venerdì 5 agosto 2022

We believe in Lehstappen // GP Italia e Portogallo 1994

Miei cari launch control sulla cui legalità si dibatte, oggi ci spostiamo nei mid-90s. Siamo in un'epoca di tempi già cupi, in cui è palese a ogni iNsAiDeR che segue le gare dall'interno (l'interno è quello del bar, probabilmente) che ormai il pilota non conta più, ma conta solo la macchina. Visto il race ban di Michael Schumacher, è esattamente quello che sono chiamati a dimostrare il suo compagno di squadra Jos Verstappen e il suo ex compagno di squadra declassato a riserva tornato in auge per guidare al suo posto J.J.Lehto. Ora non ho dubbi che i Lehstappen diano il massimo per dimostrare che chiunque vincerebbe al volante di una Benetton, ma così, a intuito, non è esattamente il messaggio che passa.
Attenzione, però, ci sono anche altri messaggi che passano, ovvero che i ferraristi siano condannati alla sofferenza, visto quello che accadrà, in particolare a Monza ma per non farci mancare niente neanche a Estoril. Quindi, se siete tifosi della Ferrari oppure se siete Jean Alesi in persona (non che il suo collega Gerhard Berger se la passi tanto meglio, ma diciamo che almeno se la passa meno peggio), ponderate accuratamente la possibilità di scappare a gambe levate urlando che perfino un neonato di dieci giorni capirebbe che qualunque persona saggia dovrebbe stare il più lontana possibile da Maranello. Considerato che il giorno in cui si corre a Monza sono passati esattamente dieci giorni dalla nascita di Carlos Sainz Jr, non tutti i neonati di dieci giorni sembrano avere seguito alla lettera questa buona norma, ma nevermind, siamo nel 1994 e non sappiamo non solo chi sia Carlos Sainz Jr, ma nemmeno chi sia il suo idolo Fernando Alonso.

ITALIA - Jean Alesi ottiene la pole position davanti a Gerhard Berger, e già questo non è un buon segnale, perché mantenere la domenica le premesse del venerdì/ sabato sarà molto dura, dovendo già iniziare con il grande dubbio esistenziale "siamo 1/2, come facciamo a perdere la gara con entrambe le macchine". Dietro alla coppia Alesi/ Berger ci sono le Williams con in mezzo, al quarto posto, la Lotus di Johnny Herbert. Attenzione perché anche essere Herbert non è il massimo: la posizione è un raggio di luce in un periodo cupo in cui la Lotus sta andando alla ricerca del primo punto stagionale e partire al quarto posto è qualcosa di molto top. Purtroppo al via c'è un incidente che coinvolge numerose vetture, una di queste è quella di Herbert ed è costretto a prendere il restart (perché la gara viene redflaggata) con la vettura di riserva dalla pitlane, venendo in seguito costretto al ritiro da un guasto.
L'artefice della carambola in partenza è Eddie Irvine: il pilota della Jordan infatti parte like a boss facendo il vuoto, il problema è che in quel vuoto c'è anche Herbert. Le Ligier vengono coinvolte, Olivier Panis proprio nell'incidente, Eric Bernard in maniera più marginale, dietro si genera il caos e anche la Larrousse di Erik Comas e la Sauber di Andrea De Cesaris si ritrovano incidentate. Come penalità per l'incidente innescato, Irvine viene spedito in ultima posizione per il restart. Al momento del restart tutto sembra filare liscio per le Ferrari (ma non per altri più indietro, dato che si segnala un altro incidente), Alesi si appropria del comando seguito da Berger, peraltro protagonista alla mattina di un incidente nel warm-up nel quale fortunatamente è rimasto illeso.
Per Alesi tutto fila liscio fintanto che non è il momento del rifornimento. Quando va per ripartire, la vettura sembra non ripartire affatto ed è costretto al ritiro. Di due Ferrari in prima e seconda posizione ne rimane quindi solo una. Ancora una volta è la pitlane il luogo dei problemi e la sosta si rivela più lunga del previsto per non fare un unsafe release ai danni di Panis che si sta fermando a sua volta. Berger subisce overcut da parte delle due Williams, con a loro volta un overcut tra di loro: David Coulthard si ritrova al comando davanti a Damon Hill, ma dopo una provvidenziale citofonata dai box si leva di mezzo e inizia a seguire il compagno di squadra come un'ombra, mentre Berger un po' più distante cerca di raggiungerli, senza riuscirvi.
Solo nel finale, quando Coulthard rimane senza benzina un giro prima del finale della gara, Berger riesce a riappropriarsi almeno della seconda piazza, mentre le McLaren di Mika Hakkinen e Martin Brundle chiudono al terzo e al quinto posto con in mezzo a loro la Jordan di Rubens Barrichello. Coulthard viene classificato sesto, davanti ai doppiati Bernard, Comas, Lehto e Panis: è stata una gara ad elevato attrition rate, non solo per incidenti ma anche per guasti, e solo dieci vetture sono considerate classificate. Lehto, partito ventesimo, chiude nono dopo una gara con due soste e uno stop and go per eccesso di velocità nella pitlane.
Verstappen qualificato decimo dopo avere riportato un danno alla vettura, è finito alla seconda partenza in un incidente con la Footwork di Gianni Morbidelli e la Lotus di Alessandro Zanardi, innescato da una foratura che fa perdere il controllo della monoposto a quest'ultimo. Questo incidente ha portato tutti e tre al ritiro senza avere completato nemmeno un giro. Nessun punto quindi per la Benetton, che in vista del gran premio successivo si rende protagonista di un episodio piuttosto curioso: viene testata da un giovane pilota di Indycar con gli occhiali spessi come fondi di bottiglia. Quel pilota di Indycar è nientemeno che Paul Tracy!

