venerdì 22 ottobre 2021

Quando la Brabham di testa finiva fuori e vinceva Tambay: Germania 1982 e San Marino 1983

Siete pronti per un viaggio nel passato? Quel passato in cui si vedevano piloti indossare tute dai colori totalmente casuali e slegati dalla loro monoposto? No, non parlo del 22.10.2006, giorno celebre perché un certo ragazzino brasiliano indossava una tuta verde-oro al volante di una Ferrari vincendo il gran premio di casa (o forse ben più celebre perché il suo compagno di squadra disputava l'ultimo gran premio con la Rossa prima di andare in pensione e poi tornare di lì a qualche anno in qualità di traditorehhhh della patriahhhh, ma io ho delle priorità). Parlo dei gloriosi anni '80 e nello specifico oggi andiamo alla scoperta di due gran premi vinti da un pilota Ferrari che, diversamente da Felipe Massa (che all'epoca aveva uno o due anni), indossava una banale tuta rossa cin lo sponsor del Moulin Rouge. Si tratta di Patrick Tambay, celebre per le sue vittorie concomitanti con incidenti delle Brabham e, curiosamente, forse unico pilota della storia capace di fare emozionare Mario Poltronieri nonostante guidasse una Ferrari e non un'Alfa Romeo.

Ho deciso di approfondire questi due eventi, nonostante ce ne fossero di magari più pittoreschi da raccontare (no, sto scherzando, la prima gara vinta da Tambay è top quality perché vi è accaduto un evento di cui perfino i driverstosurvivers più illuminati potrebbero essere informati), proprio perché sono rimasta incuriosita dal destino che i fan sembrano avere riservato a questo pilota. Dai video d'epoca sembra che Tambay fosse diventato una sorta di idolo per i ferraristi... e lo specifico, su questo non ho niente da discutere. La cosa che mi incuriosisce è che da quando ho memoria, quindi da decenni, non ho MAI sentito o letto un solo commento a proposito di quanto fossero belli i tempi in cui c'era Tambay in Ferrari. Insomma, pare sia stato totalmente rimosso. Considerato che stiamo parlando di un fanbase che a distanza di oltre venticinque anni è ancora affezionato a Jean Alesi, perfino gente troppo giovane per averlo visto gareggiare, questa rimozione mi lascia un po' sconcertata.

Il nostro Eroe Dimenticato, comunque, ha conquistato una prima vittoria piuttosto pittoresca. Dopo essersi destreggiato a superare le Renault di Alain Prost e René Arnoux, inseguiva la Brabham di Nelson Piquet, leader della gara. Come il compagno di squadra, il brasiliano prevedeva di fare una sosta per rifornimento di carburante, in modo da avere la vettura più leggera sia prima sia dopo e di avere gomme più fresche nella seconda parte di gara. Il suo compagno di squadra, tuttavia, si è ritirato per un guasto al motore, un po' come se fosse stato un Prost qualsiasi (sì, anche questo è stato vittima dell'affidabilità), mentre Piquet era leader incontrastato e accumulava un vantaggio tale che magari gli avrebbe anche permesso di fare la sosta ai box e di tornare in testa senza che nessuno si mettesse tra lui e la leadership. Però non è arrivato il momento del pitstop. È arrivata una RAM da doppiare e quella RAM era guidata da Eliseo Salazar. Quindi sapete sicuramente di cosa sto parlando.

Poltronieri ha reagito con una certa pacatezza alla rissa scoppiata tra i Piquezar a seguito dell'incidente, insomma, ha osservato come il campione del mondo in carica fosse indispettito dall'incidente, un po' come se si fosse limitato a urlare un "f*ck" all'indirizzo di Salazar. Vecchi tempi, in cui non si faceva sensazionalismo in cronaca nemmeno quando sarebbe stato giustificabile. In ogni caso, comunque, i Piquezar hanno rubato l'attenzione delle telecamere per un po', anche quando si trattava di rimuovere le loro vetture dalla sorta di chicane mobile in cui era avvenuto l'incidente. Nel frattempo Tambay è passato chiedendo se ci fossimo dimenticati di lui e si è ritrovato leader della gara, dove è rimasto fino alla bandiera a scacchi. Quindi seppure voci di corridoio sostengono che il motore BMW della vettura di Piquet non sarebbe durato fino a fine gara, si può comunque affermare che Salazar abbia contribuito alla vittoria da parte di un pilota Ferrari. È una cosa top.

