domenica 1 maggio 2022

In memoria di Ayrton Senna /// 21.03.1960 - 01.05.1994

Oggi mi sembra doveroso ricordare Ayrton Senna, deceduto esattamente ventotto anni fa dopo un incidente avvenuto al settimo giro del GP di San Marino 1994, e lo farò ripercorrendo tutti gli eventi di quel weekend, non con la mentalità di oggi, ma con quella dell'epoca.
Mi spiego meglio: vi racconto come è stato raccontato ai tempi, dopo essermi documentata in tal senso con la visione di un estratto della prima sessione di qualifiche, quella del venerdì (telecronaca inglese Eurosport, in cui una delle voci narranti era quella di John Watson) che non ho trovato in versione completa, l'intera seconda sessione di qualifiche (telecronaca brasiliana Globo), che combinata con i tempi di quella del venerdì dava la griglia di partenza, il warm-up ovvero la sessione di prove libere che si svolgeva la domenica mattina (telecronaca Rai), infine la gara (di nuovo telecronaca Eurosport).
Ho optato per questa decisione anche per sfatare certi luoghi comuni che si sono diffusi negli ultimi due decenni, oltre che per partire da un dato di fatto: la stagione 1994 è iniziata con un cambio regolamentare e vetture che non sembrano propriamente compatibili con i circuiti utilizzati. Ci sono già stati almeno due infortuni, in sessioni di test: Jean Alesi è ancora assente, sostituito da Nicola Larini, per una lesione al collo (stando a quanto da lui affermato nel 2009, una diagnosi simile a quella dell'incidente in moto di Michael Schumacher), mentre per motivi molto simili J.J.Lehto è stato sostituito nei primi due gran premi stagionali da Jos Verstappen e si appresta all'esordio stagionale sulla Benetton.

VENERDÌ 29.04 - mentre alla mattina si sono svolte due sessioni di prove libere della durata totale di un'ora e mezza, alle 13.00 si svolge la prima ora delle qualifiche. Le vetture scendono in pista, prima piloti random, poi in un secondo momento anche quelli importanti. L'inizio è tranquillo, il punto di massimo climax sembra un testacoda di Olivier Beretta sulla Larrousse con livrea "alcolica" bicolore asimmetrica che in alcuni gran premi è sostituita da una completamente diversa.
Poi si inizia a fare sul serio, Schumacher scende in pista e ottiene il miglior tempo, ma non per molto. Viene infatti battuto subito dopo da Senna che va oltre un decimo più veloce. Subito dopo, tuttavia, arriva il grosso colpo di scena: viene inquadrata una vettura che dopo un forte schianto è nel mezzo di un cappottamento multiplo. Quando si ferma, ne viene esposto il fondo e non è chiaro né il pilota né tantomeno la squadra.
I soccorsi giungono sul posto immediatamente. Segue una scena abbastanza cruda, in cui la monoposto viene sollevata e girata quasi con violenza, cosa che ricordo in passato avere lasciato scosse alcune persone che commentavano l'incidente su Youtube. Si vede la testa del pilota ondeggiare. La vettura è una Jordan e quello è il casco del pilota più giovane in griglia, il 21enne Rubens Barrichello.
Proprio quell'azione così rapida nel ribaltare la monoposto, anche se in questo momento (nel senso di presente storico) non lo sappiamo, è probabilmente ciò che l'ha salvato: a causa dell'inghiottimento della lingua, Rubinho stava soffocando. Le immagini che di vedono dopo, ad oggi (nel senso di 2022) non ci sembrerebbero tanto rassicuranti, ma nel 1994 sì: il pilota viene assistito all'interno dell'abitacolo, lasciando intendere che sia vivo e che non sia in pericolo di vita.
L'estratto di questa sessione si conclude con Barrichello che, dopo essere stato caricato su una barella, viene portato in ambulanza al centro medico del circuito. Si vedono frattanto numerosi replay dell'incidente: Barrichello ha preso in un cordolo alla Variante Marlboro (altresì nota come Variante Bassa), la vettura si è sollevata ed è andata a impattare la cima di una barriera di pneumatici ribaltandosi e cappottando più volte. Si scoprirà che Rubens ha riportato solo una frattura al setto nasale e la slogatura di un polso.
