Il mese di luglio è spesso piuttosto intenso per la Formula 1 e quello del 2005 ha visto ben quattro gran premi venire disputati in cinque fine settimana. Ai tempi non esistevano ancora i triple header, quindi abbiamo avuto gare nei primi due e negli ultimi due weekend del mese. A Magny Cours, il ritorno di Fernando Alonso alla vittoria, a Silverstone la prima vittoria di Juan Pablo Montoya con la McLaren, a Hockenheim la rincorsa al titolo di Kimi Raikkonen subisce un brusco stop con il ritiro mentre era in testa, mentre all'Hungaroring va in scena quello che si rivelerà l'ultimo duello tra i fratelli Schumacher.
GP FRANCIA - 3 luglio // il leader del mondiale su Renault scatta dalla pole position, precede la Toyota di Jarno Trulli, le Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello su stategie splittate, nonché la B.A.R. di un ottimo Takuma Sato che comunque uscirà molto in fretta dalle posizioni che contano.
Alonso accumula vantaggio, Schumacher sta negli scarichi di Trulli, ma deve aspettare la prima sosta per liberarsi di lui. Le McLaren allungano il primo stint: Raikkonen partiva tredicesimo per la sostituzione del motore, Montoya in bassa top-ten, dopo essersi fermati i due sono 2/3, anche se Montoya si ritirerà per un problema tecnico.
Le posizioni dei primi tre sono ormai consolidate, Fernando, Kimi e Michael, quest'ultimo sul podio proprio nel giorno in cui il suo piccolo fanboy Sebastian Vettel compie diciotto anni.
Jenson Button si piazza quarto, per la B.A.R. sono i primi effettivi punti stagionali, dopo quelli depennati a Imola, Trulli arriva quinto, dietro di lui Giancarlo Fisichella su Renault, Ralf Schumacher su Toyota e Jacques Villeneuve su Sauber a completare la top-8, con a seguire Barrichello che ha effettuato tre soste anziché due e David Coulthard su una Redbull meno performante che a inizio stagione.
GRAN BRETAGNA - 10 luglio // ancora una penalità per sostituzione del motore per Raikkonen e ancora Alonso in pole position, ma è Montoya a spuntarla portandosi in testa - il tutto mentre Sato resta fermo e verrà fatto partire a spinta - posizione che manterrà, seppure a fatica, all'uscita di Alonso dalla pitlane per la prima sosta, vicinissimo all'overcut.
Button, Barrichello e Fisichella stavano nelle posizioni immediatamente retrostanti a inizio gara, ma Rubinho ancora una volta è su una strategia alternativa essendo più scarico di benzina e farà una sosta in più. Button scivolerà invece alle spalle di Fisichella. Raikkonen supera Button dopo la seconda sosta e, insieme a un problema al pitstop per Fisichella, questo gli consegna il podio.
Montoya allunga su Alonso, che deve vedersela anche con qualche doppiato turbolento, Raikkonen giunge terzo seguono Fisichella, Button, Michael Schumacher, Barrichello e Ralf Schumacher in zona punti. Dietro di loro Trulli precede la Sauber di Felipe Massa, dopodiché le Williams, per il secondo gran premio di seguito in difficoltà.
A Silverstone avviene l'ultima apparizione di Patrick Friesacher in Formula 1, miglior risultato in carriera una sesta piazza, peccato che corressero solo in sei, era infatti il GP dell'Indy-gate, in cui le Ferrari hanno fatto una poco memorabile doppietta, le Jordan 3/4 con Tiago Monteiro e Narain Karthikeyan e Friesacher sesto battuto anche da Christijan Albers.
Preparatevi psicologicamente perché non vi sto per dare una semplice notizia di mercato piloti, ma perché siamo di fronte a un gossippone epico che a suo tempo venne riferito da Mazzoni durante una telecronaca. Poi aggiungerò un altro gossippone che sono andata a stanare da sola!
Il sostituto di Friesacher è Robert Doornbos, connazionale di Albers con il quale ha un rapporto piuttosto burrascoso. Secondo quanto riferito da Mazzoni, i loro contrasti risalirebbero ai tempi in cui uno dei due era fidanzato con la sorella dell'altro!
Sembrerebbe che la sorella fosse quella di Doornbos e che quindi l'ex fidanzato fosse Albers. Questo si è poi sposato con una certa Liselore, figlia di un certo Kooijman, possessore di un sacco di big money, che invece di suggerire al genero di cambiare mestiere, ha investito nella Midland/ Spyker perché potesse accaparrarsi un volante. Curiosità: nel 2005 ci sono stati dei rumour su un passaggio di Doornbos alla Midland, quindi Albers pare anche avere avuto un ingaggio a discapito dell'ex cognato!
GERMANIA - 24 luglio // Raikkonen parte dalla pole e conserva la posizione davanti ad Alonso, ma le cose andranno malissimo poco dopo la metà della gara, quando il motore lo abbandonerà. Ereditata la leadership, Alonso è ormai incontrastato, infatti andrà a vincere senza troppe preoccupazioni.
Una Ferrari in difficoltà vedere Michael Schumacher vedersela con Button, il pilota della B.A.R. gli strappa la seconda piazza, che diventerà terza una volta in cui entrambi subiranno overcut da parte di Montoya, partito ultimo per la sostituzione del motore e secondo al traguardo. Se Jenson si consola con il gradino più basso del podio, Michael giunge solo quinto, in quanto verrà superato anche da Fisichella. Coulthard e Massa completano la zona punti, mentre Barrichello partito attardato giunge solo decimo dietro a Christian Klien dopo avere dubito il sorpasso del pilota della Redbull.
Continuano i problemi in casa Williams: Nick Heidfeld giunge soltanto undicesimo, mentre Mark Webber finisce a millemila giri in quanto ha avuto problemi, ma è stato rimandato in pista nella speranza di percorrere chilometri che gli dessero una posizione di uscita decente alle successive qualifiche, in quanto l'ordine di qualifica è inverso all'ordine d'arrivo del gran premio precedente.
Reminiscenze mazzoniane: secondo il Sommo Gianfranco, pare che anche i webbfeld non fossero proprio best friends forever, ma non trovo alcuna conferma googlandoli.
UNGHERIA - 31 luglio // Michael Schumacher parte dalla pole position e Raikkonen, partito quarto, gli si mette negli scarichi, portandosi dietro Montoya. Dietro ci sono le Toyota di Trulli e Ralf, quest'ultimo viene tamponato da Alonso che perde l'ala anteriore. Ci sono vari contatti, Barrichello danneggia la macchina, ma va peggio ai Redbull: Klien addirittura cappotta, mentre Coulthard rompe una sospensione prendendo l'alettone perduto di Alonso. Questo si fermerà ai box, così come Rubinho, e gli finirà la gara dietro, solo undicesimo.
Schumacher e Raikkonen sono 1/2 ma su una strategia a tre soste, Montoya terzo e poco distante, ma prevede due pitstop. Ne farà solo uno, quando un guasto metterà fine alla sua gara.
Raikkonen fa una seconda sosta breve e prende la leadership, allungando su Michael Schumacher che, pur fermandosi molto dopo per la terza, rimane distante e, anzi, si ritrova negli scarichi il fratello. Ralf si avvicina a meno di un secondo, ma rimane terzo. Seguono Trulli, Button, finalmente Heidfeld e Webber, Sato porta a casa l'ultimo punto e la Renault resta a secco, visto che il meglio classificato è Fisichella solo nono.
Al parc fermé e sul podio i fratelli Schumacher sono meno espansivi l'uno con l'altro di quanto alla fangirl che è in me piacerebbe. :-(((( No problem, si rifaranno in occasione del loro prossimo podio insiem-... ah no, questo resterà l'ultimo.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
giovedì 3 luglio 2025
martedì 1 luglio 2025
Ho visto il documentario "Andrea Moda Formula, la scuderia più folle di sempre": la mia recensione
Avevo ovviamente sentito parlare del documentario sull'Andrea Moda uscito lo scorso anno, tuttavia non avendo dimestichezza con le varie piattaforme (ovvero non avendo abbonamenti vari) non ho avuto occasione di vederlo fintanto che non è passato in TV su Motor Trend, nella serata del 30 Giugno. Il documentario, della durata complessiva di più di due ore, era uscito a puntate, mentre nella sua versione televisiva è stato trasmesso integralmente a partire dalle 22.15.
Ero molto curiosa di vederlo, da appassionata di storie di Formula 1 vintage e di piccoli team. Ne avevo sentito parlare su Zuckerbook nel corso dei mesi e adesso che l'ho visto ovviamente ne parlo anche io stessa.
Prima di partire vorrei complimentarmi con Zoofactory, produttore di "Andrea Moda Formula, la scuderia più folle di sempre" per avere deciso di fare conoscere la storia di questa piccola squadra, che ha fatto parlare di sé nel corso del 1992 e che fa tuttora parlare di sé.
Tutto nasce dall'idea di Andrea Sassetti, un piccolo imprenditore marchigiano produttore di scarpe (con la passione per i motori derivante dai trattori che da bambino vedeva nelle campagne dalle sue parti) il cui brand Andrea Moda è divenuto di punto in bianco celebre e fonte di grosse entrate economiche. E che cosa c'è di meglio da fare, quando si ha improvvisamente un'enorme disponibilità economica? Ovviamente comprarsi una squadra di Formula 1! Del resto, cosa potrà mai andare storto?
E in effetti va proprio così: Sassetti acquista gli asset della scuderia Coloni, i test si svolgono in una zona industriale del marchigiano, e salta i gran premi di Sudafrica e Messico perché 1) non ha pagato la tassa di iscrizione, 2) le monoposto della stagione precedente della Coloni non sono costruite da Andrea Moda e ciascun costruttore deve costruire le proprie monoposto.
Bene ma non benissimo. I piloti Enrico Bertaggia (amico della famiglia Antonelli che in seguito avrebbe deciso che Kimi doveva essere il middle name di "AKA") e Alex Caffi decidono di scappare a gambe levate e al loro posto vengono ingaggiati Roberto Moreno e Perry McCarthy.
I due sono entrambi lungamente presenti nel documentario. Moreno parla esattamente come il mio tecnico di computer di fiducia di origini brasiliane, mentre McCarthy ha quel tono eccessivamente entusiasta che hanno certi professori madrelingua durante le lezioni di lingue straniere, direttamente proporzionale alla loro volontà di incentrare le lezioni sul parlare di tematiche leggere in lingua o alla traduzione di testi di canzoni pop, piuttosto che su lunghi pipponi a proposito di argomenti colti.
Le nuove monoposto sono progettate dalla Simtek Research, in base a un progetto del 1990 per la BMW, che poi ha rinunciato all'intenzione di entrare in Formula 1. Quindi non è che siano proprio all'avanguardia, in più possiamo affermare che la squadra stessa non sia propriamente all'avanguardia.
A quanto pare, sembra che Bernie Ecclestone proponga a Sassetti di entrare con una sola macchina, ma questo rifiuta perché "la Ferrari corre con due macchine". Inutile dire che i mezzi a disposizione sono un po' diversi, ma nevermind. In Brasile, McCarthy non ha ancora la Superlicenza, mentre Moreno può scendere in pista. Percorre appena tre giri, ma intanto la nera vettura marchigiana è uscita dalla pitlane! Non si prequalifica, ma questi sono dettagli, accadrà molto spesso di non prequalificarsi, anzi pressoché sempre. Piccolo dettaglio: non siamo più ai tempi in cui c'erano trentanove macchine, adesso ce ne sono solo trentadue, di cui trenta passano in qualifica. In estrema sintesi, le Venturi, la seconda Footwork e la seconda Fondmetal hanno la certezza quasi matematica di potere almeno passare alla sessione di qualifica, in cui ventisei piloti su trenta si procacceranno una posizione in griglia.
