Oggi celebriamo questo importante traguardo rappresentato dalla fine di gennaio con una breve fanfic (tendente al trash, lo ammetto) in cui i Vettelton gareggiano al GP Belgio 1998 al posto di Schumacher e Coulthard!
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"Si stima che tra meno di vent'anni i telefoni cellulari ci permetteranno non solo di chiamare e mandare messaggi, ma addirittura di navigare in internet, di essere sempre connessi con il resto del mondo, di scattare fotografie e di condividerle con i nostri amici e non solo..."
Una luce.
Due luci.
Tre luci.
Quattro luci.
Cinque luci.
Le luci si spensero, mentre nella testa di Lewis rimbombava ancora ciò che aveva letto la sera precedente su un giornale, mentre faticava a prendere sonno.
Di lì a vent'anni, nel 2018, la gente avrebbe vissuto in un mondo bellissimo, ne era certo, se quanto affermato da quel futuristico autore si fosse tramutato in realtà.
"Togliti dalla testa quella roba" si ordinò.
Non era facile.
Scattarsi fotografie con un telefono, magari adornarle con splendide orecchie da coniglio... sarebbe stata proprio una cosa epica!
Non aveva idea del perché un individuo senziente di oltre trent'anni dovesse avere bisogno di scattarsi una foto e di addobbarla con orecchie da animale e, in effetti, sulla sua testa sarebbero state meglio le orecchie da asino, visto il disastro che aveva appena combinato.
Aveva toccato qualcuno o qualcosa e si era girato alla partenza.
Era scivolato sulla pista bagnata, proprio lui che era sempre stato inarrivabile con la pioggia.
A peggiorare la situazione, aveva ostruito la pista innescando contatti a catena.
Certo, la bandiera rossa gli avrebbe parato il fondoschiena, permettendogli di riprendere il via dalla sua posizione originale con la vettura di riserva, ma molti piloti non sarebbero stati per niente soddisfatti di tutto ciò.
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"Speriamo che oggi vada tutto bene" si disse Sebastian, mentre i semafori si accendevano per la seconda volta, "Altrimenti va a finire che vince Damon Hill sulla Jordan!"
Una luce.
Due luci.
Tre luci.
Quattro luci.
Cinque luci.
Le luci rosse si spensero: stavolta sembrava che tutto fosse filato liscio.
Lewis non aveva combinato nulla di male, in questa occasione.
Sebastian vide tuttavia l'altra McLaren spuntare minacciosa accanto a lui.
Senza sapere dire come o perché, venne a contatto con Mika Hakkinen, che poi scomparve dalla sua vista e dai suoi specchietti. Doveva essersi ritirato, o essere rimasto molto attardato dal contatto.
Per quanto fosse il suo principale avversario, gli dispiaceva. Mika era un tipo simpatico, anche se piuttosto silenzioso. In generale, i finlandesi gli sembravano molto simpatici, era una questione chimica.
Si mise ben presto quei pensieri alle spalle: non trascorreva i propri gran premi pensando a Hakkinen, quanto piuttosto a come raggiungere il parc fermé e salire sul gradino più alto del podio. Con una McLaren fuori e con l'altra guidata da un pilota che non sembrava nella massima forma, l'obiettivo era fattibile.
Si mise a inanellare giri veloci, uno dopo l'altro.
Si sentiva sul tetto del mondo.
Poteva farcela, Damon Hill avrebbe dovuto rimandare i suoi sogni di gloria, proprio come li aveva rimandati l'anno precedente quando si era brevemente trovato al comando di una gara al volante di una modesta Arrows.
***
Quella pioggia era terribile. Poveri uccelli, di sicuro se ne stavano rintanati nel nido, invece di cinguettare in allegria come quando c'era il sole.
Cinguettare.
Tweet, tweet, tweet.
Twittare.
Che termine romantico, anche se non significava nulla. Chissà, magari un giorno avrebbe assunto un significato.
Orecchie da coniglio.
Snap, snap, snap.
Snapchat.
Quello era il romanticismo allo stato puro, altro che la sua ex fidanzata, Melanie Brown, membro delle Spice Girls che spiccava per il proprio look elegante, sobrio e ricercato, definibile in un solo termine come tamarro.