Interviene in telecronaca Jochen Mass, che sostiene che non è sorpreso di un ulteriore incidente notevole visto quanto già accaduto. Poi John Watson parla in modo abbastanza critico della questione dei cordoli... insomma, certe cose non sono cambiate più di tanto da allora. Pare che a questo punto la sessione stia per riprendere e si concluderà con Senna che migliora, non di poco, il proprio tempo.
Nel frattempo viene tratta una conclusione piuttosto rassicurante (dallo stesso Watson, prima che finisca il video), in questo venerdì di qualifiche: le monoposto dei mid-90s sono sicure, o almeno lo sono quel tanto da far sì che un pilota, invece di morire, se la sia cavata con ferite né pericolose né invalidanti.

SABATO 30.04 - sono le 13.00 di sabato, è il momento della seconda sessione di qualifiche, quella dalla quale uscirà la griglia di partenza definitiva che, con la defezione di Barrichello (ospite di Rede Globo, con qualche occasionale intervento in telecronaca), vedrà ventisei dei ventisette piloti ancora presenti andare in griglia. L'ultimo tempo disponibile ce l'ha Paul Belmondo sulla Pacific e non ci sarebbe nulla di sorprendente se rimanesse in quella posizione. Inizialmente vanno in pista piloti di squadre di centro gruppo, attrazione principale un testacoda di Pedro Lamy sulla Lotus. Si parla nel frattempo ancora di Barrichello e (a quanto posso capire, dato la telecronaca è in portoghese) dei progressi della sicurezza.
Poi va in pista Damon Hill: il pilota della Williams è stato protagonista di una giornata non troppo positiva al venerdì e sta cercando di portarsi in una posizione in griglia che sia presentabile, per questo scende in pista quando non si vede ancora neanche l'ombra degli altri top-driver. Quando si lancia è passato circa un quarto d'ora dall'inizio della sessione di qualifiche, lo vediamo migliorarsi notevolmente e portarsi in quarta posizione dietro a Senna, Schumacher e Berger. Subito dopo va per un altro giro, continuando a venire seguito. Si migliora, ma rimane sempre quarto. Ha appena finito il suo secondo tentativo, nel momento in cui scopriamo che quelle del venerdì, di una Formula 1 ormai sicura, sono state solo illusioni.
L'orario generalmente riportato come quello dell'incidente è le 13.21, altre fonti si limitano ad affermare che sono passati diciotto minuti dall'inizio della sessione di qualifiche. Arriva all'improvviso l'inquadratura di una vettura devastata. È la Simtek di Roland Ratzenberger, di cui vediamo, anche con diversi replay, la fase finale del suo incidente - incidente che si scoprirà essere iniziato alla curva Villeneuve, dopo che l'ala anteriore della monoposto si è staccata (forse a seguito di un'uscita di pista avvenuta nel giro precedente o, riportano altre fonti, forse già livemente danneggiata in un lieve contatto con il compagno di squadra David Brabham nella sessione di prove libere del mattino). La scena, di per sé, è sufficiente a far raggelare: la vettura è letteralmente andata a pezzi e si vede la testa del pilota ondeggiare, la visiera del casco imbrattata di sangue.
Viene immediatamente data bandiera rossa, arrivano immediatamente i soccorsi. A quel punto succede qualcosa che mi fa pensare a quanto la mentalità dell'epoca fosse completamente diversa da quella contemporanea. Vorrei chiarire a questo punto come la penso: non sono contraria al mostrare incidenti anche mortali, fintanto che ha lo scopo di mostrare la dinamica dell'incidente stesso e capire cosa sia successo. Già andare a indugiare più volte su quello che si vedeva dopo che quello che restava della vettura si è fermata mi sembra un po' troppo forte a livello di immagine. Quello che trovo decisamente fuori luogo è però che i soccorsi a un pilota palesemente o morto o in punto di morte vengano inquadrati abbastanza nel dettaglio e mostrati in diretta televisiva, a quanto mi risulta è la prima volta nella storia della Formula 1 che succede qualcosa del genere.
