MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
giovedì 22 giugno 2017
Oggi Dan Wheldon avrebbe compiuto 39 anni
All'epoca ancora noto come Daniel Wheldon (o almeno così era indicato nelle didascalie dei filmati reperibili in rete), da bambino ha avuto a che fare con numerose nostre vecchie conoscenze.
Esiste una foto risalente all'epoca in cui gareggiava sui kart, in cui il piccolo Dan si trova insieme a Jenson Button, Anthony Davidson e un altro bambino sconosciuto a cui molta gente cerca di attribuire a caso un'identità, e che probabilmente al giorno d'oggi svolge tutt'altra professione.
Il tempo l'ha portato lontano dalla Gran Bretagna, suo paese natale, e dall'Europa, direzione Stati Uniti, dove nel 2001 si è classificato secondo dietro a Townsend Bell nel campionato di Indylights.
Giunto in Indycar alla fine del 2002, nel 2004 era uno dei quattro piloti del team Andretti (gli altri tre erano Franchitti, Herta e Kanaan). Durante le gare di Indycar venivano mostrati ogni tanto siparietti relativi ai piloti e uno di questi siparietti mi è rimasto molto impresso. Mostravano il suo armadio, sostenendo che i suoi compagni di squadra glielo sabotavano spostandogli gli indumenti. Quell'armadio, si vedeva dalle inquadrature, era indubbiamente in casa sua. Non ho mai avuto dubbi sulla natura trollona di Kanaan, ma evidentemente non era il solo trollone lì in mezzo. Peraltro mi ha sempre lasciata molto sconvolta sapere che questi, alla loro età, combinavano casini a casa di Wheldon. Mi sorprende anche che Wheldon li invitasse, viste le conseguenze, in realtà...
Nel 2004 è stato il diretto avversario di Tony Kanaan per il titolo. Il titolo l'ha vinto Kanaan e tutti i piloti del team, alla fine della gara che gli ha consegnato il titolo, hanno celebrato facendo burnout. Wheldon era tra questi, nonostante il risultato non esattamente a suo favore.
Il suo anno è stato indubbiamente il 2005, quell'anno non ha portato a casa solo il titolo, ma anche e soprattutto la vittoria alla Cinquecento Miglia di Indianapolis... anche se è passato un po' in secondo piano, vista la rilevanza mediatica del quarto posto di Danica Patrick. All'evento successivo indossava una maglietta con scritto "I actually won the 500, Danica who?", da cui sospetto che altri abbiano preso ispirazione in seguito. Nel 2006 si è piazzato di nuovo secondo in campionato, che ha terminato a pari punti con Hornish, ma vincendo meno gare.
Shippabilissimo con Kanaan e con Franchitti, era in realtà shippabilissimo anche con Danica, nonostante in pista abbiano avuto a che fare raramente l'uno con l'altra, quando accadeva era logico aspettarsi che subito dopo scoppiasse una polemica. Una volta Danica si è messa a sbraitargli contro davanti alle telecamere, anche se c'è da dire che negli anni successivi la situazione tra i due si è calmata e sono diventati best friends forever. Okay, magari no, ma deve essere colpa del fatto che Danica non è trollona come Kanaan.
Rimasto senza un volante full time nel 2011, ha preso parte alla Indy 500, vincendola dopo avere preso la testa della gara in extremis, approfittando di un incidente di JR Hildebrand.
Tornato in pista per l'evento conclusivo della stagione a Las Vegas, partiva dall'ultima fila e aveva come obiettivo quello di portare a casa la vittoria.
Pochi istanti prima dello schianto che ha coinvolto quindici vetture e che gli è stato fatale, i telecronisti stavano elogiando la grande quantità di posizioni che aveva recuperato nei pochi giri disputati.
Nel 2012 avrebbe dovuto riprendere a gareggiare full time per il team Andretti, in sostituzione della Patrick passata in NASCAR.
Dan Wheldon risiedeva in Florida, a St. Petersburg, insieme alla moglie Susie e ai figli Sebastian e Oliver.
Sua moglie è stata spesso presente al Gran Premio di St. Petersburg negli anni successivi e apparentemente ha lavorato per anni nel mondo del motorsport.
Stando al suo profilo instagram, sul quale pubblica spesso foto dei due bambini che hanno gli stessi capelli fluenti del padre, attualmente Susie non ha più legami con il mondo dei motori ed è titolare di un negozio a St. Petersburg.
2 commenti:
Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.
Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".
Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.
Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3
Milly Sunshine
La sera prima dell'incidente mortale, si fece tatuare sul polso i nomi della moglie e dei figli.
RispondiEliminaSì, ricordo. Penso che fossero le iniziali, e che anche la moglie si sia fatta fare un tatuaggio uguale.
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