PORTOGALLO - stavolta è Berger a partire dalla pole position, precedendo le Williams, la McLaren di Hakkinen e la Ferrari del compagno di squadra. A proposito di McLaren, si attendeva l'annuncio dell'ingaggio di Barrichello per la stagione seguente, ma alla fine Rubinho ha optato per prolungare il suo contratto con la Jordan. Chissà, se si fosse spostato a Woking magari un giorno sarebbe riuscito a vincere un mondiale con la McLaren battendo Schumacher, ma non sapremo mai come sarebbe andata! Sappiamo però come vanno le cose per i ferraristi del 1994 e Berger passa in testa una manciata di giri. Poi la sua vettura lo abbandona. Alesi nel frattempo risale in terza posizione alle spalle delle Williams, avendo superato Hakkinen alla partenza. Si ritirerà più avanti nella gara a causa di un incidente mentre sta doppiando David Brabham. Forse il pilota della Simtek non è proprio lesto a cedergli la strada, ma sembra che Alesi finisca a ruote bloccate e gli cozzi contro.
Torniamo al primo stint, con il ritiro di Berger e le Williams 1/2. In prima posizione c'è tuttavia Coulthard, che ha sopravanzato Hill alla partenza e percorre in testa praticamente il primo stint. Il suo compagno di squadra, tuttavia, punta a vincere il mondiale e se dovesse vincere la gara si porterebbe a -1 in classifica da Schumacher, quindi ovviamente Coulthard stavolta vince l'anno prossimo (il che non è detto a caso, proprio a Estoril otterrà la sua prima vittoria nel 1995). Quando Hill attacca Coulthard, questo non si difende e si accontenta della seconda posizione, il suo primo podio nella sua ultima gara della stagione (per le ultime tre tornerà Nigel Mansell già presente al GP di Francia). Terzo si piazza quindi Hakkinen, posizione che mantiene fino al traguardo salendo ancora una volta sul podio. Barrichello chiude quarto precedendo in zona punti Verstappen e Brundle.
Il quinto posto di Verstappen, partito ancora una volta decimo, porta due punti alla Benetton, gli unici due conquistati in questi due gran premi senza Schumacher. Lehto non pervenuto, nel senso che proprio non giunge alla bandiera a scacchi: partito dalla quattordicesima posizione, senza mai avere fatto nulla che portasse a pensare a una sua immediata risalita in zona punti, finisce la gara a seguito di un incidente. Dopo questa gara la Benetton, in testa al mondiale costruttori fino a Monza, perde la leadership della classifica ritrovandosi a -2 alle spalle della Williams. Gli iNsAiDeRs dall'interno del bar probabilmente stanno iniziando a maturare il dubbio che non basti mettere i Lehstappen al volante delle Benetton per vincere il mondiale.

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Milly Sunshine