Tambay ha vinto seguito a debita distanza da Arnoux, mentre il Sexy Baffo di Keke Rosberg è andato insieme a loro sul podio. Poltronieri nel frattempo narrava i fatti privati di Tambay, un po' come se fosse un Frentzen qualsiasi. No, scherzo, non aveva una storia così interessante: Poltronieri ha detto solo che aveva 33 anni e che era sposato con un'americana. Facendo ricerche su google (perché sono una gossippara impenitente e non ho problemi ad ammetterlo) ho scoperto che il nome della moglie era Diana, che i due hanno avuto una figlia di nome Esti e che risultano avere divorziato, dato che attualmente Tambay dovrebbe essere sposato da almeno trent'anni con una donna che risponde al nome di Dominique, madre di suo figlio Adrien. Ai tempi, però, contava non solo il gossip ma anche il resto della zona punti, che è stata completata da Michele Alboreto (Tyrrell), Bruno Giacomelli (Alfa Romeo) e Marc Surer (Arrows).

Giacomelli a punti ha reso felice Poltronieri, mentre l'altro pilota Alfa Romeo, Andrea De Cesaris, si è ritirato e ha riferito che la causa del ritiro era un incidente innescato da John Watson. Certo che questa gente degli anni '80 non aveva un minimo di criterio, e i piloti tranquilli come De Cesaris, che altrimenti non sarebbero mai stati coinvolti in incidenti o cose strane, finivano sempre per rimetterci! ;-) Aggiungo che anche in occasione della seconda vittoria di Tambay, De Cesaris è stato costretto al ritiro, stavolta da un guasto. Quindi siamo già passati da Hockenheim 1982 a Imola 1983, con Giacomelli non più in Alfa Romeo, ma in Toleman. La Toleman era sponsorizzata Candy e il suo compagno di squadra Derek Warwick ne ha successivamente approfittato per mettere in mostra lo sponsor facendo un mezzo volo sulle barriere e planandoci con la sua vettura che è stata poi lasciata lì fino a fine gara. Aggiungo che invece Giacomelli ha detto in un'intervista di essere stato vittima di un furto quel fine settimana. Questi piloti degli anni '80 obiettivamente avevano un po' di iella.

Arnoux e Tambay, compagni di squadra in Ferrari a partire da inizio stagione, erano 1/2 quando sono stati superati da un arrembante Riccardo Patrese su Brabham destinata a fare rifornimento. Il punto è che anche gli altri dovevano fare rifornimento e che Arnoux l'ha anticipato perdendo terreno nei confronti degli avversari. La sosta di Patrese, invece, è stata lunga e ha subito un undercut da Tambay, anche se ai tempi non si parlava di undercut... anche perché c'erano tante cose di cui parlare, finiva fuori qualcuno ogni tre per due, facendo sì che Poltronieri rispolverasse il termine "falcidia". Patrese era comunque più veloce di Tambay e gli si avvicinava progressivamente, a sette giri dalla fine l'ha superato e si è riportato in testa alla gara, per poi finire a muro un minuto più tardi, facendo esultare un pubblico molto ferrarista e molto insensibile alle sorti dei piloti italiani. Poltronieri non mi è sembrato particolarmente soddisfatto dal comportamento del pubblico, per lui contavano anche i piloti italiani, che spesso citava durante le telecronache.

Fuori Patrese, quindi doppietta? No way, perché Arnoux ne ha approfittato per fare subito dopo un elegante testacoda, perdendo l'appena conquistata seconda piazza a vantaggio di Prost, suo ex compagno di squadra in Renault, accontentandosi del gradino più basso di in podio tutto francese. Keke Rosberg, John Watson e Marc Surer hanno completato la zona punti, ma a nessuno importava molto, il pubblico è andato totalmente in visibilio e siccome erano very uominy in tanti hanno fatto invasione di pista mentre era ancora in corso il giro d'onore. Anzi, mentre alcuni piloti dovevano ancora tagliare il traguardo. Nel frattempo Tambay stava percorrendo la pista quando ha terminato la benzina, il che di solito non sarebbe neanche tanto grave, ma lì è stato praticamente assalito dal pubblico in calore, tanto che è dovuto essere scortato dalle forze dell'ordine fino al podio, dove Prost e Arnoux erano già stati intervistati dalla TV italiana, parlando italiano nel quale infilavano ogni cinque parole una in francese.

Giunto sul podio, Tambay ha fatto esattamente l'opposto, per lui parlare in italiano non significava metterci parole francesi in mezzo, ma piuttosto parlare in francese mettendoci ogni tanto una parola in italiano. Quando l'addetto alle interviste ha osservato che aveva 34 anni, l'ha però puntualmente corretto sostenendo di averne ancora 33. Ad ogni modo, per fortuna ai suoi tempi a nessuno sembrava importare nulla del modo in cui i piloti della Ferrari parlavano in italiano, altrimenti sarebbe stato verosimilmente la principale critica nei suoi confronti. Poi tutto è finito, brevemente la linea allo studio, in cui c'era ospite Stirling Moss. Poi c'erano anche dei politici sammarinesi, uno dei quali ha detto che Arnoux era residente nella Repubblica di San Marino (con un momento cringissimo in cui uno dei presenti ha chiesto a quel politico se il pilota vivesse là per motivi fiscali). Bravo Arnoux, così si fa, altro che vivere a Montecarlo come vicino di casa di tutti gli altri piloti!

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