In Spagna anche McCarthy riesce a salire in macchina e a percorrere... quindici metri. Le cose non cambiano nell'immediato futuro ed essere secondo pilota dell'Andrea Moda sembra leggermente peggio che essere secondo pilota in un top team!
A Montecarlo, poi, succede un evento che ha del miracoloso: su sei piloti presenti alle prequalifiche, Moreno strappa il terzo tempo e supera brillantemente il primo scoglio a spese della Venturi di Ukyo Katayama (mentre McCarthy non è pervenuto per palese inguidabilità del mezzo, ma questo non lo diciamo per non perdere la magia del momento).
Incredibile ma vero, in qualifica Robertone nostro ottiene una gloriosa ventiseiesima piazza, che nonostante problemi tecnici nella fase finale della sessione rimane imbattuta dalle Brabham, da una Fondmetal e da una March. La gara dura appena dodici giri: Judd non fornisce nuovi motori, quindi non ci sono speranze. Il motivo per cui non fornisce nuovi motori è che a quanto pare la squadra è indietro con i pagamenti.
La gara di Moreno finisce in fumo, ma può dire di avere disputato una gara con l'Andrea Moda, cosa che non è mai accaduta prima nella storia e che mai più succederà. Segnalo che, secondo quanto detto nel documentario, Moreno avrebbe girato "più veloce delle Ferrari", cosa che tuttavia stride con il quarto e l'ottavo posto in griglia ottenuti da Jean Alesi e Ivan Capelli.
Il documentario racconta un retroscena curioso: una certa Valerie Jorquera che lavorava per la Elf, avrebbe fornito carburante più performante, lo stesso che potevano permettersi i top team, secondo Moreno in cambio di un profumo di Chanel.
Inoltre prima del GP di Montecarlo il team aveva fatto un test serio dopo avere affittato un kartodromo, il che ha contribuito all'essere pronti per affrontare le stradine del Principato.
Si tratta di un acuto che non viene ripetuto, si va di nuovo in pista con il solo Moreno, non ci si prequalifica, in Francia il camion del team non riesce ad arrivare a causa delle strade bloccate per uno sciopero su scala nazionale degli autotrasportatori francesi... Viene intervistato l'allora camionista del team, che racconta l'accaduto, e a tale proposito è doveroso specificare che anche altre squadre hanno avuto problemi logistici a portare il proprio materiale a quel gran premio, ma Andrea Moda è stata l'unica squadra le cui monoposto non sono arrivate.
Poi si va in Gran Bretagna, a casa di McCarthy... ecco, per McCarthy sarebbe stato meglio andarsene direttamente a casa. Per la sua macchina non ci sono gomme nuove, perché è quello quello che succede quando si è indietro con i pagamenti alla Goodyear. Quindi cosa si fa? Ma ovviamente si montano sulla macchina le gomme usate di Moreno. Da pioggia. In Inghilterra piove spesso, ma non in questa occasione. McCarthy completa il giro di prequalifica ai due all'ora, ma è già tanto per gli standard a cui è stato abituato.
Nel successivo evento in Germania, Perry completa un giro, ovviamente valevole dell'ultimo tempo in prequalifica, ma non si ferma alle operazioni di peso e viene escluso dall'evento, cosa che comunque non cambia l'andazzo.
Non viene citato nel documentario, ma al GP d'Ungheria una Brabham prossima al fallimento schiera una sola monoposto, facendo sì che solo cinque vetture prendano parte alle prequalifiche. In questo caso Moreno quindi si prequalifica, ma ovviamente ha il trentesimo tempo al sabato e non va in griglia.
Con il fallimento della Brabham a partire dal GP del Belgio non ci saranno più le prequalifiche. Anche questo non è citato, così come non è citato che l'incidente di Erik Comas riduce da trenta a ventinove i piloti che tentano di qualificarsi: 28/29esimo tempo.
Sono tuttavia altri i fatti che spiccano del weekend belga, l'inizio della fine per l'Andrea Moda. Dal punto di vista agonistico, Moreno racconta di come la sua macchina non curvasse per problemi di sterzo. Tutto questo passa comunque in secondo piano quando Sassetti viene arrestato nel paddock a causa di una vicenda legata a fatture non pagate, per la quale viene accusato di avere falsificato dei documenti. Viene rilasciato due giorni dopo e, secondo quanto riferisce, sarebbe un complotto di Bernie Ecclestone nei suoi confronti.
Curiosità: questo gran premio è lo stesso nel quale Michael Schumacher conquista la prima vittoria in Formula 1, cosa che viene anche citata nel documentario. Questa considerazione la aggiungo io: trovo tutto ciò estremamente poetico dal punto di vista etimologico, non sarà che le stelle si sono allineate e hanno voluto mandare un messaggio subliminale? Una cosa tipo: "non è meglio che torni a produrre scarpe?"
Il danno, comunque, ormai è fatto e per l'Andrea Moda è finita: al GP d'Italia, la squadra non viene accettata e viene radiata per avere danneggiato la reputazione della Formula 1. È definitivamente la fine e il sogno di Sassetti di fare il team owner svanisce mestamente.
Le due monoposto rimarranno in suo possesso per anni, saranno esposte a fiere e sagre marchigiane e le guiderà lui stesso occasionalmente sul circuito di Misano. Una delle due pare essere stata confiscata per un provvedimento giudiziario, mentre l'altra secondo Sassetti è sparita. Secondo quanto riportato dal video, è stata ridipinta dal suo nuovo proprietario come una Williams con livrea Rothmans... che detto sinceramente mi pare un'idea abbastanza malsana.
In sintesi, il documentario racconta la vera storia dell'Andrea Moda, allontanando certe leggende metropolitane quali presunti operai del calzaturificio improvvisati come meccanici in Formula 1. Ciò non trova alcun riscontro nel documentario.
Detto questo, ho trovato molto avvincente questo racconto di una scuderia di Formula 1 nata praticamente in un capannone nelle campagne e di come quello che è stato dipinto per anni come il peggiore team della storia fosse in realtà una squadra che ha avuto sfortuna e che ha avuto tutti contro. Ritengo tuttavia che sia molto facile arrivare a questa conclusione, se si intervistano solo il fondatore, i vertici del team e soggetti che dal team non hanno subito alcun danno. Ci sono infatti testimonianze da parte di Ivan Capelli, Nigel Mansell, Stefano Domenicali giusto per citare i soggetti più altisonanti.
Si menzionano spesso mancati pagamenti e non sono sicura che i fornitori dell'Andrea Moda condividerebbero il ritratto totalmente positivo e favorevole che viene tracciato durante la narrazione. Allo stesso modo, trovando abbastanza semplicistica l'accusa di complotto contro una squadra che stava "cambiando la Formula 1" e che spaventava (qualificandosi mezza volta? chissà che terrore incutevano...) sarebbe stato bello sentire anche qualcuno che contestasse questa accusa, invece di limitarsi a elevare l'ipotesi di complotto a verità ineluttabile.
Per quanto riguarda Sassetti, non conosco il personaggio se non per quanto riguarda la sua breve esperienza in Formula 1. Sostiene di essere sempre stato pulito e gli do fiducia, non avendo mezzi per farmi un'idea. Però deve essere una persona molto sfortunata, a questo punto, dato che ha avuto guai con la legge in almeno altre due occasioni, tra cui una condanna per bancarotta.
In più, la faccenda dello sterzo danneggiato del GP del Belgio è stata raccontata, anche in altre sedi e pare anche dallo stesso McCarthy in un modo diverso dal "ahahah, che team rustico, Moreno guidava e la macchina non curvava, pura poesia!" Pare che la monoposto di McCarthy venisse utilizzata in primis per avere pezzi di ricambio per quella di Moreno e che, di conseguenza, il piantone malfunzionante sia stato consapevolmente montato sulla macchina di Perry e questo sia stato mandato in pista, dove ha avuto un incidente all'Eau Rouge.
Quello che posso dire è che una volta sono rimasta con il volante bloccato a bordo della Punto dei miei genitori mentre ero in un tratto rettilineo della provinciale e non è stata una bella esperienza percorrere i quindici chilometri che mi separavano da casa con il volante che praticamente non girava. Penso che sia decisamente peggio se succede su una monoposto di Formula 1 all'Eau Rouge-Radillon.
Se quanto si racconta in altre sedi è vero, ammetto di non approvare molto la scelta di ometterlo. Se è falso, mi aspetterei invece che venisse smentito, come sono state smentite altre dicerie.
Tornando a noi, a questo punto non mi resta che esprimere il mio parere su questo documentario: a mio parere è ottimo e si sarebbe meritato di passare su un canale ben più altisonante di Motor Trend. L'ho trovato molto un documentario per nerd, ma d'altronde bisogna essere molto nerd per interessarsi all'Andrea Moda.
Mi è parso molto ben fatto e contenente video piuttosto interessanti. Il grande lavoro di ricerca che c'è stato dietro appare molto evidente e il prodotto finale è molto godibile. Nonostante fosse stato ideato per essere visto in tre puntate, la visione completa non è pesante, nonostante la durata superiore alle due ore.
L'unico lato che non ho apprezzato, è la totale assenza di contradditorio e l'immagine estremamente candida che viene data di una squadra che, palesemente, ha avuto grossi problemi di gestione e organizzazione, dettati in gran parte dall'inesperienza nel settore e dall'eccessiva ambizione del suo fondatore... Ma dato che ho faticato perfino a comprendere la santificazione a oltranza di Ayrton Senna da parte del famoso documentario di Asif Kapadia, ritengo si possa capire se ho dei dubbi sul glorificare senza alcuna esitazione il "che bello debuttare in Formula 1 perché sì".
Ero molto curiosa di vederlo, da appassionata di storie di Formula 1 vintage e di piccoli team. Ne avevo sentito parlare su Zuckerbook nel corso dei mesi e adesso che l'ho visto ovviamente ne parlo anche io stessa.
Prima di partire vorrei complimentarmi con Zoofactory, produttore di "Andrea Moda Formula, la scuderia più folle di sempre" per avere deciso di fare conoscere la storia di questa piccola squadra, che ha fatto parlare di sé nel corso del 1992 e che fa tuttora parlare di sé.
Tutto nasce dall'idea di Andrea Sassetti, un piccolo imprenditore marchigiano produttore di scarpe (con la passione per i motori derivante dai trattori che da bambino vedeva nelle campagne dalle sue parti) il cui brand Andrea Moda è divenuto di punto in bianco celebre e fonte di grosse entrate economiche. E che cosa c'è di meglio da fare, quando si ha improvvisamente un'enorme disponibilità economica? Ovviamente comprarsi una squadra di Formula 1! Del resto, cosa potrà mai andare storto?