Nel frattempo in telecronaca c'è una situazione che mi sembra abbastanza surreale e sinceramente non me la sento di criticare il telecronista per questo: non deve essere per niente facile riempire una telecronaca in un momento come questo, specie con quelle scene lì. Il pilota nel frattempo viene estratto dalla vettura, dopo vari minuti viene portato al centro medico del circuito e poi in seguito caricato sull'elicottero. In quei momenti il telecronista sta parlando dell'associazione dei piloti, la GPDA, che non esiste più. Per qualche motivo si mette a raccontare la storia dello sciopero di Kyalami nel 1982 e sta parlando degli eventi del Sudafrica proprio mentre l'elicottero si alza in volo.
Dopo questo momento parla un attimo della carriera di Ratzenberger (parlando anche della sua vittoria del Formula Ford Festival - evento di cui vi ho raccontato ieri), poi delle qualifiche, dei tempi fatti registrare in precedenza dai piloti, dal fatto che la qualifica dovrebbe riprendere, poi del fatto che sia ripresa ma inizialmente non si vedano ancora vetture in pista. Il primo pilota che torna in pista è Ukyo Katayama sulla Tyrrell, poi in seguito assistiamo a un testacoda di Andrea De Cesaris. I piloti della Williams e della Benetton non escono dal loro box, quelli della Ferrari invece sì e la qualifica di Gerhard Berger finisce con circa un minuto di anticipo, sull'erba, perché è rimasto senza benzina in un'epoca in cui finire la benzina prima della fine della qualifica e rimanere fermo da qualche parte della pista è perfettamente legale.
La telecronaca di Globo finisce con la fine della sessione, alla fine del collegamento non sono ancora arrivate notizie sulla sorte di Ratzenberger. Probabilmente non sono arrivate nemmeno prima della fine della telecronaca della BBC, dato che esiste un video in cui si vede Murray Walker annunciare la morte di Roland Ratzenberger in quello che sembra un post-qualifiche nel quale le qualifiche sono già terminate da un bel po'. Finisce così la giornata di sabato, mentre si spegne l'illusione che la Formula 1 sia sicura abbastanza per non assistere alla morte di nessuno. Sono passati quasi otto anni dall'incidente mortale di Elio De Angelis in un test privato e quasi dodici dalla morte di Riccardo Paletti, finora l'ultimo pilota a morire in un weekend di gara. Adesso è il momento del sorgere di nuove illusioni, quella di credere che oggi è andata male, ma domani sarà un giorno migliore.

DOMENICA 01.05 - i motori si riaccendono alle 9.30 per mezz'ora di prove libere in cui alcuni piloti provano sia la vettura ufficiale sia quella di riserva, oppure diverse mescole di gomme. È il giorno che segue un incidente mortale, ma la prassi è questa, è così che è sempre successo, qualunque cosa ne pensino quelli che negli anni 2020 si scandalizzano perché il fine settimana è andato avanti. C'è una sola differenza rispetto alla prassi, per richiesta della famiglia di Ratzenberger, il team per il quale gareggiava non si è ritirato dall'evento, ma prosegue nel weekend con la vettura di D.Brabham.
In telecronaca si discute delle possibilità della Ferrari e dello scontro Senna vs Schumacher, con i due al momento in situazioni diverse: Senna svetta in testa alla classifica dei tempi, Schumacher sta forse provando una mescola di gomme diversa da quella scelta dalla maggioranza dei piloti, per questo non fa tempi degni di nota. Questi tempi, tuttavia, servono come serviranno i tempi delle prove libere negli anni 2020, a fomentare chiacchiere da bar, grazie al cielo almeno nel 1994 solo dentro ai bar e non dentro le cabine di commento.
Poltronieri osserva che venticinque vetture andranno in pista invece che le solite ventisei per la gara, perché Paul Belmondo, dal basso del suo 27° tempo, non ha diritto a un posto in griglia. In realtà pare non essere andata esattamente così: come nei decenni precedenti, un non qualificato può essere schierato in sostituzione di eventuali non starter. Secondo quanto riportato da Eurosport nella telecronaca della gara, al pilota della Pacific sarebbe stato concesso di prendere il via alla gara, ma lui stesso avrebbe rifiutato in segno di rispetto di prendere il posto che in griglia sarebbe stato di Ratzenberger.
Secondo la griglia di partenza ufficiale scattano davanti a tutti Senna e Schumacher, poi in seconda fila Berger e Hill, in terza Larini e Lehto, in quarta Frentzen e Hakkinen, in quinta Katayama e Wendlinger, in sesta Morbidelli e Blundell, in settima Brundle e Martini, in ottava Alboreto e Fittipaldi, in nona Bernard e Comas, in decima Panis e Herbert, in undicesima Beretta e Lamy, in dodicesima Beretta e Brabham, infine da solo in tredicesima fila Gachot.

