In questo fine settimana si è svolto il Gran Premio di Macao di Formula 3, per la prima volta nella storia con le vetture di Formula Regional. C'è chi ha parlato di downgrade, dato che negli ultimi anni si era svolto con vetture di Formula 3 internazionale (ovvero quella che un tempo era la GP3), ma ci terrei a ricordare che la Formula Regional altro non è che una sorta di versione contemporanea della Formula 3 Europea che ha gareggiato a Macao fino al 2018 e che, esattamente come succedeva a quei tempi, gareggiano a Macao piloti che progrediranno verso la Formula 3/ Formula 2, ai tempi note come GP3 e GP2. Doveva esserci, come categoria open wheel di contorno, anche la Formula 4 cinese (che invece costituiva il main-event in epoca covid), ma in realtà ciò non è mai accaduto. Le uniche monoposto presenti a Macao erano le Formula Regional e, come da tradizione, erano l'ultima gara della domenica pomeriggio (le 8.30 in Italia), dopo tutte le altre categorie. Prima, però, c'erano qualifiche e qualifying race, che si è svolta sabato alla stessa ora.
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Main race, pre-gara |
La pole position se l'è aggiudicata il pilota Ugo Ugochukwu (R-ace GP), pilota della McLaren Academy che dopo avere vinto in vari campionati di Formula 4, nel 2024 ha gareggiato in Formula Regional by Alpine chiudendo undicesimo in classifica piloti, con una vittoria nell'ultimo evento della stagione. Pare che per il 2025 passerà alla Formula 3 internazionale.
Pilota statunitense, ho scoperto essere di origini italiane da parte di padre, lo stilista Luca Orlandi con un passato nel motorsport (pare che nel 2012 abbia anche testato una indycar) e nigeriane da parte di madre, la modella Oluchi Onweagba, dalla quale sembra avere ereditato la statura molto elevata, cosa che potrebbe non essere ottimale per un pilota.
Ho cercato di scoprire da dove salti fuori il cognome Ugochukwu dato che i genitori si chiamano in modo diverso, ma tutto ciò che ho scoperto è che il nome completo è Ugo Ugochukwu Orlandi e un utente di Xwitter ha ipotizzato che Ugochukwu sia un middle name (e che, di conseguenza, sia un caso simile a quello della Figueiredo che gareggiava negli States come Ana Beatriz).
Alle spalle di Ugochukwu si sono qualificati Oliver Goethe (MP Motorsport), Noel Leon (Pinnacle Motorsport), Enzo Deligny (R-ace GP), Mari Boya (Pinnacle Motorsport), Cooper Webster (Evans GP), Freddie Slater (Theodore/Prema), Theophile Nael (Sainteloc Racing), Evan Giltaire (ART Grand Prix) e Matteo De Palo (PHM Racing) a completare i primi dieci per la griglia della qualifying race.
A seguire c'erano Rashid Ad Dhaheri (PHM Racing), Jin Nakamura (TOM's Formula), Mattia Colnaghi (MP Motorsport), James Wharton (ART Grand Prix), Dino Beganovic (Theodore/Prema), Valerio Rinicella (MP Motorsport), Alexander Abkhazava (Sainteloc Racing), Alex Dunne (Theodore/Prema), Sota Ogawa (TGM Grand Prix), Tuukka Taaponen (R-ace GP), Tiago Rodrigues (Evans GP), Liu Ruiqi (PHM Racing), Rikuto Kobayashi (TOM's Formula), Jett Bowling (Kiwi Motorsport), Rintaro Sato (TGM Grand Prix), Kai Daryanani (Evans GP) e Kanato Le (ART Grand Prix).
Piccola curiosità: Rintaro Sato è il figlio di una nostra vecchia conoscenza, Takuma definito come un pilota skarsohhhh e inconcludente da un po' di fenomeni su Zuckenbook. A questo proposito vorrei ricordare che Takuma Sato ha vinto due volte la Cinquecento Miglia di Indianapolis, nel 2017 e nel 2020.