E in effetti va proprio così: Sassetti acquista gli asset della scuderia Coloni, i test si svolgono in una zona industriale del marchigiano, e salta i gran premi di Sudafrica e Messico perché 1) non ha pagato la tassa di iscrizione, 2) le monoposto della stagione precedente della Coloni non sono costruite da Andrea Moda e ciascun costruttore deve costruire le proprie monoposto.
Bene ma non benissimo. I piloti Enrico Bertaggia (amico della famiglia Antonelli che in seguito avrebbe deciso che Kimi doveva essere il middle name di "AKA") e Alex Caffi decidono di scappare a gambe levate e al loro posto vengono ingaggiati Roberto Moreno e Perry McCarthy.
I due sono entrambi lungamente presenti nel documentario. Moreno parla esattamente come il mio tecnico di computer di fiducia di origini brasiliane, mentre McCarthy ha quel tono eccessivamente entusiasta che hanno certi professori madrelingua durante le lezioni di lingue straniere, direttamente proporzionale alla loro volontà di incentrare le lezioni sul parlare di tematiche leggere in lingua o alla traduzione di testi di canzoni pop, piuttosto che su lunghi pipponi a proposito di argomenti colti.
Le nuove monoposto sono progettate dalla Simtek Research, in base a un progetto del 1990 per la BMW, che poi ha rinunciato all'intenzione di entrare in Formula 1. Quindi non è che siano proprio all'avanguardia, in più possiamo affermare che la squadra stessa non sia propriamente all'avanguardia.
A quanto pare, sembra che Bernie Ecclestone proponga a Sassetti di entrare con una sola macchina, ma questo rifiuta perché "la Ferrari corre con due macchine". Inutile dire che i mezzi a disposizione sono un po' diversi, ma nevermind. In Brasile, McCarthy non ha ancora la Superlicenza, mentre Moreno può scendere in pista. Percorre appena tre giri, ma intanto la nera vettura marchigiana è uscita dalla pitlane! Non si prequalifica, ma questi sono dettagli, accadrà molto spesso di non prequalificarsi, anzi pressoché sempre. Piccolo dettaglio: non siamo più ai tempi in cui c'erano trentanove macchine, adesso ce ne sono solo trentadue, di cui trenta passano in qualifica. In estrema sintesi, le Venturi, la seconda Footwork e la seconda Fondmetal hanno la certezza quasi matematica di potere almeno passare alla sessione di qualifica, in cui ventisei piloti su trenta si procacceranno una posizione in griglia.
In Spagna anche McCarthy riesce a salire in macchina e a percorrere... quindici metri. Le cose non cambiano nell'immediato futuro ed essere secondo pilota dell'Andrea Moda sembra leggermente peggio che essere secondo pilota in un top team!
A Montecarlo, poi, succede un evento che ha del miracoloso: su sei piloti presenti alle prequalifiche, Moreno strappa il terzo tempo e supera brillantemente il primo scoglio a spese della Venturi di Ukyo Katayama (mentre McCarthy non è pervenuto per palese inguidabilità del mezzo, ma questo non lo diciamo per non perdere la magia del momento).
Incredibile ma vero, in qualifica Robertone nostro ottiene una gloriosa ventiseiesima piazza, che nonostante problemi tecnici nella fase finale della sessione rimane imbattuta dalle Brabham, da una Fondmetal e da una March. La gara dura appena dodici giri: Judd non fornisce nuovi motori, quindi non ci sono speranze. Il motivo per cui non fornisce nuovi motori è che a quanto pare la squadra è indietro con i pagamenti.
La gara di Moreno finisce in fumo, ma può dire di avere disputato una gara con l'Andrea Moda, cosa che non è mai accaduta prima nella storia e che mai più succederà. Segnalo che, secondo quanto detto nel documentario, Moreno avrebbe girato "più veloce delle Ferrari", cosa che tuttavia stride con il quarto e l'ottavo posto in griglia ottenuti da Jean Alesi e Ivan Capelli.
Il documentario racconta un retroscena curioso: una certa Valerie Jorquera che lavorava per la Elf, avrebbe fornito carburante più performante, lo stesso che potevano permettersi i top team, secondo Moreno in cambio di un profumo di Chanel.
Inoltre prima del GP di Montecarlo il team aveva fatto un test serio dopo avere affittato un kartodromo, il che ha contribuito all'essere pronti per affrontare le stradine del Principato.
Si tratta di un acuto che non viene ripetuto, si va di nuovo in pista con il solo Moreno, non ci si prequalifica, in Francia il camion del team non riesce ad arrivare a causa delle strade bloccate per uno sciopero su scala nazionale degli autotrasportatori francesi... Viene intervistato l'allora camionista del team, che racconta l'accaduto, e a tale proposito è doveroso specificare che anche altre squadre hanno avuto problemi logistici a portare il proprio materiale a quel gran premio, ma Andrea Moda è stata l'unica squadra le cui monoposto non sono arrivate.
Poi si va in Gran Bretagna, a casa di McCarthy... ecco, per McCarthy sarebbe stato meglio andarsene direttamente a casa. Per la sua macchina non ci sono gomme nuove, perché è quello quello che succede quando si è indietro con i pagamenti alla Goodyear. Quindi cosa si fa? Ma ovviamente si montano sulla macchina le gomme usate di Moreno. Da pioggia. In Inghilterra piove spesso, ma non in questa occasione. McCarthy completa il giro di prequalifica ai due all'ora, ma è già tanto per gli standard a cui è stato abituato.
Nel successivo evento in Germania, Perry completa un giro, ovviamente valevole dell'ultimo tempo in prequalifica, ma non si ferma alle operazioni di peso e viene escluso dall'evento, cosa che comunque non cambia l'andazzo.
Non viene citato nel documentario, ma al GP d'Ungheria una Brabham prossima al fallimento schiera una sola monoposto, facendo sì che solo cinque vetture prendano parte alle prequalifiche. In questo caso Moreno quindi si prequalifica, ma ovviamente ha il trentesimo tempo al sabato e non va in griglia.
Con il fallimento della Brabham a partire dal GP del Belgio non ci saranno più le prequalifiche. Anche questo non è citato, così come non è citato che l'incidente di Erik Comas riduce da trenta a ventinove i piloti che tentano di qualificarsi: 28/29esimo tempo.
Sono tuttavia altri i fatti che spiccano del weekend belga, l'inizio della fine per l'Andrea Moda. Dal punto di vista agonistico, Moreno racconta di come la sua macchina non curvasse per problemi di sterzo. Tutto questo passa comunque in secondo piano quando Sassetti viene arrestato nel paddock a causa di una vicenda legata a fatture non pagate, per la quale viene accusato di avere falsificato dei documenti. Viene rilasciato due giorni dopo e, secondo quanto riferisce, sarebbe un complotto di Bernie Ecclestone nei suoi confronti.
Curiosità: questo gran premio è lo stesso nel quale Michael Schumacher conquista la prima vittoria in Formula 1, cosa che viene anche citata nel documentario. Questa considerazione la aggiungo io: trovo tutto ciò estremamente poetico dal punto di vista etimologico, non sarà che le stelle si sono allineate e hanno voluto mandare un messaggio subliminale? Una cosa tipo: "non è meglio che torni a produrre scarpe?"
Il danno, comunque, ormai è fatto e per l'Andrea Moda è finita: al GP d'Italia, la squadra non viene accettata e viene radiata per avere danneggiato la reputazione della Formula 1. È definitivamente la fine e il sogno di Sassetti di fare il team owner svanisce mestamente.
Le due monoposto rimarranno in suo possesso per anni, saranno esposte a fiere e sagre marchigiane e le guiderà lui stesso occasionalmente sul circuito di Misano. Una delle due pare essere stata confiscata per un provvedimento giudiziario, mentre l'altra secondo Sassetti è sparita. Secondo quanto riportato dal video, è stata ridipinta dal suo nuovo proprietario come una Williams con livrea Rothmans... che detto sinceramente mi pare un'idea abbastanza malsana.
In sintesi, il documentario racconta la vera storia dell'Andrea Moda, allontanando certe leggende metropolitane quali presunti operai del calzaturificio improvvisati come meccanici in Formula 1. Ciò non trova alcun riscontro nel documentario.
Detto questo, ho trovato molto avvincente questo racconto di una scuderia di Formula 1 nata praticamente in un capannone nelle campagne e di come quello che è stato dipinto per anni come il peggiore team della storia fosse in realtà una squadra che ha avuto sfortuna e che ha avuto tutti contro. Ritengo tuttavia che sia molto facile arrivare a questa conclusione, se si intervistano solo il fondatore, i vertici del team e soggetti che dal team non hanno subito alcun danno. Ci sono infatti testimonianze da parte di Ivan Capelli, Nigel Mansell, Stefano Domenicali giusto per citare i soggetti più altisonanti.
Si menzionano spesso mancati pagamenti e non sono sicura che i fornitori dell'Andrea Moda condividerebbero il ritratto totalmente positivo e favorevole che viene tracciato durante la narrazione. Allo stesso modo, trovando abbastanza semplicistica l'accusa di complotto contro una squadra che stava "cambiando la Formula 1" e che spaventava (qualificandosi mezza volta? chissà che terrore incutevano...) sarebbe stato bello sentire anche qualcuno che contestasse questa accusa, invece di limitarsi a elevare l'ipotesi di complotto a verità ineluttabile.
Per quanto riguarda Sassetti, non conosco il personaggio se non per quanto riguarda la sua breve esperienza in Formula 1. Sostiene di essere sempre stato pulito e gli do fiducia, non avendo mezzi per farmi un'idea. Però deve essere una persona molto sfortunata, a questo punto, dato che ha avuto guai con la legge in almeno altre due occasioni, tra cui una condanna per bancarotta.
In più, la faccenda dello sterzo danneggiato del GP del Belgio è stata raccontata, anche in altre sedi e pare anche dallo stesso McCarthy in un modo diverso dal "ahahah, che team rustico, Moreno guidava e la macchina non curvava, pura poesia!" Pare che la monoposto di McCarthy venisse utilizzata in primis per avere pezzi di ricambio per quella di Moreno e che, di conseguenza, il piantone malfunzionante sia stato consapevolmente montato sulla macchina di Perry e questo sia stato mandato in pista, dove ha avuto un incidente all'Eau Rouge.
Quello che posso dire è che una volta sono rimasta con il volante bloccato a bordo della Punto dei miei genitori mentre ero in un tratto rettilineo della provinciale e non è stata una bella esperienza percorrere i quindici chilometri che mi separavano da casa con il volante che praticamente non girava. Penso che sia decisamente peggio se succede su una monoposto di Formula 1 all'Eau Rouge-Radillon.
Se quanto si racconta in altre sedi è vero, ammetto di non approvare molto la scelta di ometterlo. Se è falso, mi aspetterei invece che venisse smentito, come sono state smentite altre dicerie.
Tornando a noi, a questo punto non mi resta che esprimere il mio parere su questo documentario: a mio parere è ottimo e si sarebbe meritato di passare su un canale ben più altisonante di Motor Trend. L'ho trovato molto un documentario per nerd, ma d'altronde bisogna essere molto nerd per interessarsi all'Andrea Moda.
Mi è parso molto ben fatto e contenente video piuttosto interessanti. Il grande lavoro di ricerca che c'è stato dietro appare molto evidente e il prodotto finale è molto godibile. Nonostante fosse stato ideato per essere visto in tre puntate, la visione completa non è pesante, nonostante la durata superiore alle due ore.
