sabato 20 agosto 2022

Alain Prost vs il serbatoio vuoto: la sfida continua // GP San Marino 1986

Carissime nonne imolesi che fanno la sfoglia invocando il nome di Patrick Tambay, forse ricorderete il finale del gran premio del 1985, con varie vetture che terminavano il carburante prima che la gara fosse finita e un susseguirsi di ritiri random. Oggi ci spostiamo nel 1986, per accertarci di come andranno le cose in questa occasione. Dalla pole position parte Ayrton Senna sulla Lotus nera sponsorizzata John Player Special, precedendo le due Williams. Le cose non potrebbero andare più diversamente per i due piloti del team di Grove: da un lato Nelson Piquet supera il connazionale portandosi in testa alla gara, dall'altro Nigel Mansell viene risucchiato dalle McLaren e poi è costretto a rientrare ai box: ha un problema al motore, la sua gara termina dopo pochi giri. Dovrà quindi aspettare ancora per sperare di vincere per la prima volta nella stagione, nonostante ci sia andato vicino in Spagna nell'evento precedente (poi ve ne parlerò, prima o poi).

Non è il solo pilota che abbiamo perso per strada, il primo è stato Alessandro Nannini della Minardi, fuori per incidente già alla partenza. Il secondo, invece, è stato l'idolo delle nonne imolesi che fanno la sfoglia, proprio Tambay: partito da una gloriosa undicesima piazza sulla Lola Haas, è costretto al ritiro per un guasto al motore già nelle primissime fasi del gran premio. Non andrà meglio al compagno di squadra Alan Jones, che si ritirerà in un secondo momento della gara. Prima di Mansell si sono ritirati anche Huub Rothengatter sulla Zakspeed, destino che più avanti nella gara toccherà anche al suo compagno di squadra Jonathan Palmer, nonché Johnny Dumfries sulla Lotus. Il peggio, tuttavia, per il team dalle vetture nere, deve ancora venire. Abbiamo lasciato Senna in seconda posizione ed ecco che viene superato dalle McLaren. Poi è costretto a rientrare ai box e anche la sua gara termina anzitempo.

Veniamo al capitolo McLaren: Keke Rosberg precede Alain Prost, anche se il francese ha brevemente occupato la posizione superando il baffuto finlandese, che però si è ripreso la seconda piazza. I due si portano all'inseguimento della Williams di Piquet e ci ritroviamo a un certo punto con le vetture molto vicine. È il cambio gomme che definisce le posizioni che i tre occuperanno nel secondo stint. Piquet è il primo a rientrare, la sua sosta è piuttosto lunga. Nel frattempo Prost si porta davanti a Rosberg, ma deve rientrare a sua volta. La sosta è molto più breve di Piquet e si porta quindi davanti al pilota della Williams. Poi è il turno di Rosberg: anche per lui ci sono problemi nella pitlane, deve quindi accodarsi al compagno di squadra, si trova comunque secondo davanti a Piquet. Siamo a metà gara adesso, la Ferrari di Michele Alboreto è al quarto posto e in sesta posizione c'è René Arnoux sulla Ligier, unica rimasta in pista dopo il ritiro di Jacques Laffite.

Arnoux è risalito in sesta posizione dopo le soste delle Benetton. Abbiamo visto in precedenza anche un duello tra Teo Fabi e Gerhard Berger dal quale quest'ultimo è uscito vincente... in tutti i sensi, in realtà, perché Fabi è uno dei tanti piloti che vengono costretti al ritiro, tra i quali figurano anche Elio De Angelis (Brabham), Andrea De Cesaris (Minardi), Christian Danner (Osella) e Philippe Streiff (Tyrrell)... poi viene la volta dello stesso Arnoux, sulla cui vettura pare staccarsi una ruota, ragione che lo costringe a parcheggiare. Si aggiungerà ai piloti non classificati - ovvero ritirati prima di avere completato il 90% della gara - anche un altro pilota, ovvero Piercarlo Ghinzani (Osella). Al limitare del 90% ci arrivano in dieci, verranno tutti classificati, qualunque cosa capiterà prima della bandiera a scacchi. Prost prosegue imperterrito in testa, Rosberg è secondo, Piquet terzo, Alboreto quarto...

Fermi tutti, Alboreto non è più quarto: accusa infatti un problema al motore ed è costretto a rientrare ai box. Gli viene quindi assegnata d'ufficio la decima piazza, mentre la nona va alla Arrows di Marc Surer, che si trova ottavo quando finisce la benzina prima di finire la gara. Inseguiva il compagno di squadra Thierry Boutsen, che arriva settimo senza problemi, mentre l'ottavo posto va alla Tyrrell di Martin Brundle. Adesso veniamo a ciò che c'è di più interessante, ovvero la top-6. Vi ricordo Prost/ Rosberg/ Piquet, mentre al quarto posto è risalita la Brabham di Riccardo Patrese, che precede Gerhard Berger e Stefan Johansson. Aiutohhhh: una delle due vetture dietro a Patrese è una Ferrari e siamo a Imola, cosa potrà mai andare male? Il plot-twist maggiore, comunque, è quando è Rosberg a fermarsi per avere terminato la benzina, mentre capita la stessa cosa anche a Patrese. Per i loro problemi, Berger risale terzo.

Attenzione, però, perché non è finita, Prost si sta dirigendo lentamente verso la bandiera a scacchi. Appunto, lentamente: lui stesso sta per terminare la benzina. Rallenta e dietro di sé ha Berger doppiato di un giro. Quest'ultimo rallenta a sua volta per evitare di sdoppiarsi e di percorrere un giro ulteriore, mentre Prost si ferma subito dopo la linea del traguardo. Quest'anno la sua vettura non è considerata sottopeso, quindi riesce a conservare la vittoria, seguito da Piquet e Berger. Johansson, Rosberg e Patrese vengono classificati rispettivamente quarto, quinto e sesto. Torniamo però a Berger: con la sua terza posizione, il pilota austriaco dà alla Benetton il suo primo podio, un ottimo inizio di stagione per il nuovo team, un sesto posto in Brasile, un quinto e sesto posto in Spagna e adesso una terza posizione. Si può essere abbastanza certi che sentiremo parlare piuttosto a lungo di questa scuderia... e ne sentiremo parlare già in questo 1986. Anzi, ve ne ho già parlato un po' di tempo fa.



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Milly Sunshine