La qualifying race prevedeva dieci giri, preceduti da un formation lap nel quale Boya è rimasto fermo, poi ha superato vetture a random, prima di andare a rintanarsi in pitlane da dove è partito. La sua manovra gli sarebbe costata la bandiera nera e, di conseguenza, l'ultima piazza in griglia nella main race, più indietro anche di Ogawa e Taponen che ci hanno salutati subito al via, andando entrambi a sbattere contro le barriere alla partenza.
In sintesi, subito bandiere gialle e poi la safety car, con Ugochukwu stabilmente in testa e destinato a rimanerci quando la safety car si è tolta di torno. Sarebbe comunque rientrata molto presto a causa di un incidente di Colnaghi, per poi avere la gara redflaggata perché ha iniziato a piovere. Erano stati completati sette giri e per qualche motivo si è deciso di fare il restart, una ventina di minuti dopo, dietro safety car... la quale è rimasta fino alla bandiera a scacchi, sotto la quale sono passati in successione Ugochukwu, Goethe, Leon, Slater, Deligny, De Palo, Wharton, Al Dhaheri, Giltaire, Beganovic, Nael, Dunne, Nakamura, Rinicella, Webster, Sato, Rodrigues, Bowling, Le, Daryanani, Kobayashi, Riuqi e Alkhazava.
La gara della domenica prevedeva quindici giri ed è iniziata dietro safety car, perché era piovuto in precedenza e c'erano zone bagnate sul tracciato, griglia compresa. Non c'è stato quindi il formation lap e, al termine del primo giro, la safety car si è levata di torno, in modo che potessero esserci quattordici giri di pura azione, senza ulteriori interruzion-... wait, wait, wait, potrebbe essere un'ambizione troppo altisonante su un circuito così stretto e una mandria di ragazzini scatenati, una parte dei quali destinata a cambiare mestiere, al volante di ventisette monoposto.
Eppure tutto sembrava finare liscio, Ugochukwu allungava nei confronti dei diretti inseguitori... e niente, dietro qualcuno aveva altri progetti, tipo un'ammucchiata di grande classe alla Lisboa. Non è inconsueto che in quella curva qualcuno sbatta e altri, colti di sorpresa, gli finiscano addosso. Succede anche ai migliori... e dico in senso letterale, perché vent'anni fa, nel 2004, contro quelle barriere ci finì Nico Rosberg, giusto per vedersi piombare addosso Lewis Hamilton. Rosbilton vibes. <3 Quelli, però, almeno erano solo due, il che non è esattamente quanto successo stamattina.
Fuori Wharton, Giltaire, Sato, Rodrigues, Bowling, Le e Daryanani, mentre Kobayashi è riuscito a ripartire. La gara è stata redflaggata e anche oggi si è capito che sarebbe stata una lunga mattinata! Tra una cosa e l'altra, tre giri risultavano completati quando le vetture sono rientrate in pitlane, con dodici giri ancora da percorrere, oltre venti minuti più tardi.
La ripartenza è avvenuta dietro safety car e, quando questa è uscita di scena, è rientrata subito dopo a causa di un incidente di Ruiqi. E successivamente ce n'è stata un'altra per un incidente di Owasa, con tanto di due giri ancora da completare quando la vettura di sicurezza è rientrata in pitlane.
Tra un restart e l'altro, Ugochukwu nel frattempo non aveva avuto nessuno che insidiasse la sua leadership e nulla lasciava pensare che ciò avvenisse nel finale, con Goethe a lieve distanza e dietro Leon e Slater a lottare per il gradino più basso del podio. Al restart, ancora una volta Ugochukwu ha mantenuto senza problemi la testa della gara, mentre Nakamura è andato a sbattere, ma la gara per il momento è proseguita, tanto che quando è iniziata l'ultima tornata c'è stato anche un ulteriore incidente, di Colnaghi, senza nulla che andasse oltre la bandiera gialla locale.
La gara è stata tuttavia neutralizzata, e definitivamente, quando Slater, arrivando lungo dopo un attacco su Leon, ha sbattuto contro le barriere della Lisboa. Con il risultato congelato, Ugochukwu ha vinto davanti a Goethe e Leon, con la top-ten completata da Deligny, De Palo, Al Dhaheri, Webster, Dunne, Boya e Beganovic. Hanno completato la gara nelle posiziono retrostanti Abkhazava, Taponen, Rinicella, Nael e Kobayashi.