L'unico lato che non ho apprezzato, è la totale assenza di contradditorio e l'immagine estremamente candida che viene data di una squadra che, palesemente, ha avuto grossi problemi di gestione e organizzazione, dettati in gran parte dall'inesperienza nel settore e dall'eccessiva ambizione del suo fondatore... Ma dato che ho faticato perfino a comprendere la santificazione a oltranza di Ayrton Senna da parte del famoso documentario di Asif Kapadia, ritengo si possa capire se ho dei dubbi sul glorificare senza alcuna esitazione il "che bello debuttare in Formula 1 perché sì".
lunedì 30 giugno 2025
Formula 1 2025: #11 Commento al Gran Premio d'Austria
29.06.2025 // Lando Norris, Charles Leclerc, Oscar Piastri, Lewis Hamilton, George Russell, Liam Lawson, Max Verstappen, Gabriel Bortoleto, Kimi Antonelli, Pierre Gasly, Fernando Alonso, Alex Albon, Isack Hadjar, Franco Colapinto, Oliver Bearman, Lance Stroll, Esteban Ocon, Yuki Tsunoda, Carlos Sainz, Nico Hulkenberg: questo è l'ordine di partenza con cui i piloti si sono schierati sulla griglia, dopo che Tsunoda è uscito in Q1 e che Verstappen è incappato in una bandiera gialla generata da un'uscita di pista di Gasly verso la fine della Q3.
Alle 18.30 della domenica, quando in teoria doveva iniziare il gran premio sulla TV dei povery, c'era in realtà una clip in cui incidenti vari di Norris erano montati in un mash-up in cui facevano da contorno alle urla del Vanz. Ci sarebbe stato quindi da aspettare ulteriormente, almeno una decina di minuti.
Il Vanz si è fatto perdonare dedicandosi all'arte gufatoria: ha menzionato il fatto che l'ultima pole position della Williams di Felipe Massa sia arrivata proprio al Redbullring e un minuto contato più tardi la Williams di Sainz si è ammutolita sulla griglia. Quando si è avviata i piloti di testa avevano ormai completato il formation lap. C'è stato quindi un aborted start. Nel frattempo Sainz è andato in pitlane con la vettura che emanava fiamme. Partenza rimandata alle 15.15, secondo giro di formazione intorno alle 18.55 sulla TV dei povery e un giro sottratto da quelli di gara, perché qui non siamo in "F1 the movie" e percorrere un giro in più del previsto può comportare l'esaurimento del carburante.
Norris ha mantenuto la posizione, Leclerc ha cercato di affiancarlo, Piastri ha superato Leclerc e ha tentato di affiancare Norris. Russell nel frattempo duellava con Hamilton, ma il momento più altisonante è stato quando Antonelli ha festeggiato il proprio diploma di perito economico specializzato in relazioni internazionali per il marketing con un bloccaggio e ha centrato Verstappen: doppio ritiro, safety car, nonché Norris, Piastri, Leclerc, Hamilton, Russell, Gasly, Albon, Bortoleto, Lawson e Alonso nelle prime dieci posizioni.
Nel primo stint abbiamo visto un sorpasso di Albon su Gasly, prima dei loro pitstop anticipati e che Gasly sparisse in mezzo al nulla, un sorpasso di Piastri su Norris che si è subito ripreso la posizione, un altro duello tra i Norrisastri senza cambi di posizione, l'effetto nefasto dell'avere menzionato l'ultima pole della Williams che comportava anche il ritiro di Albon, che tecnicamente era già nel suo secondo stint, un lieve contatto Tsunoda vs Stroll, un bloccaggio di Piastri che ha rischiato di prendere un diploma di perito economico in compagnia di Norris prima della sosta di questo.
LN: "Che ca**o fai? Non lo sai che il nostro compito è falsare le gare?"
OP: "Di grazia, in che modo centrandoti in pieno avrei reso questa gara meno falsata?"
LN: "Con noi fuori, le Ferrari farebbero doppietta."
OP: "Cosa significa 'doppietta Ferrari'?"
LN: "Non te lo spiego perché ti bloccherebbe la crescita."
OP: "Perché fai questi discorsi? Non eri uno di noi bambini anche tu?"
LN: "Sì, ma adesso che ho la barba da capretta e che c'è sulla griglia gente nata che io andavo già alle elementari mi sembra esagerato continuare a bere il latte con il biberon."
Le posizioni dei primi cinque sono rimaste invariate dopo il primo pitstop, e quando Lawson e Alonso sono rientrati per la loro unica sosta sono risaliti 6/7 Bortoleto e Hulkenberg, mentre nel frattempo Tsunoda è stato superato da Colapinto, il che è già disastroso di suo, ma a peggiorare le cose ha cercato di riprendersi la posizione speronando Colapinto e facendogli fare un balletto, procacciandosi quindi una penalità.
Anche dopo il secondo giro di pitstop le posizioni dei primi cinque non sono cambiate, solo di poco il gap dei Norrisastri. Nel secondo stint era aumentato, nel terzo è andato progressivamente calando, a parte nei momenti problematici, tipo quando Colapinto ha deciso di ostacolare Piastri facendosi penalizzare. Nonostante la penalità, comunque, ha finito la gara davanti a Tsunoda... a quel punto all'unisono tutti i piloti classificati dalla prima alla quindicesima piazza immagino si siano affacciati al box della Redbull urlando: "Quihhhh a kasahhhh lorohhhh!!!11!!11!!"
Veniamo a Tsunoda, perché a proposito di quest'ultimo - dove quest'ultimo vale anche in senso letterale - lo si è visto inquadrato nel finale di gara dietro al duo Alonso/ Bortoleto che battagliava per la settima piazza. Però era sedicesimo, quindi significa che era stato doppiato perfino da una Sauber. Poi sono arrivati i Norrisastri, che l'hanno doppiato... quindi era sotto di due giri.
Il duello degli Alonseto è stato abbastanza turbolento, non per loro ma per i due piloti della McLaren che dovevano trovare un varco per doppiarli.
LN: "Levatevi subito di mezzo, che rischio di fare tardi al tè delle 17.00, se no vi infilo una serie di papaye su per il cu-..."
FA: "Taci, come ti viene in mente di pronunciare una frase simile davanti a un bambino innocente?"
LN: "Per il momento gli sono dietro, quindi il bambino innocente farebbe bene a levarsi di mezzo."
È esattamente quello che è successo, mentre anche Piastri si avvicinava molto timidamente.
OP: "Posso passare anch'io o avete in mente delle sorprese?"
I due non avevano sorprese in mente, non hanno arrecato danni di sorta e, dopo avere battuto Bortoleto, Alonso è andato a pomiciare con il suo protetto nel post-gara.
I Norrisastri sono andati sul podio in compagnia di Leclerc, mentre chef Jerôme D'Ambrosio rispondeva ai microfoni Sky in assenza di Fred Vasseur assente per problemi familiari.
Voce fuori campo: "Torna in cucinahhhh!!!!11!!11!!"
Durante la premiazione ha fatto la sua comparsa Bernie Eccle$tone, che ha consegnato la medaglia a Norris. Gli elfi esistono, ma non cielo dikonohhhh!
Quello che esiste e ce lo dikonohhhh anche troppo è la curva - urlato - COPSEHHHH!!!11!!!1!! che sentiremo menzionare millemila volte la prossima settimana.
RISULTATO: 1. Norris/ McLaren, 2. Piastri/ McLaren, 3. Leclerc/ Ferrari, 4. Hamilton/ Ferrari, 5. Russell/ Mercedes, 6. Lawson/ Racing Bulls, 7. Alonso/ Aston Martin, 8. Bortoleto/ Kick Sauber, 9. Hulkenberg/ Kick Sauber, 10. Ocon/ Haas, 11. Bearman/ Haas, 12. Hadjar/ Racing Bulls, 13. Gasly/ Alpine, 14. Stroll/ Aston Martin, 15. Colapinto/ Alpine, 16. Tsunoda/ Redbull, Rit. Albon/ Williams, Rit. Verstappen/ Redbull, Rit. Antonelli, DNS. Sainz/ Williams.
Alle 18.30 della domenica, quando in teoria doveva iniziare il gran premio sulla TV dei povery, c'era in realtà una clip in cui incidenti vari di Norris erano montati in un mash-up in cui facevano da contorno alle urla del Vanz. Ci sarebbe stato quindi da aspettare ulteriormente, almeno una decina di minuti.
Il Vanz si è fatto perdonare dedicandosi all'arte gufatoria: ha menzionato il fatto che l'ultima pole position della Williams di Felipe Massa sia arrivata proprio al Redbullring e un minuto contato più tardi la Williams di Sainz si è ammutolita sulla griglia. Quando si è avviata i piloti di testa avevano ormai completato il formation lap. C'è stato quindi un aborted start. Nel frattempo Sainz è andato in pitlane con la vettura che emanava fiamme. Partenza rimandata alle 15.15, secondo giro di formazione intorno alle 18.55 sulla TV dei povery e un giro sottratto da quelli di gara, perché qui non siamo in "F1 the movie" e percorrere un giro in più del previsto può comportare l'esaurimento del carburante.
Norris ha mantenuto la posizione, Leclerc ha cercato di affiancarlo, Piastri ha superato Leclerc e ha tentato di affiancare Norris. Russell nel frattempo duellava con Hamilton, ma il momento più altisonante è stato quando Antonelli ha festeggiato il proprio diploma di perito economico specializzato in relazioni internazionali per il marketing con un bloccaggio e ha centrato Verstappen: doppio ritiro, safety car, nonché Norris, Piastri, Leclerc, Hamilton, Russell, Gasly, Albon, Bortoleto, Lawson e Alonso nelle prime dieci posizioni.
Nel primo stint abbiamo visto un sorpasso di Albon su Gasly, prima dei loro pitstop anticipati e che Gasly sparisse in mezzo al nulla, un sorpasso di Piastri su Norris che si è subito ripreso la posizione, un altro duello tra i Norrisastri senza cambi di posizione, l'effetto nefasto dell'avere menzionato l'ultima pole della Williams che comportava anche il ritiro di Albon, che tecnicamente era già nel suo secondo stint, un lieve contatto Tsunoda vs Stroll, un bloccaggio di Piastri che ha rischiato di prendere un diploma di perito economico in compagnia di Norris prima della sosta di questo.
LN: "Che ca**o fai? Non lo sai che il nostro compito è falsare le gare?"
OP: "Di grazia, in che modo centrandoti in pieno avrei reso questa gara meno falsata?"
LN: "Con noi fuori, le Ferrari farebbero doppietta."
OP: "Cosa significa 'doppietta Ferrari'?"
LN: "Non te lo spiego perché ti bloccherebbe la crescita."
OP: "Perché fai questi discorsi? Non eri uno di noi bambini anche tu?"
LN: "Sì, ma adesso che ho la barba da capretta e che c'è sulla griglia gente nata che io andavo già alle elementari mi sembra esagerato continuare a bere il latte con il biberon."
Le posizioni dei primi cinque sono rimaste invariate dopo il primo pitstop, e quando Lawson e Alonso sono rientrati per la loro unica sosta sono risaliti 6/7 Bortoleto e Hulkenberg, mentre nel frattempo Tsunoda è stato superato da Colapinto, il che è già disastroso di suo, ma a peggiorare le cose ha cercato di riprendersi la posizione speronando Colapinto e facendogli fare un balletto, procacciandosi quindi una penalità.