Quello era un capitolo chiuso della sua vita, Lewis non faceva altro che ripeterselo. In più aveva visto su MTV un video di una cantante americana emergente bellissima, che aveva l'aria da principessa. Si chiamava Britney Spears e purtroppo era minorenne, quindi avrebbe dovuto aspettare qualche anno per coronare i propri sogni d'amore e sperare di fidanzarsi con quell'adorabile bad bitch.
"Sono proprio andato" realizzò.
Non aveva idea di che cosa gli stesse succedendo, non era minimamente in sé, gli venivano in testa pensieri assurdi e non riusciva a stare concentrato sulla gara.
Doveva essere un maleficio legato alla pioggia, magari un sortilegio attuato da Jacques Villeneuve dopo che Lewis aveva dichiarato pubblicamente di non credere che la B.A.R. Honda, il team presso il quale il canadese intendeva accasarsi per il 1999, fosse una scuderia competitiva.
Poi venne l'impatto.
Venne da dietro.
Lewis si era reso conto troppo tardi che il leader della gara lo stava doppiando e la frittata era fatta.
Oh maledizione, che schifo gli faceva la frittata, con le uova, il formaggio... Lewis si nutriva soltanto di cibi di origine vegetale, trovava disgustoso tutto ciò, era una pietanza da trigger warning.
***
Sebastian ebbe una visione raccapricciante: dopo il casino che aveva combinato, Lewis aveva il coraggio di andarsene in giro per la pitlane così come se niente fosse, addirittura sorridendo e salutando con cenni della mano i commissari di percorso e i meccanici delle varie squadre che vedeva vicino a sé.
Sebastian si mise a imprecare, pur cercando di mantenere un certo contegno.
"F*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck, f*ck al quadrato e f*ck al cubo!"
Lewis lo sentì e si girò.
Fece un cenno di saluto anche a lui, poi tornò a voltarsi e proseguì per la propria strada. Come si permetteva di comportarsi in modo così irrispettoso?
Sebastian si lanciò all'inseguimento e, afferrandolo per la coda, lo strattonò scaraventandolo a terra. Purtroppo cadde a sua volta.
Se non altro, constatò con una certa soddisfazione che Lewis aveva sbattuto il naso sull'asfalto.
Il suo avversario, tuttavia, non doveva avere apprezzato molto il suo assalto, dato che con uno scatto felino lo ribaltò e, afferrandolo per il collo, gli domandò: "C'è qualcosa che non va?"
Sebastian cercò di mantenere la calma. Non era nella situazione più promettente e non doveva fare innervosire quel mancato rapper della West Coast. Le controversie con i gangster rapper di solito finivano con sparatorie random e Sebastian non ci teneva a ritrovarsi a tu per tu con armi da fuoco.
"Mi hai buttato fuori" puntualizzò. "Eri sotto di un giro. Dovevi farti da parte."
"E tu dovevi schivarmi. Non hai visto le bandiere blu?"
Giusto, le bandiere blu non potevano vedersi. Probabilmente nemmeno Lewis aveva idea di dove fosse Sebastian, quando aveva frenato alzando uno schizzo d'acqua.
"Hai ragione, forse è colpa della pioggia, più che tua."
"Colpa di Villeneuve, che ci ha fatto il malocchio" aggiunse Lewis. "Credo che faresti bene a prendertela con lui."
A Sebastian sfuggì una risata. Era stata una giornata terribile, era condannato ad assistere a una vittoria di Hill e tornarsene a casa senza neanche un punto, ma se non altro l'alchimia che c'era tra lui e Lewis non sarebbe stata alterata: era uno dei suoi più cari amici tra i piloti e l'incidente di quel giorno non avrebbe cambiato le cose.
"Lewis, penso che quando sarà finito il campionato" gli suggerì, mentre si rialzavano, "dovremmo andare a farci una vacanza insieme."
"Hai ragione" convenne Lewis. "Dobbiamo prenderci un po' di tempo per noi. Se non hai ancora pensato a una meta, ho letto proprio ieri che Baku è una città bellissima..."
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