia remato contro Reutemann quando questo era in lotta per il titolo a fine stagione.
I tifosi vintage che facevano polemica li ho trovati tra i commenti di un video di Youtube nel quale c'era un'intervista ad Alan Jones, avvenuta pochi anni fa, a proposito dei fatti del 1981 e della sua polemica con Reutemann. Sintesi di quanto affermato da Jones nell'intervista: il suo contratto non parlava di posizioni che dovevano essergli cedute su un piatto d'argento ma quello di Reutemann sì, quindi è rimasto alquanto indispettito dal fatto che il suo compagno di squadra non gli abbia ceduto la vittoria. Però dopo la gara non ne ha discusso con lui perché secondo i suoi standard non vedeva i piloti come persone, ma come "oggetti da superare". Ciò non è piaciuto a un'orda di tifosi argentini di Reutemann che nei commenti hanno iniziato a insultarlo e a dire che è stato il campione del mondo meno meritevole della storia. Qualcuno ha osservato che Reutemann avrebbe dovuto vincere il mondiale 1982, pur essendosi ritirato dopo due gran premi, perché evidentemente il mondiale 1982 dovevano vincerlo tutti i piloti ex-equo, con la sola eccezione di Rosberg.
Per quasi tutta la gara abbiamo avuto due italiani in terza e quarta posizione, si trattava del già citato Riccardo Patrese e l'altro era Elio De Angelis sulla Lotus, che tuttavia è scivolato in quinta posizione dopo avere subito un sorpasso da parte di Marc Surer, già uscito vincente da un duello con John Watson a seguito di un testacoda di quest'ultimo. Surer, in teoria, a quella gara con l'Ensign non avrebbe dovuto nemmeno prendervi parte: il team aveva ingaggiato il pilota pagante colombiano Ricardo Londoño, che aveva anche preso parte o a un test o a una sessione di prove libere, prima che si decidesse, utilizzando come scusa un incidente in cui era rimasto coinvolto, di non concedergli la Superlicenza. La ragione non ufficiale pare essere che era sponsorizzato dal narcotraffico e si voleva evitare uno scandalo. Dopo una breve carriera in altre categorie, sembra che Londoño stesso abbia avuto una carriera come narcotrafficante, il che è verosimilmente la carriera più improbabile intrapresa da un ex pilota di Formula 1 dopo avere lasciato le competizioni.
Marc Surer ha conquistato il quarto posto, come dicevamo, e ha anche ottenuto il giro più veloce della gara. Alle sue spalle è giunto De Angelis mentre l'ultima posizione della zona punti è andata alla Ligier dopo un duello tra i piloti Jacques Laffite e Jean-Pierre Jarier, che disputava quel gran premio al posto di Jean-Pierre Jabouille assente per infortunio. Secondo notizie di mercato piloti fornite da Poltronieri, si prevedeva che Jarier in seguito tornasse in Tyrrell prendendo il posto occupato al momento da Zunino, cosa che nella realtà invece non è accaduta in quanto a partire da due gare dopo al posto di Zunino è arrivato Alboreto. Comunque sia, tornando a noi, il duello tra i piloti Ligier è stato vinto da Laffite a cui è andato l'unico punto disponibile in una gara in cui una quindicina di vetture hanno visto il traguardo, le Brabham nelle ultime due posizioni. Una delle vetture arrivate al traguardo, ma senza avere percorso il 90% della percorrenza, era l'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli, che nelle prime fasi di gara era stata addirittura in quinta posizione.
Spero che non siate tifosi Alfa Romeo, prima di narrarvi le disavventure del nostro caro Giacomelli. Anzi, spero che siate tifosi Alfa Romeo, perché era l'unica squadra italiana che a gara inoltrata aveva ancora una vettura in pista, seppure doppiata di millemila giri per problemi tecnici non ben specificati che costringevano il pilota a rientrare ai box ogni tre per due. Secondo Poltronieri c'erano voci che giravano secondo cui sulla sua monoposto sarebbe stato sabotato il sistema di alimentazione del carburante. Purtroppo la questione non è stata approfondita, segno che evidentemente nelle telecronache d'epoca i rumour senza eccessivo fondamento non venivano utilizzati come notizia trainante della giornata... giornata che è terminata al limite delle due ore, con il tizio che sventolava la bandiera a scacchi che ha deciso di farlo nel bel mezzo della pista, sulla quale il pubblico si stava riversando mentre alcune vetture dovevano ancora tagliare il traguardo, perché ai tempi gli spettatori erano very uominy ma pensavano di essere lepri che tagliano la strada a Latifi.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
martedì 14 settembre 2021
Buchi nel regolamento, ordini di scuderia, presunti sabotaggi e perfino un pilota presunto narcotrafficante: GP Brasile 1981
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