Anche dopo il secondo giro di pitstop le posizioni dei primi cinque non sono cambiate, solo di poco il gap dei Norrisastri. Nel secondo stint era aumentato, nel terzo è andato progressivamente calando, a parte nei momenti problematici, tipo quando Colapinto ha deciso di ostacolare Piastri facendosi penalizzare. Nonostante la penalità, comunque, ha finito la gara davanti a Tsunoda... a quel punto all'unisono tutti i piloti classificati dalla prima alla quindicesima piazza immagino si siano affacciati al box della Redbull urlando: "Quihhhh a kasahhhh lorohhhh!!!11!!11!!"
Veniamo a Tsunoda, perché a proposito di quest'ultimo - dove quest'ultimo vale anche in senso letterale - lo si è visto inquadrato nel finale di gara dietro al duo Alonso/ Bortoleto che battagliava per la settima piazza. Però era sedicesimo, quindi significa che era stato doppiato perfino da una Sauber. Poi sono arrivati i Norrisastri, che l'hanno doppiato... quindi era sotto di due giri.
Il duello degli Alonseto è stato abbastanza turbolento, non per loro ma per i due piloti della McLaren che dovevano trovare un varco per doppiarli.
LN: "Levatevi subito di mezzo, che rischio di fare tardi al tè delle 17.00, se no vi infilo una serie di papaye su per il cu-..."
FA: "Taci, come ti viene in mente di pronunciare una frase simile davanti a un bambino innocente?"
LN: "Per il momento gli sono dietro, quindi il bambino innocente farebbe bene a levarsi di mezzo."
È esattamente quello che è successo, mentre anche Piastri si avvicinava molto timidamente.
OP: "Posso passare anch'io o avete in mente delle sorprese?"
I due non avevano sorprese in mente, non hanno arrecato danni di sorta e, dopo avere battuto Bortoleto, Alonso è andato a pomiciare con il suo protetto nel post-gara.
I Norrisastri sono andati sul podio in compagnia di Leclerc, mentre chef Jerôme D'Ambrosio rispondeva ai microfoni Sky in assenza di Fred Vasseur assente per problemi familiari.
Voce fuori campo: "Torna in cucinahhhh!!!!11!!11!!"
Durante la premiazione ha fatto la sua comparsa Bernie Eccle$tone, che ha consegnato la medaglia a Norris. Gli elfi esistono, ma non cielo dikonohhhh!
Quello che esiste e ce lo dikonohhhh anche troppo è la curva - urlato - COPSEHHHH!!!11!!!1!! che sentiremo menzionare millemila volte la prossima settimana.
RISULTATO: 1. Norris/ McLaren, 2. Piastri/ McLaren, 3. Leclerc/ Ferrari, 4. Hamilton/ Ferrari, 5. Russell/ Mercedes, 6. Lawson/ Racing Bulls, 7. Alonso/ Aston Martin, 8. Bortoleto/ Kick Sauber, 9. Hulkenberg/ Kick Sauber, 10. Ocon/ Haas, 11. Bearman/ Haas, 12. Hadjar/ Racing Bulls, 13. Gasly/ Alpine, 14. Stroll/ Aston Martin, 15. Colapinto/ Alpine, 16. Tsunoda/ Redbull, Rit. Albon/ Williams, Rit. Verstappen/ Redbull, Rit. Antonelli, DNS. Sainz/ Williams.
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domenica 29 giugno 2025
Formula E 2025: #12 Eprix di Jakarta // ovvero vi spiego perché dovremmo tutti simpatizzare per Dan Ticktum (dandovi anche una ragione ancora migliore per non farlo)
Nello scorso fine settimana si è svolto l'eprix di Indonesia a Jakarta, nel quale Dan Ticktum, i cui risultati negli ultimi appuntamenti erano stati altisonanti rispetto a quelli di un tempo, ha conquistato la prima vittoria nella categoria, dopo essere partito dalla quinta casella della griglia alle spalle di Jake Dennis, Taylor Barnard, Nyck De Vries e Nick Cassidy, superando quest'ultimo alla partenza.
Dennis è sembrato il favorito per quasi due terzi di gara, ma è stato co-protagonista con De Vries di un incidente mentre duellavano per la prima posizione, con tanto di safety car per via dei pezzi sparsi. Leader al restart, De Vries è stato penalizzato per il contatto, penalità che tuttavia non avrebbe scontato causa ritiro per un problema tecnico. Dennis nel frattempo aveva perso parecchie posizioni e Ticktum era leader.
Con Edoardo Mortara negli scarichi il pilota inglese è andato a prendersi la bandiera a scacchi... ed era anche ora, direi! Come si fa a non amare questo pilota? Ticktum è il guilty pleasure di tutti noi, e non ammetto repliche! :-PPPP
RISULTATO: 1. Dan Ticktum (Cupra), 2. Edoardo Mortara (Mahindra), 3. Nico Muller (Andretti), 4. Antonio Felix Da Costa (Porsche), 5. Nick Cassidy (Jaguar), 6. Taylor Barnard (McLaren), 7. Sam Bird (McLaren), 8. Sebastien Buemi (Envision), 9. Robin Frijns (Envision), 10. Oliver Rowland (Nissan), 11. Pascal Wehrlein (Porsche), 12. Mitch Evans (Jaguar), 13. Lucas Di Grassi (Lola), 14. Norman Nato (Nissan), 15. Jean-Eric Vergne (DS Penske), 16. David Beckmann (Cupra), 17. Jake Dennis (Andretti), 18. Zane Maloney (Lola), Rit. Nyck De Vries (Mahindra), Rit. Stoffel Vandoorne (Maserati), Rit. Jake Hughes (Maserati), Rit. Maximilian Gunther (DS Penske).
Giusto per chiarire il concetto, ritengo che Ticktum abbia commesso una delle azioni peggiori della storia delle formule junior di questo secolo, quando ha superato diverse vetture in regime di safety car per andare a speronare deliberatamente un avversario con cui aveva precedentemente avuto un contatto.
Ricky Collard, che ai tempi era in lotta per il titolo in MSA (serie britannica a livello Formula 4) con Lando Norris e Colton Herta ci ha rimesso la possibilità di giocarsi il campionato, con quell'incidente. Alcuni anni dopo via social ha affermato che la mossa di Ticktum ha rovinato la sua carriera, dato che era a corto di sponsor.
Obiettivamente parlando, nel corso degli anni ho letto spesso messaggi a sostegno di Ticktum, che per quel fatto ha scontato un ban di un anno che gli ha in seguito precluso l'ottenimento dei punti superlicenza necessari per la Formula 1, nella quale sembrava potere avere un'opportunità.
Tuttavia, mentre al di là degli hater più accaniti, c'è stato spesso un certo sostegno nei confronti di Ticktum, che nel frattempo si faceva notare per polemiche contro questo o quell'altro sempre e costantemente iniziate da lui stesso (arrivando al punto di mettersi a cantare cose tipo "Latifi è una m*rda" live sui social, ai tempi in cui Nicholas era pilota della Williams, di cui Dan era development driver, venendo licenziato dal team stesso), a nessuno è mai importato un fico secco del tizio deliberatamente speronato.
Penso che la simpatia nei confronti di Ticktum sia spontanea, ma che sia giusto non dimenticare da dove viene. Ovviamente non ha più quindici anni e non è corretto a mio avviso valutarlo con quel metro di giudizio. Però nel corso del tempo non è neanche che abbia mostrato grossi segni di maturità e credo che anche questo debba essere considerato.
Dennis è sembrato il favorito per quasi due terzi di gara, ma è stato co-protagonista con De Vries di un incidente mentre duellavano per la prima posizione, con tanto di safety car per via dei pezzi sparsi. Leader al restart, De Vries è stato penalizzato per il contatto, penalità che tuttavia non avrebbe scontato causa ritiro per un problema tecnico. Dennis nel frattempo aveva perso parecchie posizioni e Ticktum era leader.
Con Edoardo Mortara negli scarichi il pilota inglese è andato a prendersi la bandiera a scacchi... ed era anche ora, direi! Come si fa a non amare questo pilota? Ticktum è il guilty pleasure di tutti noi, e non ammetto repliche! :-PPPP
RISULTATO: 1. Dan Ticktum (Cupra), 2. Edoardo Mortara (Mahindra), 3. Nico Muller (Andretti), 4. Antonio Felix Da Costa (Porsche), 5. Nick Cassidy (Jaguar), 6. Taylor Barnard (McLaren), 7. Sam Bird (McLaren), 8. Sebastien Buemi (Envision), 9. Robin Frijns (Envision), 10. Oliver Rowland (Nissan), 11. Pascal Wehrlein (Porsche), 12. Mitch Evans (Jaguar), 13. Lucas Di Grassi (Lola), 14. Norman Nato (Nissan), 15. Jean-Eric Vergne (DS Penske), 16. David Beckmann (Cupra), 17. Jake Dennis (Andretti), 18. Zane Maloney (Lola), Rit. Nyck De Vries (Mahindra), Rit. Stoffel Vandoorne (Maserati), Rit. Jake Hughes (Maserati), Rit. Maximilian Gunther (DS Penske).
Giusto per chiarire il concetto, ritengo che Ticktum abbia commesso una delle azioni peggiori della storia delle formule junior di questo secolo, quando ha superato diverse vetture in regime di safety car per andare a speronare deliberatamente un avversario con cui aveva precedentemente avuto un contatto.
Ricky Collard, che ai tempi era in lotta per il titolo in MSA (serie britannica a livello Formula 4) con Lando Norris e Colton Herta ci ha rimesso la possibilità di giocarsi il campionato, con quell'incidente. Alcuni anni dopo via social ha affermato che la mossa di Ticktum ha rovinato la sua carriera, dato che era a corto di sponsor.
Obiettivamente parlando, nel corso degli anni ho letto spesso messaggi a sostegno di Ticktum, che per quel fatto ha scontato un ban di un anno che gli ha in seguito precluso l'ottenimento dei punti superlicenza necessari per la Formula 1, nella quale sembrava potere avere un'opportunità.
Tuttavia, mentre al di là degli hater più accaniti, c'è stato spesso un certo sostegno nei confronti di Ticktum, che nel frattempo si faceva notare per polemiche contro questo o quell'altro sempre e costantemente iniziate da lui stesso (arrivando al punto di mettersi a cantare cose tipo "Latifi è una m*rda" live sui social, ai tempi in cui Nicholas era pilota della Williams, di cui Dan era development driver, venendo licenziato dal team stesso), a nessuno è mai importato un fico secco del tizio deliberatamente speronato.
Penso che la simpatia nei confronti di Ticktum sia spontanea, ma che sia giusto non dimenticare da dove viene. Ovviamente non ha più quindici anni e non è corretto a mio avviso valutarlo con quel metro di giudizio. Però nel corso del tempo non è neanche che abbia mostrato grossi segni di maturità e credo che anche questo debba essere considerato.
PS. Oggi 29 Giugno 2025 compie trent'anni il sopra citato Nicholas Latifi! *-*
sabato 28 giugno 2025
Ho visto "F1 - il film": la mia recensione
25 Giugno 2025: esce "F1, il film", in cui Brad Pitt e Damson Idris interpretano la parte di un veterano tornato alle competizioni e di un debuttante, nonostante la loro età non li renda molto credibili in tali ruoli.