PRIMA PARTENZA - si avvicinano le 14.00, l'orario fissato per la partenza della gara e in cabina di commento con il telecronista principale e John Watson c'è anche Eddie Irvine, sostituito da De Cesaris alla Jordan mentre l'irlandese sconta una squalifica per un incidente innescato due gran premo prima. Di venticinque vetture, in realtà, in griglia ne vanno ventiquattro, dato che la Minardi di Michele Alboreto ha un problema durante il giro di schieramento(?) quindi è costretto a partire dai box.
Le luci rosse si accendono e poi scattano i semafori verdi. Le vetture prendono il via, ma non la Benetton di J.JLehto ("iei iei", cit. Jos Verstappen in un successivo intervento il telecronaca), che si spegne sulla terza casella della griglia. Viene evitato da tutti i piloti che seguono, tranne uno, Lamy. Il pilota della Lotus, partito dalle retrovie, aveva la visuale ostruita dalle monoposto che lo precedevano e vede la sagoma della Benetton solo quando ormai è troppo tardi per schivarla. Il botto è violentissimo e, anche se al momento non lo sappiamo, tre spettatori e un addetto oltre le tribune sono stati colpiti da dei detriti, venendo feriti. Tutto ciò che sappiamo al momento, però, è che Lehto e Lamy escono abbastanza indenni dallo schianto.
I telecronisti si attendono che venga esposta bandiera rossa, ma non è così, si sceglie per una procedura inusuale (presente storico - la procedura "inusuale" sarebbe la prassi negli anni 2020), far entrare la safety car. È soltanto la terza volta che viene utilizzata la safety car durante una gara di Formula 1 (le altre occasioni Canada 1973 e Brasile 1993), ma la prima che viene utilizzata per un incidente al via. Le monoposto superstiti si accodano dietro la vettura di sicurezza che rimane in pista fino al termine del quinto giro. L'inizio della sesta tornata coincide con il "restart", Senna si lancia al comando della gara seguito abbastanza vicino da Schumacher mentre è più distaccato Berger, con Hill, Frentzen e Hakkinen che completano la zona punti virtuale e Larini scivolato al settimo posto. Nelle retrovie, non inquadrato, c'è un contatto tra la Ligier di Eric Bernard e la Larrousse di Erik Comas, evento non inquadrato dalle telecamere ma che avrà la sua rilevanza in seguito.
Poi, all'inizio del settimo giro, nel prendere la curva del Tamburello, la monoposto di Senna va dritta e impatta violentemente contro il muro. Secondo i report della gara, sono le 14.17. Dalle prime immagini, nelle quali sembra muovere la testa, non ci si rende immediatamente conto della gravità della situazione. Poi, all'improvviso, ecco tutti gli indizi che portano a pensare che le cose stiano diversamente: nessun movimento dall'abitacolo, soccorritori che si riversano sul posto, bandiera rossa data immediatamente. Nulla sembra cambiato dal giorno precedente. Anzi, sì, qualcosa in effetti è cambiato: i soccorritori si posizionano in modo da rendere pressoché impossibile inquadrare nel dettaglio che cosa stia succedendo e non mi stupirebbe se lo stessero facendo di proposito. Le inquadrature dall'elicottero invece, sono camuffate dagli alberi.
Sappiamo che il pilota è stato estratto dalla vettura, che la situazione sembra grave ma non sappiamo con esattezza cosa stia succedendo, che l'elicottero è convocato direttamente in pista... e poi ecco che all'improvviso succede una cosa da wtf, definita dai telecronisti come il momento più assurdo a cui abbiano mai assistito nel corso della storia. Ricordate il contatto Bernard vs Comas? Ecco, pare che quest'ultimo sia rientrato ai box e si sia lavorato sulla sua vettura per circa un quarto d'ora. A quel punto, con il pilota consapevole del fatto che ci sia stata una bandiera rossa ma probabilmente senza alcuna conoscenza su quanto effettivamente sia accaduto e sul perché la gara sia stata redflaggata, viene mandato fuori in pitlane, dove dovrebbe esserci il semaforo rosso all'uscita in attesa che le vetture rientrate in pitlane invece che ferme sulla griglia possano andare a schierarsi in griglia per la seconda partenza.
