lunedì 1 agosto 2022

Back to 1986: la prima vittoria della Benetton

Alla sua prima stagione dopo avere rilevato la Toleman, il team Benetton si è tolto diverse soddisfazioni, compreso il primo podio già nelle prime fasi della stagione. Poi, in Austria e Italia, sono arrivate due pole per mano di Teo Fabi, che purtroppo non si sono tradotte in nulla di concreto. Idem la gara di Gerhard Berger, leader per tutto il primo stint a Zeltweg, si è conclusa mestamente. Nell'ultimo appuntamento europeo, che si svolge in Portogallo a Estoril, tuttavia, Berger inizia la gara in terza posizione, alle spalle di Nigel Mansell e Ayrton Senna - quest'ultimo, partito dalla pole, viene sopravanzato subito dal pilota della Williams. La gloria di Berger, tuttavia, non dura molto a lungo: viene infatti risucchiato dagli inseguitori ed è costretto ad accodarsi in bassa zona punti.

Il duo di testa non cambia, anche se i due non sono molto vicini, seguono poi Nelson Piquet, Alain Prost e Keke Rosberg, almeno prima del ritiro ritiro di quest'ultimo per un guasto al motore. Curiosità: le McLaren sfoggiano colori diversi, Prost quella solita bianco-rossa (la classica livrea Marlboro), Rosberg una livrea one-off bianco-gialla (livrea Marlboro Light). Fuori Rosberg, i primi quattro rimangono invariati, sia nel primo sia nel secondo stint. Resteranno tali fino a quasi fine gara quando Senna resterà senza benzina a un giro dalla fine venendo classificato quarto. Sul podio con Mansell ci andranno quindi Prost e Piquet. Le Ferrari di Michele Alboreto e Stefan Johansson chiudono in quinta e sesta posizione, dopo che Johansson è stato protagonista del ritiro di Berger.

Tra i due, infatti, c'è stato in precedenza un incidente mentre lottavano per il quinto posto, costato a Berger il ritiro e a Johansson una posizione nei confronti di Alboreto. Con il ritiro di Berger, le speranze della Benetton sono tutte con Fabi, che però si trova al settimo posto nelle fasi conclusive e verrà classificato ottavo dopo avere finito la benzina anzitempo - un grande classico dei mid-80s quello di rimanere a piedi ogni tre per due. Per intenderci, il GP del Portogallo non fa certo parlare di sé per la Benetton. In realtà neanche per la gara in sé, le cose più celebri accadute in Portogallo 1986 sono: 1) un servizio per la TV britannica in cui Murray Walker sta nell'abitacolo di una Williams con ai lati Mansell e Piquet che per esigenze TV fingono di essere best friend forever, 2) la foto di gruppo.


In Portogallo Senna, Prost, Mansell e Piquet erano ancora tutti in lotta per il titolo, ma a fine gara l'aritmetica ha condannato Senna, che arriva a Città del Messico ormai fuori dai giochi. Parte comunque dalla pole position e per la gara può ancora dire qualcosa, almeno finché la gara non parte e viene superato da Piquet ritrovandosi secondo. Seguono Berger e Prost, ma il pilota della McLaren supera quello della Benetton e si lancia anche a caccia di Senna. Mansell, invece, a causa di un errore commesso nelle prime fasi di gara è chiamato a rimontare dalle retrovie, riuscendo anche a risalire in zone abbastanza presentabili. La vera battaglia, tuttavia, non sembra tra piloti o tra team, quanto piuttosto tra fornitori di gomme: i gommati Goodyear soffrono, i gommati Pirelli sembrano cavarsela alla grande.

È così che emerge Berger, che arriva a portarsi in testa alla gara perché è l'unico del gruppetto dei primi che non effettua soste - giusto per andare da un estremo all'altro l'iniziale leader del gran premio, Piquet, di cambi gomme ne effettua ben tre. Il pilota austriaco - che sta prendendo parte alla gara con sintomi influenzali e la febbre a trentotto - stavolta non è colpito da sventure varie e in un colpo solo andrà a ottenere la prima vittoria sia per sé sia per la Benetton come squadra. Sul podio con lui saliranno Prost e Senna in seconda e terza posizione. Piquet si trova sesto e Mansell settimo fino a pochi giri dalla fine, ma eccoli che guadagnano due posizioni ciascuno in un colpo solo grazie al ritiro dei due piloti che avevano davanti: quinto c'era infatti Johansson che ha rotto il motore ed è stato costretto a parcheggiare.

Giornata terribile per la Ferrari, anche Alboreto infatti si è già ritirato da molto tempo per problemi di motore. Per fortuna nel momento stesso in cui Johansson si ritira, i ferraristi assistono a una scena consolatoria: una Brabham va a sbattere, Riccardo Patrese si ritira invece di appropriarsi della posizione perduta del pilota svedese! Gli imolesi al gran completo come minimo esultano davanti alla TV. Sesto giunge Philippe Alliot, che dopo la gara viene subito accerchiato da Stefan Johansson e dal compagno di squadra René Arnoux, che ha a sua volta rotto il motore: i due vorrebbero essere scarrozzati in pitlane invece di doversela fare a piedi. Alliot non ha nulla in contrario, il serbatoio della sua vettura invece ha molto in contrario: finisce la benzina e Johansson, Arnoux e Alliot sono tutti a piedi.


Il terzetto non si scoraggia affatto, tutto quello che c'è da fare è trovare un altro che scarrozzi tutti quanti. Johansson quindi si sbraccia tentando di fermare il primo malcapitato di turno, raggiunto da Arnoux e poi anche da Alliot quando questo scende dalla Ligier ormai sprovvista di carburante. Il malcapitato di turno è Piquet, che li carica tutti e tre, Johansson e Arnoux con le chiome al vento, Alliot con il casco in testa, e si dirige verso la pitlane. O almeno è quello che possiamo immaginare, mi auguro che dopo quella sistemazione non rimangano di nuovo tutti a piedi! Tra i tanti episodi analoghi, sembra l'unico della storia in cui addirittura in tre vengono portati ai box caricati sulla stessa monoposto (in precedenza era capitato che Jacques Laffite scarrozzasse contemporaneamente Alain Prost e Niki Lauda).

In sintesi, vince Berger ma nessuno prende in considerazione Berger... anche perché obiettivamente il mondiale viaggia verso la sua conclusione e sono ben in tre i piloti ancora in lotta per il titolo, ovvero il duo della Williams e Prost. Mansell è in testa, con sei punti più di Prost e sette più di Piquet. Sembra pericolosamente vicino alla vittoria del titolo, invece è a una foratura di distanza dalla sconfitta. Questa, però, è un'altra storia che vi ho già raccontato parecchio tempo fa (durante i rewatch ufficiali del 2020), quindi per il momento ci fermiamo qui. Nello specifico, comunque, del 1986 ho ancora parecchie cose da raccontarvi, praticamente tutta la prima metà della stagione o poco ci manca. Non temete, arriverà il momento per tutto, prima o poi. Per oggi, però, ci salutiamo con Berger e il Messico.


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Milly Sunshine