Due giorni più tardi sono andata a vederlo al cinema insieme ai miei amici, uno dei quali da un anno mi aveva proposto di andare a vederlo. Siamo andati a cena alle sette di sera come dei nonni, per essere al cinema per lo spettacolo delle 20.30, e il biglietto è costato la non proprio modica cifra di 13,90 euro. L'autore della proposta ha anche preso una bibita spendendo in totale 20,90 euro, il che significa che ha pagato sette euro una Fanta. Non sono riuscita a capire se la cassiera si sia rivolta a noi dandoci del lei perché tecnicamente sarebbe la cosa più normale tra sconosciuti adulti che si incontrano a una cassa per un pagamento, oppure perché ci considerava vecchi per i suoi standard.
Ci è stato assegnato un posto accanto a dei ragazzini che hanno ruminato dei popcorn per tutta la durata del film, quindi fino all'incirca alle 23.30, e che prima del film si erano lamentati per il fatto che, essendo stato girato nel 2023/24, non ci sarebbero state inquadrature di "Aka", hanno chiamato Antonelli così. Segnalo anche che tra il primo e il secondo tempo, in bagno ho visto una ragazza in maglietta della Ferrari.
Ma il film, vi chiederete? È così eclatante come lo descrivono quelli che non hanno mai guardato un gran premio in vita loro? O è così terribile come lo descrivono invece quelli che la Formula 1 la seguono? Andiamo a scoprirlo.
LA TRAMA // Sonny Hayes è Martin Donnelly, ma siccome essere protagonisti di un botto devastante da soli non è stylish, ha un grave incidente, sempre e comunque da solo, mentre insegue la McLaren di Ayrton Senna per la vittoria al GP di Spagna 1993, mentre sopraggiunge una Benetton con la livrea di fine anni '80.
Per effetto delle ferite riportate, diviene un Jos Verstappen che non ci ha creduto abbastanza. Avrebbe potuto generare un discendente che potesse prendersi le soddisfazioni che a lui sono mancate, ma non avendo figli decide di farlo lui stesso, lasciandoci nel dubbio: non sarebbe stato meglio se si fosse semplicemente auto-abbandonato in autogrill?
Divenuto uno squattrinato giocatore d'azzardo che vive a bordo di un camper perché non possiede più una casa, fa l'eroe alla 24 Ore di Daytona in cui il suo team vince solo grazie a lui, poi ottiene un ingaggio per tornare in Formula 1 dopo trent'anni, nella squadra Apex GP, che è alla terza stagione ed è una sorta di Caterham piena di debiti, che non ha ottenuto alcun punto, ma ha la certezza della vittoria imminente. Per qualche motivo, in un mondo in cui ci sono piloti disposti a sborsare milioni per gareggiare in Formula 1, i piloti scappano a gambe levate dalla suddetta squadra, nonostante questa squadra addirittura li paghi.
Scappano tutti ma non lui: Joshua Pearce rookie ultratrentenne, con la madre costantemente al seguito e di cui viene millantata a ogni soffio di evento la giovane età nonostante ci siano quattro piloti contati più vecchi di lui. Descritto come estremamente talentuoso, è in realtà un pilota piuttosto scarso, ma avremo modo di vedere che Hayes non è da meno quando a nove gran premi dalla fine della stagione viene messo in pista a caso per risollevare le sorti della Apex.
Hayes e Pearce si esibiscono in una serie di prodezze memorabili. In Gran Bretagna si speronano a vicenda durante un duello acceso per la penultima posizione, dopo che Hayes ha ignorato un ordine di scuderia, dopodiché utilizzano il termine "pavone" per insultarsi. In Ungheria Hayes si rifiuta di ripartire dai box perché gli hanno messo gomme dure anziché morbide. Quando gli mettono gomme morbide e va in pista, si mette a speronare chicchesia (Kevin Magnussen, Valtteri Bottas e Sergio Perez) per spianare la strada a Pearce e provoca bandiere gialle e safety car al fine di farlo entrare in zona punti. Poi pretende dalla direttrice tecnica degli aggiornamenti che, a quanto dicono, non rispettano gli opportuni standard di sicurezza.
A Monza, quando scoppia un improvviso temporale monsonico, Hayes convince la squadra a tenere Pearce sulle gomme da asciutto. Pearce nel frattempo risalito secondo per non essersi fermato tenta una manovra folle nei confronti di Max Verstappen, esce di pista venendo scagliato in aria, finisce fuori dal circuito, la macchina prende fuoco e viene soccorso dallo stesso Hayes per poi finire in ospedale.
Mentre Pearce è infortunato, Hayes dopo essere stato insultato dalla madre di lui, combina un po' meno danni di prima, ottiene punti, ma no problem, Pearce torna dopo tre gran premi di stop - Olanda, Giappone e Messico - e tra i due c'è subito un incidente al ritorno di Joshua in Belgio (il calendario è molto ballerino), seguito da insulti e spintoni. Mi stavo un po' preoccupando del fatto che non ci fosse ancora stata una rissa, ma per quanto non sia stata particolarmente cruenta ci siamo messi in pari.
A Las Vegas, per iniziativa della direttrice tecnica, che nel frattempo ha una love story con Hayes (con mia delusione, perché speravo nella ship Hayes x madre di Pearce, visto che sono entrambi sessantenni), i due piloti si giocano a poker il ruolo di prima guida. Sì, succede proprio quello che ho scritto. A carte vince Pearce, ma la cosa diviene irrilevante dato che in gara Hayes ha il solito incidente, stavolta un gran botto con Sergio Perez, finisce in ospedale e il titolare del team - un suo vecchio avversario di nome Ruben - gli impone uno stop forzato dopo avere scoperto i danni permanenti riportati quando era ancora un Donnelly qualsiasi al volante della Lotus del 1990 in Spagna nel 1993.
Un investitore che non ne sa mezza di Formula 1 organizza una mezza spy story per danneggiare il team e costringere Ruben a venderglielo, ma il piano viene sventato da Hayes che va ad Abu Dhabi e disputa l'ultimo gran premio della stagione. Qui i due compagni di squadra partono dall'ultima fila come solito, ma risalgono nelle posizioni di vertice rallentando deliberatamente chiunque, restando però in pista verso fine gara con gomme ormai logore.
Hayes sperona Russell e si butta a muro per provocare una redflag al giro 55 di 58. Riesce a tornare ai box quindi può ripartire e lui e il suo compare hanno a disposizione gomme nuove e tre giri per battere i loro avversari. Si riparte dopo un giro di formazione per tre giri...
...
...
...wait, wait, wait. Questo è un errore bello grosso: il 55 viene completato rientrando, il giro di formazione vale come 56 in quanto dovrebbe essere ridotto un giro, quindi le tornate rimanenti dovrebbero essere due, ma chi se ne frega tanto è fentasi.
I due superano Charles Leclerc e si mettono a caccia di Lewis Hamilton. In teoria Pearce dovrebbe vincere e Hayes arrivare secondo, ma quando se la vedono brutta, Pearce va addosso a Hamilton perché Hayes possa finalmente vincere un gran premio ed essere acclamato come un eroe, per poi finire a vagare nel deserto a guidare mezzi che sembrano usciti dalla Extreme E.
La trama in estrema sintesi, riassunta in una frase: non importa se sei la squadra più scarsa e hai i due piloti più scarsi della griglia, se i tuoi piloti sono i più scorretti della storia e organizzi una ventina di mini-crashgate nell'arco temporale di pochi gran premi, magari riesci anche a vincerne uno barando, allora verrai acclamato come un eroe.
IL MIO PARERE SUL FILM // le scene di gara sono molto belle, quando non scadono in incidenti nonsense, ma siamo al livello Racing Without Plot. La trama non ha un fondamento logico, basti pensare che Hayes viene ingaggiato come pilota di Formula 1 sulla base che Louis Chiron e Philippe Etancelin vi hanno gareggiato a 50+ anni, senza considerare che ciò sia accaduto circa tre quarti di secolo fa. A ciò si aggiunge il fatto che la Apex venga presentata come una sorta di Caterham, ciò nonostante le telecronache sono *interamente* incentrate su di essa, al punto che non abbiamo nemmeno idea di chi abbia vinto il mondiale.
Il fatto che, al posto del solito eroe che smaschera i kattivihhhh che barano e poi vince, ci sia un eroe che vince barando avrebbe potuto rendere originale la trama, se si fosse dato al film un tono dark, un'atmosfera noir o se si fosse basata questa scelta su una qualsiasi idea sensata che potesse supportare questa scelta, come per esempio un protagonista desideroso di rivalsa perché in precedenza danneggiato deliberatamente dal mondo della Formula 1.
Per non parlare del fatto che Hayes e Pearce vengono dipinti come due grandi campioni senza che *nulla* li qualifichi come tali. E che in un campionato in cui perfino le violazioni più minime comportano penalità, essenzialmente questi due, Hayes in particolare, vadano avanti a sportellate, incidenti dettati dalla foga e addirittura incidenti deliberati senza subire la minima ripercussione. Pearce riceve addirittura i complimenti di Toto Wolff per la propria performance subito dopo avere speronato Hamilton per fare in modo che la Apex vincesse un gran premio con Hayes.
Quasi tutto, nella trama, riesce ad apparire come prevedibile, a parte l'errore di conteggio dei giri ad Abu Dhabi. I miei momenti preferiti? Sicuramente durante il film mi ha impressionato quello in cui inquadrano Gunther Steiner, perché ha un'espressione tale da sembrare sul punto di chiedere: "per caso volete in prestito Pietro Fittipaldi? Perché ce l'abbiamo ancora nello scantinato per ogni evenienza e sicuramente guiderebbe meglio di quei due."
Venendo invece ai dialoghi veri, mi è piaciuto questo tra una ragazza random e Joshua Pierce a un concerto che precede il GP di Las Vegas:
"Sei un pilota?"
"Sì."
"Per che squadra corri?"
"Apex."
"Mi presenti Carlos Sainz?"
Effettivamente ha molto senso che, incontrando uno sconclusionato come Pearce, una fangirl gli chieda se sia possibile incontrare il figonehhhh beliximohhhh di turno. Però, riflettendoci oggi, sarebbe ancora più bello se quella ragazza volesse fondare un team e il Sainz che vuole conoscere sia il padre, dato che ha la stessa età di Brad Pitt quindi sarebbe perfetto per la Formula 1!
Due giorni più tardi sono andata a vederlo al cinema insieme ai miei amici, uno dei quali da un anno mi aveva proposto di andare a vederlo. Siamo andati a cena alle sette di sera come dei nonni, per essere al cinema per lo spettacolo delle 20.30, e il biglietto è costato la non proprio modica cifra di 13,90 euro. L'autore della proposta ha anche preso una bibita spendendo in totale 20,90 euro, il che significa che ha pagato sette euro una Fanta. Non sono riuscita a capire se la cassiera si sia rivolta a noi dandoci del lei perché tecnicamente sarebbe la cosa più normale tra sconosciuti adulti che si incontrano a una cassa per un pagamento, oppure perché ci considerava vecchi per i suoi standard.
