domenica 17 marzo 2019

R.I.P. Charlie Whiting

Era la notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 marzo, per noi in Europa.
Erano le due o giù di lì, stavo per andare a letto e, prima di andare a letto, ho deciso di controllare se Instagram funzionava. Era il giorno del blackout di Facebook, Instagram e Wattsapp. Mi sono accorta che non funzionava ancora e, prima di spegnere tutto, sono andata a fare un giro su Twitter.
Ho visto un tweet sul profilo della FIA, iniziava con "official statement" e proseguiva con il nome di Charlie Whiting, per passare a un link. Credevo che fosse un comunicato ufficiale su qualche comunicazione relativa all'ormai imminente del gran premio d'Australia.
Invece no, mi sbagliavo.
Quel comunicato annunciava la morte di Whiting, avvenuta per un'embolia polmonare, nel mattino del 14 marzo, fuso orario australiano.
Direttore di gara fin dalla fine degli anni '90, aveva appena 66 anni. Avevo sempre creduto che ne avesse di più, per quelli che dimostrava ormai parecchi anni fa, quando la mia amica che non sapeva come si chiamasse lo definiva come il signore anziano che si sistemava i pantaloni nei pressi di Alonso in un dopogara in cui Alonso faceva il gesto delle papere dopo una vittoria ottenuta con la Renault dell'epoca della sponsorizzazione Mildseven.
L'evento per cui mi ricorderò maggiormente Whiting è la sua partecipazione alla conferenza stampa del giovedì, insieme ai piloti, al GP del Brasile 2016, dopo quel caos del GP del Messico.

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Milly Sunshine