domenica 8 maggio 2022

In memoria di Gilles Villeneuve // 18.01.1950 - 08.05.1982

Esiste una tipologia di soggetti che non smetterà mai di stupirmi in negativo ed è quella del clan "quando in Formula 1 c'erano i very uominy". Questi scellerati individui sembrano moltiplicarsi velocemente tanto quanto le cavallette e hanno la malsana abitudine di fare uscite a sproposito avendo cura di scegliere sempre solo ed esclusivamente i momenti meno opportuni per esprimere il proprio spassionato punto di vista. Mi sono imbattuta in uno di questi soggetti mentre mi documentavo per scrivere questo post. O meglio, mi sono imbattuta in questo soggetto mentre mi documentavo per scrivere un post per commemorare il quarantesimo anniversario della morte di Gilles Villeneuve, nel quale non pensavo avrei inserito un'invettiva contro questo tipo di soggetti.

L'incidente è avvenuto nella seconda sessione di qualifiche del GP del Belgio, che si disputava ai tempi sul circuito di Zolder, quando il pilota della Ferrari, dopo un impatto con la Arrows di Jochen Mass, si è alzato da terra e nel corso del volo è stato sbalzato fuori dalla monoposto venendo scagliato contro le reti del circuito. Dell'incidente esistono inquadrature abbastanza di sfuggita - anche perché la regia del posto in genere non disponeva di un gran numero di telecamere ed erano inquadrati pressoché sempre gli stessi punti della pista - ma esattamente come era tipico del 1982 tali immagini non erano né filtrate né censurate. Di conseguenza, in una sintesi del suddetto gran premio trovata su Youtube, credo trasmessa dalla TV inglese in forma sintetica, è stato inserito anche l'incidente.

Qualcuno nei commenti osservava che era strano pensare che al giorno d'oggi un riassunto di una gara potrebbe contenere anche simili immagini, e credo che questa sia una cosa che possa essere affermata in termini completamente neutri. Come ho già detto in altre occasioni, fintanto che si tratta di immagini mostrate a scopo di informazione o di analisi delle cause o della dinamica di un incidente, non ho nulla in contrario. Però, poi, tra i commenti, ne ho trovato anche uno che mi sembrava piuttosto morboso e alquanto preoccupante, uno dei sostenitori della teoria dei piloty very uominy elevata alla massima potenza, per intenderci, di quelli che senza mezzi termini elogiano la Formula 1 vintage attraverso la glorificazione della morte. Non vedo infatti in che altro modo si possa definire un commento con questo contenuto:


"Vera F1 e vere morti in F1! Sì, c'è un cadavere e curiosiamoci intorno. Niente politically correct ai tempi, trattateci semplicemente da adulti, adesso i cuori sanguinanti dei millennial hanno bisogno di carezze speciali." Essenzialmente questa persona sta affermando tra le righe di provare appagamento nel vedere incidenti mortali e sta criticando le generazioni più giovani perché non provano lo stesso tipo di appagamento? E quindi, di conseguenza, sta estendendo il concetto di very uominy anche agli appassionati. Non so, possibile che quando ha sentito il bisogno di scrivere un commento non avesse niente di più sensato o di più normale da dire? E dire che di spunti di riflessione ce n'erano, c'era una sintesi della gara a disposizione, se voleva dire qualcosa che non fosse a sproposito e che non facesse venire voglia di strapparsi i capelli.

A proposito, la gara in sé ha seguito un copione abbastanza tipico di quella stagione. È iniziata con le Renault in prima fila, ma con qualche difficoltà fin dalle prime battute: Arnoux si è portato in testa davanti alla Williams di Rosberg, ma è durato pochi giri prima del ritiro, mentre Prost, scivolato al via dietro a Rosberg stesso, ha perso nel corso della gara altre posizioni prima di essere a sua volta costretto al ritiro. Rosberg ha fatto gara pressoché a sé per buona parte della gara, con Lauda installato in seconda posizione e De Cesaris (unica Alfa Romeo rimasta in pista dopo un incidente al via tra Giacomelli e Salazar) a lungo in terza posizione. Poi è passato anche davanti a Lauda e si avvicinava a Rosberg quando si è ritirato non inquadrato e per motivi non chiariti in telecronaca (problemi al cambio).

Si sono viste nelle parti più basse della zona punti a vario titolo le Brabham (poi Patrese si è ritirato e Piquet ha perso posizioni), le Ligier (anche in lotta tra di loro a un certo punto - Laffite però è stato costretto al ritiro, mentre Cheever ha proseguito), la Williams di Daly (poi ritirato), ma partito dalla decima posizione, Watson risaliva sempre più verso le posizioni alte della classifica. Ha anche superato Lauda e si è portato verso la fine della gara ormai negli scarichi di Rosberg. Il finlandese ha commesso un errore mentre cercava di tenerlo dietro e al penultimo giro ha perso la leadership, dovendosi accontentare del secondo posto. Lauda è giunto terzo al traguardo, ma una successiva squalifica per irregolarità tecniche ha consegnato la terza posizione a Cheever, che così è salito per la prima volta sul podio, anche se solo in senso metaforico.

La sintesi finiva con un'intervista post-gara al vincitore (dietro al quale si vedeva sullo sfondo un tizio che stava fumando la pipa), nel quale gli è stato chiesto quale fosse lo stato d'animo dei piloti nel disputare un gran premio all'indomani di un incidente mortale. Watson ha parlato del fatto che i piloti sanno dei rischi a cui vanno incontro, in tono piuttosto calmo e pacato. Ecco, non se risponderebbero nello stesso modo e in tono così distaccato i piloti di oggi, ma penso che tutto abbia una spiegazione. I piloti di un tempo erano quasi abituati alla morte, quelli di oggi no. Non significa che quelli di un tempo fossero very uominy e quelli di oggi no, significa che quelli di oggi danno abbastanza per scontato che torneranno a casa vivi... e niente, per quanto mi sforzi non capisco come ciò possa apparire negativo a chi se ne esce con un certo tipo di commenti.


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Milly Sunshine