Ci è stato assegnato un posto accanto a dei ragazzini che hanno ruminato dei popcorn per tutta la durata del film, quindi fino all'incirca alle 23.30, e che prima del film si erano lamentati per il fatto che, essendo stato girato nel 2023/24, non ci sarebbero state inquadrature di "Aka", hanno chiamato Antonelli così. Segnalo anche che tra il primo e il secondo tempo, in bagno ho visto una ragazza in maglietta della Ferrari.
Ma il film, vi chiederete? È così eclatante come lo descrivono quelli che non hanno mai guardato un gran premio in vita loro? O è così terribile come lo descrivono invece quelli che la Formula 1 la seguono? Andiamo a scoprirlo.
LA TRAMA // Sonny Hayes è Martin Donnelly, ma siccome essere protagonisti di un botto devastante da soli non è stylish, ha un grave incidente, sempre e comunque da solo, mentre insegue la McLaren di Ayrton Senna per la vittoria al GP di Spagna 1993, mentre sopraggiunge una Benetton con la livrea di fine anni '80.
Per effetto delle ferite riportate, diviene un Jos Verstappen che non ci ha creduto abbastanza. Avrebbe potuto generare un discendente che potesse prendersi le soddisfazioni che a lui sono mancate, ma non avendo figli decide di farlo lui stesso, lasciandoci nel dubbio: non sarebbe stato meglio se si fosse semplicemente auto-abbandonato in autogrill?
Divenuto uno squattrinato giocatore d'azzardo che vive a bordo di un camper perché non possiede più una casa, fa l'eroe alla 24 Ore di Daytona in cui il suo team vince solo grazie a lui, poi ottiene un ingaggio per tornare in Formula 1 dopo trent'anni, nella squadra Apex GP, che è alla terza stagione ed è una sorta di Caterham piena di debiti, che non ha ottenuto alcun punto, ma ha la certezza della vittoria imminente. Per qualche motivo, in un mondo in cui ci sono piloti disposti a sborsare milioni per gareggiare in Formula 1, i piloti scappano a gambe levate dalla suddetta squadra, nonostante questa squadra addirittura li paghi.
Scappano tutti ma non lui: Joshua Pearce rookie ultratrentenne, con la madre costantemente al seguito e di cui viene millantata a ogni soffio di evento la giovane età nonostante ci siano quattro piloti contati più vecchi di lui. Descritto come estremamente talentuoso, è in realtà un pilota piuttosto scarso, ma avremo modo di vedere che Hayes non è da meno quando a nove gran premi dalla fine della stagione viene messo in pista a caso per risollevare le sorti della Apex.
Hayes e Pearce si esibiscono in una serie di prodezze memorabili. In Gran Bretagna si speronano a vicenda durante un duello acceso per la penultima posizione, dopo che Hayes ha ignorato un ordine di scuderia, dopodiché utilizzano il termine "pavone" per insultarsi. In Ungheria Hayes si rifiuta di ripartire dai box perché gli hanno messo gomme dure anziché morbide. Quando gli mettono gomme morbide e va in pista, si mette a speronare chicchesia (Kevin Magnussen, Valtteri Bottas e Sergio Perez) per spianare la strada a Pearce e provoca bandiere gialle e safety car al fine di farlo entrare in zona punti. Poi pretende dalla direttrice tecnica degli aggiornamenti che, a quanto dicono, non rispettano gli opportuni standard di sicurezza.
A Monza, quando scoppia un improvviso temporale monsonico, Hayes convince la squadra a tenere Pearce sulle gomme da asciutto. Pearce nel frattempo risalito secondo per non essersi fermato tenta una manovra folle nei confronti di Max Verstappen, esce di pista venendo scagliato in aria, finisce fuori dal circuito, la macchina prende fuoco e viene soccorso dallo stesso Hayes per poi finire in ospedale.
Mentre Pearce è infortunato, Hayes dopo essere stato insultato dalla madre di lui, combina un po' meno danni di prima, ottiene punti, ma no problem, Pearce torna dopo tre gran premi di stop - Olanda, Giappone e Messico - e tra i due c'è subito un incidente al ritorno di Joshua in Belgio (il calendario è molto ballerino), seguito da insulti e spintoni. Mi stavo un po' preoccupando del fatto che non ci fosse ancora stata una rissa, ma per quanto non sia stata particolarmente cruenta ci siamo messi in pari.
A Las Vegas, per iniziativa della direttrice tecnica, che nel frattempo ha una love story con Hayes (con mia delusione, perché speravo nella ship Hayes x madre di Pearce, visto che sono entrambi sessantenni), i due piloti si giocano a poker il ruolo di prima guida. Sì, succede proprio quello che ho scritto. A carte vince Pearce, ma la cosa diviene irrilevante dato che in gara Hayes ha il solito incidente, stavolta un gran botto con Sergio Perez, finisce in ospedale e il titolare del team - un suo vecchio avversario di nome Ruben - gli impone uno stop forzato dopo avere scoperto i danni permanenti riportati quando era ancora un Donnelly qualsiasi al volante della Lotus del 1990 in Spagna nel 1993.
Un investitore che non ne sa mezza di Formula 1 organizza una mezza spy story per danneggiare il team e costringere Ruben a venderglielo, ma il piano viene sventato da Hayes che va ad Abu Dhabi e disputa l'ultimo gran premio della stagione. Qui i due compagni di squadra partono dall'ultima fila come solito, ma risalgono nelle posizioni di vertice rallentando deliberatamente chiunque, restando però in pista verso fine gara con gomme ormai logore.
Hayes sperona Russell e si butta a muro per provocare una redflag al giro 55 di 58. Riesce a tornare ai box quindi può ripartire e lui e il suo compare hanno a disposizione gomme nuove e tre giri per battere i loro avversari. Si riparte dopo un giro di formazione per tre giri...
...
...
...wait, wait, wait. Questo è un errore bello grosso: il 55 viene completato rientrando, il giro di formazione vale come 56 in quanto dovrebbe essere ridotto un giro, quindi le tornate rimanenti dovrebbero essere due, ma chi se ne frega tanto è fentasi.
I due superano Charles Leclerc e si mettono a caccia di Lewis Hamilton. In teoria Pearce dovrebbe vincere e Hayes arrivare secondo, ma quando se la vedono brutta, Pearce va addosso a Hamilton perché Hayes possa finalmente vincere un gran premio ed essere acclamato come un eroe, per poi finire a vagare nel deserto a guidare mezzi che sembrano usciti dalla Extreme E.
La trama in estrema sintesi, riassunta in una frase: non importa se sei la squadra più scarsa e hai i due piloti più scarsi della griglia, se i tuoi piloti sono i più scorretti della storia e organizzi una ventina di mini-crashgate nell'arco temporale di pochi gran premi, magari riesci anche a vincerne uno barando, allora verrai acclamato come un eroe.
IL MIO PARERE SUL FILM // le scene di gara sono molto belle, quando non scadono in incidenti nonsense, ma siamo al livello Racing Without Plot. La trama non ha un fondamento logico, basti pensare che Hayes viene ingaggiato come pilota di Formula 1 sulla base che Louis Chiron e Philippe Etancelin vi hanno gareggiato a 50+ anni, senza considerare che ciò sia accaduto circa tre quarti di secolo fa. A ciò si aggiunge il fatto che la Apex venga presentata come una sorta di Caterham, ciò nonostante le telecronache sono *interamente* incentrate su di essa, al punto che non abbiamo nemmeno idea di chi abbia vinto il mondiale.
Il fatto che, al posto del solito eroe che smaschera i kattivihhhh che barano e poi vince, ci sia un eroe che vince barando avrebbe potuto rendere originale la trama, se si fosse dato al film un tono dark, un'atmosfera noir o se si fosse basata questa scelta su una qualsiasi idea sensata che potesse supportare questa scelta, come per esempio un protagonista desideroso di rivalsa perché in precedenza danneggiato deliberatamente dal mondo della Formula 1.
Per non parlare del fatto che Hayes e Pearce vengono dipinti come due grandi campioni senza che *nulla* li qualifichi come tali. E che in un campionato in cui perfino le violazioni più minime comportano penalità, essenzialmente questi due, Hayes in particolare, vadano avanti a sportellate, incidenti dettati dalla foga e addirittura incidenti deliberati senza subire la minima ripercussione. Pearce riceve addirittura i complimenti di Toto Wolff per la propria performance subito dopo avere speronato Hamilton per fare in modo che la Apex vincesse un gran premio con Hayes.
Quasi tutto, nella trama, riesce ad apparire come prevedibile, a parte l'errore di conteggio dei giri ad Abu Dhabi. I miei momenti preferiti? Sicuramente durante il film mi ha impressionato quello in cui inquadrano Gunther Steiner, perché ha un'espressione tale da sembrare sul punto di chiedere: "per caso volete in prestito Pietro Fittipaldi? Perché ce l'abbiamo ancora nello scantinato per ogni evenienza e sicuramente guiderebbe meglio di quei due."
Venendo invece ai dialoghi veri, mi è piaciuto questo tra una ragazza random e Joshua Pierce a un concerto che precede il GP di Las Vegas:
"Sei un pilota?"
"Sì."
"Per che squadra corri?"
"Apex."
"Mi presenti Carlos Sainz?"
Effettivamente ha molto senso che, incontrando uno sconclusionato come Pearce, una fangirl gli chieda se sia possibile incontrare il figonehhhh beliximohhhh di turno. Però, riflettendoci oggi, sarebbe ancora più bello se quella ragazza volesse fondare un team e il Sainz che vuole conoscere sia il padre, dato che ha la stessa età di Brad Pitt quindi sarebbe perfetto per la Formula 1!
lunedì 23 giugno 2025
Indycar 2025: #9 Gran Premio di Road America
Nel corso del fine settimana appena terminato, il campionato di Indycar ha gareggiato a Road America. I primi dieci giri della gara sono stati addirittura trasmessi in diretta su Youtube... anche se, a onore del vero, in quei dieci giri ci sono state ben tre safety car, quindi azione non troppa.
Al via il poleman Louis Foster (Rahal Letterman) è stato insidiato da Scott McLaughlin (Penske), mentre David Malukas (Foyt) qualche posizione più indietro è finito in testacoda con la prima neutralizzazione. È stato rimesso in gara, cosa non fattibile, visti i botti più grossi, per i due piloti che hanno avuto incidenti nei giri successivi, Robert Shwartzman (Prema) e Sting Ray Robb (Juncos).
Nel frattempo, nei pochi giri di bandiera verde, McLaughlin ne aveva approfittato per portarsi in testa, con Foster finito dietro anche a Kyle Kirkwood (Andretti).
I piloti del gruppo di testa sono andati ai box per la prima sosta quando al decimo giro c'è stata la SC per l'incidente di Robb, lasciando la leadership a chi si era fermato in occasione della prima SC: nuovo leader Scott Dixon (Ganassi) davanti a Pato O'Ward (Arrow McLaren) e Alexander Rossi (Carpenter). Dixon è rimasto in testa fino alla successiva sosta ai box.
Al 22° giro, Conor Daly (Juncos) è andato a sbattere, con una nuova neutralizzazione, nel frattempo Christian Lundgaard (Arrow McLaren) era in testa davanti a Felix Rosenqvist (Meyer Shank) e al poleman Foster. Dopo le soste dei piloti su finestra di pitstop differente, Dixon è tornato in testa alla gara. Poco dopo la metà gara, al 30° giro (in totale erano 55 tornate) Josef Newgarden (Penske) è stato protagonista di un incidente nel quale ha anche abbattuto dei pannelli, con conseguente ingresso della safety car.
