venerdì 29 luglio 2022

28 luglio ore 12,00: appuntamento sull'Instagram di Sebastian Vettel

Non potrebbe essere altro che un normale giovedì mattina, quello che precede un weekend di gara e in cui ci si focalizza già sul gran premio imminente, a meno che non si scelga di concentrarsi su polemiche vere o presunte relative all'ultimo evento o a ultime dichiarazioni, oppure a dichiarazioni random tirate fuori dal proprio contesto. È un normale giovedì mattina, quella del 28 luglio 2022, ma non lo è, come possono notare quelli che decidono di entrare su Instagram. Non è la prima cosa che faccio, giovedì mattina, devo mettermi in pari con le gare di Indycar del weekend passato prima di andare a lavorare, in modo da potere pubblicare in giornata il post in proposito. Poi, all'improvviso, entro sui social ed ecco sganciata una bomba micidiale: Sebastian Vettel, l'uomo anti-social per eccellenza, possiede un profilo Instagram e non è un fake, stavolta, c'è il verificato, anche se non ci sono ancora post.

Mi aggiungo come follower, commento con gli amici del forum la notizia dell'apertura del profilo, poi tra una cosa e l'altra si fanno le 10.50 ed è ora di scappare al lavoro. Metto da parte per una mezz'ora il ritiro di Vettel e quando questa mezz'ora passa sono nel parcheggio. Non c'è tempo per tornare sui social, non sono proprio all'ultimo, ma devo correre a timbrare l'entrata entro le 11.30. Entro in ufficio, non è ancora arrivato nessun ritiro quindi ho tempo di mettermi in pari con le registrazioni dei pallet e per le cose in sospeso. Poi, verso l'una, rileggo quanto scritto sulle gare di Indycar del weekend e vado sul blog a postare tutto. Poi viene il momento clou, quello in cui entro su Twitter per condividere il mio post. Ecco un'altra bomba, che fa molto più rumore di quella precedente. Vedo solo post non ufficiali, ma tutti post che parlano di una cosa sola.

Vettel è primo nei trending topic in Italia, che nella top-20 annovera diversi trend che hanno a che fare con la Formula 1: fuori gli argomenti di cui si parla di solito, cioè calciatori, politici, personaggi di reality show, cantanti di boyband, ecc... Sono le 13.00, è ora di pranzo e cerco di ricostruire cosa sia successo. Pare che nel corso della tarda mattinata il fratello di Vettel abbia annunciato un annuncio per le 12.00 e alle 12.00 Vettel ha annunciato in prima persona il proprio ritiro dalla Formula 1 a fine stagione. Profilo nuovo aperto nella notte, video in bianco e nero in cui sfoggia la sua chioma fluente - frutto non di un trapianto come dicono alcuni, a mio parere, ma di un riporto ben fatto - proprio mentre ci chiedevamo come mai avesse deciso di aprire un profilo Instagram così, da un giorno all'altro. L'ho già fatto, ma ritiro tutto quello che ho detto in passato a proposito delle sue presunte scarse doti comunicative.

Da tanti anni lo vedo come uno dei tanti, ma un tempo non era così, Vettel è stato qualcosa che nessun altro pilota poteva essere per me, non per questioni di tifo, ma per questioni anagrafiche: per me che sono classe 1988 e che a 18/19 vedevo come miei coetanei solo quelli che avevano al massimo un anno di differenza, è stato il primo pilota della mia età a debuttare in Formula 1, una sorta di passaggio verso la mia generazione, che ha disputato il suo primo gran premio nel periodo in cui io facevo l'esame di maturità. Un pilota della mia età in Formula 1 è stato un passaggio che ho sentito di più di quello della fine della scuola superiore, perché quello comunque era un percorso predefinito, un momento che sarebbe arrivato, il debutto di un pilota diciannovenne in Formula 1 mentre anch'io avevo diciannove anni invece era qualcosa di inatteso, qualcosa che mi portava a pensare che anche persone della mia età potevano contare qualcosa.

Non so se mi spiego, non so se spiego cosa abbia significato tutto questo per me, né se sia chiaro che, indubbiamente, a un certo punto nel corso degli anni tutto questo si è perso: tanti piloti di un'età simile alla mia, la percezione che comunque anche un 1985 o un 1990 possano essere considerati della mia generazione adesso che di anni ne ho 30+, tanti piloti più giovani e una sorta di mashup generazionale in cui mi è difficile riconoscere i piloti come appartenenti a una specifica generazione solo ed esclusivamente per questioni di età. Però, ecco, oggi, 28 luglio 2022 (post scritto giovedì, da pubblicare venerdì mattina dopo averci riflettuto su per vedere se fosse opportuno cambiare qualcosa - no, è già a posto come l'ho scritto giovedì), quelle sensazioni di giugno 2007 ritornano alla luce. Vettel è stato il primo pilota che ho visto come mio coetaneo, l'annuncio del suo ritiro a fine stagione riapre tutto.

Riapre quella fase di passaggio, oppure ne apre una del tutto nuova, mentre sono le 13.00 da poco passate e mi rendo conto che mi è passata la fame. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e cerco di mandarle indietro, perché sono decenni che vedo piloti che vanno e vengono e perché poi, ogni volta in cui qualcuno se n'è andato, mi sono sempre resa conto che tutto continuava tale e quale a prima. So che sarà così anche stavolta, ma oggi non è il futuro senza Sebastian Vettel, è il giorno dell'annuncio a sorpresa del suo ritiro, avvenuto nel più improbabile dei modi, quindi sono nella fase in cui lo vedo ancora come qualcosa che si spezza, qualcosa che sta mettendo fine a un'epoca che ho tanto amato e che forse già non esiste più, qualcosa che sta mettendo fine anche a una me stessa che c'è stata e che forse non c'è più. È un pensiero che non si schioda dalla mia testa, quando la pausa finisce, mentre sto bollettando carichi di frigo, di componenti industriali e di sanitari da toilette.


Non so cos'altro dire.
Buona fortuna Vettel, pare troppo banale?
No, non va bene, non è solo banale, ma è anche fuori luogo.
Sta per andarsene, sta per mettere deliberatamente fine alla propria carriera, forse per dedicarsi a qualcosa che fa maggiormente parte della sua vita.
Non è lui quello a cui bisogna dire buona fortuna.
Vettel, auguraci buona fortuna, a noi che continueremo a seguire una Formula 1 diversa da quella di cui una volta facevi parte.
Questo forse è meno banale, e voglio concludere così questo post.



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Milly Sunshine