Al restart Dixon era in testa e precedeva Rossi e Alex Palou (Ganassi) per quello che è stato un seguito relativamente tranquillo della gara. Si sono visti dei testacoda, ma non hanno generato grossi intoppi se non a chi ne era protagonista, come per esempio Lundgaard che abbiamo poi ritrovato nelle retrovie.
Dopo la terza sosta, Dixon era in testa alla gara e precedeva Palou, ma la necessità di un ulteriore pitstop a due giri dalla fine ha spianato la strada al pilota spagnolo, che è quindi tornato alla vittoria precedendo Rosenqvist e Santino Ferrucci (Foyt). Kirkwood si è classificato quarto davanti a Marcus Armstrong (Meyer Shank) e Kyffin Simpson (Ganassi) mentre Malukas ha chiuso al settimo posto, con una top-ten completata da Nolan Siegel (Arrow McLaren), dallo stesso Dixon e da Rinus Veekay (Coyne).
Foster è giunto al traguardo undicesimo davanti ai già citati McLaughlin e Rossi, con a seguire Will Power (Penske), Callum Ilott (Penske) e Colton Herta (Andretti). Tra i piloti precedentemente menzionati abbiamo O'Ward sedicesimo, davanti Christian Rasmussen (Carpenter), Devlin Defrancesco (Rahal Letterman), Graham Rahal (Rahal Letterman), Marcus Ericsson (Andretti), Daly è arrivato al traguardo ventiduesimo, precedendo Jacob Abel (Coyne), mentre l'ultimo dei classificati è stato Lundgaard.
Al via il poleman Louis Foster (Rahal Letterman) è stato insidiato da Scott McLaughlin (Penske), mentre David Malukas (Foyt) qualche posizione più indietro è finito in testacoda con la prima neutralizzazione. È stato rimesso in gara, cosa non fattibile, visti i botti più grossi, per i due piloti che hanno avuto incidenti nei giri successivi, Robert Shwartzman (Prema) e Sting Ray Robb (Juncos).
Nel frattempo, nei pochi giri di bandiera verde, McLaughlin ne aveva approfittato per portarsi in testa, con Foster finito dietro anche a Kyle Kirkwood (Andretti).
I piloti del gruppo di testa sono andati ai box per la prima sosta quando al decimo giro c'è stata la SC per l'incidente di Robb, lasciando la leadership a chi si era fermato in occasione della prima SC: nuovo leader Scott Dixon (Ganassi) davanti a Pato O'Ward (Arrow McLaren) e Alexander Rossi (Carpenter). Dixon è rimasto in testa fino alla successiva sosta ai box.
Al 22° giro, Conor Daly (Juncos) è andato a sbattere, con una nuova neutralizzazione, nel frattempo Christian Lundgaard (Arrow McLaren) era in testa davanti a Felix Rosenqvist (Meyer Shank) e al poleman Foster. Dopo le soste dei piloti su finestra di pitstop differente, Dixon è tornato in testa alla gara. Poco dopo la metà gara, al 30° giro (in totale erano 55 tornate) Josef Newgarden (Penske) è stato protagonista di un incidente nel quale ha anche abbattuto dei pannelli, con conseguente ingresso della safety car.
Al restart Dixon era in testa e precedeva Rossi e Alex Palou (Ganassi) per quello che è stato un seguito relativamente tranquillo della gara. Si sono visti dei testacoda, ma non hanno generato grossi intoppi se non a chi ne era protagonista, come per esempio Lundgaard che abbiamo poi ritrovato nelle retrovie.
Dopo la terza sosta, Dixon era in testa alla gara e precedeva Palou, ma la necessità di un ulteriore pitstop a due giri dalla fine ha spianato la strada al pilota spagnolo, che è quindi tornato alla vittoria precedendo Rosenqvist e Santino Ferrucci (Foyt). Kirkwood si è classificato quarto davanti a Marcus Armstrong (Meyer Shank) e Kyffin Simpson (Ganassi) mentre Malukas ha chiuso al settimo posto, con una top-ten completata da Nolan Siegel (Arrow McLaren), dallo stesso Dixon e da Rinus Veekay (Coyne).
Foster è giunto al traguardo undicesimo davanti ai già citati McLaughlin e Rossi, con a seguire Will Power (Penske), Callum Ilott (Penske) e Colton Herta (Andretti). Tra i piloti precedentemente menzionati abbiamo O'Ward sedicesimo, davanti Christian Rasmussen (Carpenter), Devlin Defrancesco (Rahal Letterman), Graham Rahal (Rahal Letterman), Marcus Ericsson (Andretti), Daly è arrivato al traguardo ventiduesimo, precedendo Jacob Abel (Coyne), mentre l'ultimo dei classificati è stato Lundgaard.
mercoledì 18 giugno 2025
Indycar 2025: #8 Gateway
Nello scorso fine settimana il campionato di Indycar ha gareggiato a Gateway in Illinois, il secondo ovale della stagione dopo la Indy 500. La gara prevedeva 260 giri e Will Power (Penske) ha ottenuto la pole position, per poi vedersi sopravanzare al via da David Malukas (Foyt), mentre Scott McLaughlin (Penske) si è accodato in terza posizione.
La gara è stata neutralizzata al 4° giro per un incidente di Devlin Defrancesco (Rahal Letterman) che è finito a muro. Al restart c'erano ancora Malukas, Power e McLaughlin nelle prime tre posizioni, mentre dietro di loro c'erano in lotta per la quarta piazza Josef Newgarden (Penske) e Conor Daly (Juncos).
Colpo di scena al 47° giro quando Power è finito a muro. Tutti sono andati ai box in regime di safety car e si è visto Christian Lundgaard (Arrow McLaren) fermo nella pitlane. Al restart McLaughlin era in testa davanti a Malukas e Newgarden, con questi due in lotta per il secondo posto, con Josef che ha preso la seconda piazza al 75°.
Intorno al 100° giro, dopo un giro di soste in bandiera verde, Newgarden si è portato in testa davanti a Malukas e McLaughlin ed è rimasto leader fino al 130°, quando si è ritrovato davanti la vettura incidentata di Louis Foster (Rahal Letterman) finito a muro e rimbalzato sul muro opposto. Newgarden gli è finito sopra e si è ribaltato in un incidente spettacolare che fortunatamente non ha provocato infortuni ai piloti.
Pato O'Ward (Arrow McLaren) si è trovato in testa non essendosi fermato in regime di safety car, davanti a Daly e a Kyle Kirkwood (Andretti) nelle sue stesse condizioni, a seguire Malukas e McLaughlin che invece si erano già fermati ai box. McLaughlin non ha terminato la gara.
Daly ha leaderato fino al 191° giro quando si è fermato ai box. Dopo un giro di pitstop c'è stata una safety car quando Malukas(?) ha sfiorato il muro senza danni.
Scott Dixon (Ganassi) a quel punto era in testa davanti a O'Ward, Kirkwood, Daly e Malukas, dove è rimasto fino al momento di fermarsi ai box al 238°.
Essenzialmente nei giri finali c'era chi tentava di andare il più a lungo possibile, ma dovevano comunque fermarsi ai box, compresi Callum Ilott (Prema) e Felix Rosenqvist (Meyer Shank) che abbiamo visto lottare per la prima piazza prima di rientrare.
Alla fine ha vinto Kirkwood, davanti a O'Ward, con Christian Rasmussen (Carpenter) a completare il podio. Dixon si è classificato quarto precedendo Santino Ferrucci (Foyt), mentre Daly è giunto sesto davanti a Rinus Veekay (Coyne), Alex Palou (Ganassi), Marcus Armstrong (Meyer Shank) e Robert Shwartzman (Prema) a chiudere la top-ten. Alexander Rossi (Carpenter) undicesimo ha preceduto Malukas, mentre Marcus Ericsson (Andretti) ha chiuso davanti a Lundgaard.
Rosenqvist alla fine ha chiuso sedicesimo dietro a Kyffin Simpson (Ganassi), mentre Ilott diciottesimo dietro a Colton Herta (Andretti). Nolan Siegel (Arrow McLaren), Sting Ray Robb (Juncos), Jacob Abel (Coyne) e Graham Rahal (Rahal Letterman) hanno concluso la gara nelle ultime posizioni.
La gara è stata neutralizzata al 4° giro per un incidente di Devlin Defrancesco (Rahal Letterman) che è finito a muro. Al restart c'erano ancora Malukas, Power e McLaughlin nelle prime tre posizioni, mentre dietro di loro c'erano in lotta per la quarta piazza Josef Newgarden (Penske) e Conor Daly (Juncos).
Colpo di scena al 47° giro quando Power è finito a muro. Tutti sono andati ai box in regime di safety car e si è visto Christian Lundgaard (Arrow McLaren) fermo nella pitlane. Al restart McLaughlin era in testa davanti a Malukas e Newgarden, con questi due in lotta per il secondo posto, con Josef che ha preso la seconda piazza al 75°.
Intorno al 100° giro, dopo un giro di soste in bandiera verde, Newgarden si è portato in testa davanti a Malukas e McLaughlin ed è rimasto leader fino al 130°, quando si è ritrovato davanti la vettura incidentata di Louis Foster (Rahal Letterman) finito a muro e rimbalzato sul muro opposto. Newgarden gli è finito sopra e si è ribaltato in un incidente spettacolare che fortunatamente non ha provocato infortuni ai piloti.
Pato O'Ward (Arrow McLaren) si è trovato in testa non essendosi fermato in regime di safety car, davanti a Daly e a Kyle Kirkwood (Andretti) nelle sue stesse condizioni, a seguire Malukas e McLaughlin che invece si erano già fermati ai box. McLaughlin non ha terminato la gara.
Daly ha leaderato fino al 191° giro quando si è fermato ai box. Dopo un giro di pitstop c'è stata una safety car quando Malukas(?) ha sfiorato il muro senza danni.
Scott Dixon (Ganassi) a quel punto era in testa davanti a O'Ward, Kirkwood, Daly e Malukas, dove è rimasto fino al momento di fermarsi ai box al 238°.
Essenzialmente nei giri finali c'era chi tentava di andare il più a lungo possibile, ma dovevano comunque fermarsi ai box, compresi Callum Ilott (Prema) e Felix Rosenqvist (Meyer Shank) che abbiamo visto lottare per la prima piazza prima di rientrare.
Alla fine ha vinto Kirkwood, davanti a O'Ward, con Christian Rasmussen (Carpenter) a completare il podio. Dixon si è classificato quarto precedendo Santino Ferrucci (Foyt), mentre Daly è giunto sesto davanti a Rinus Veekay (Coyne), Alex Palou (Ganassi), Marcus Armstrong (Meyer Shank) e Robert Shwartzman (Prema) a chiudere la top-ten. Alexander Rossi (Carpenter) undicesimo ha preceduto Malukas, mentre Marcus Ericsson (Andretti) ha chiuso davanti a Lundgaard.
Rosenqvist alla fine ha chiuso sedicesimo dietro a Kyffin Simpson (Ganassi), mentre Ilott diciottesimo dietro a Colton Herta (Andretti). Nolan Siegel (Arrow McLaren), Sting Ray Robb (Juncos), Jacob Abel (Coyne) e Graham Rahal (Rahal Letterman) hanno concluso la gara nelle ultime posizioni.
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