All'uscita dalla pitlane, però, non vi è alcun semaforo rosso, quindi Comas scende in pista, ritrovandosi costretto a parcheggiare tra la scena di un incidente devastante e un elicottero che staziona sul tracciato. Sceso dalla monoposto, i suoi occhi vedono tutto ciò che le inquadrature televisive ci stanno risparmiando, il che sarà sufficiente per fargli decidere di non prendere alla seconda partenza perché in stato di shock. Nel frattempo i soccorsi sono a buon punto, Senna viene caricato su una barella circondata da soccorritori e caricato sull'elicottero che si alza in volo. A quel punto, se la gravità della situazione fosse ancora poco chiara, l'asfalto macchiato di sangue nella zona dei soccorsi dice più di mille parole.

SECONDA PARTENZA - sono passati all'incirca cinquanta minuti dal primo via e la gara sarà strutturata su tempi aggregati, con le posizioni in griglia che rispecchiano quelle al termine del quinto giro. La maggior parte dei piloti non è al corrente dell'effettiva situazione, nel senso che sanno che Senna è stato portato in ospedale, ma non hanno la più pallida idea di quanto sia grave la situazione. Schumacher e Berger si schierano sulle caselle della prima fila (curiosamente Schumacher è uno dei pochi piloti nella storia della Formula 1 ad essere partito dalla "pole" in un restart senza ancora mai essere partito dalla pole position), con un totale di ventidue vetture in griglia, anzi ventuno perché la Sauber di Heinz-Harald Frentzen rimane ferma e il pilota è costretto a prendere il secondo via dai box.
Berger supera Schumacher al via e si porta in prima posizione, almeno visivamente, perché nella classifica effettiva per tempi aggregati dovrebbe prima staccare Schumacher del gap che c'era tra di loro e poi a quel punto salirebbe in testa, cosa che tuttavia non succede perché il pilota della Benetton sta negli scarichi della Ferrari. Questo dopo essere stato coinvolto a qualche titolo in un contatto, non ben inquadrato dalle telecamere che al momento seguivano le vetture più retrostanti, con la Williams di Damon Hill, finito in testacoda e precipitato nelle retrovie. Sia Hill sia Frentzen passeranno la parte restante della gara a risalire innumerevoli posizioni. Davanti, nel frattempo, Berger rimane fisicamente in testa fintanto che, poco prima di rientrare ai box per il primo rifornimento di una serie di tre, Schumacher gli strappa la posizione.
Ci sono strategie piuttosto diverse tra i singoli piloti e, dopo il ritiro di Berger, avvenuto poco dopo il suo rifornimento, Larini è l'unico rappresentante della Rossa. Diversamente dai tre rifornimenti di Schumacher, si fermerà ai box una sola volta, posizionandosi stabilmente in seconda posizione. Nel frattempo perdiamo per strada alcune vetture per problemi tecnici random, che si trovavano nelle retrovie: la Larrousse di Olivier Beretta, la Pacific di Bertrand Gachot, la Simtek di David Brabham e la Footwork di Gianni Morbidelli che invece si trovava verosimilmente più avanti. Si ritira anche Pierluigi Martini, il pilota della Minardi finisce infatti in testacoda, mentre la gara sta entrando ormai nella sua ultima parte. In terza e quarta posizione ormai ci sono stabilmente Mika Hakkinen (McLaren) e Karl Wendlinger (Sauber), dopo le ultime soste di Ukyo Katayama (Tyrrell) e Christian Fittipaldi (Footwork) che adesso si trovano nelle zone basse della top-6, alla quale Hill si avvicina progressivamente.
La gara si sta avviando verso la conclusione, ho detto, ma è ben lontana dall'essere finita e soprattutto ben lontana dal limitarsi con la sua aura nefasta: nel box della Minardi è il momento dell'ultima sosta per Alboreto, che viene fatto ripartire con una ruota non ancora fissata. La ruota si stacca e vaga senza controllo per la pitlane, ferendo diversi meccanici di team diversi (i più gravi un meccanico Lotus che riporta un trauma cranico e un meccanico Ferrari che si frattura una gamba), sembra non esserci assolutamente un attimo di tregua in questo fine settimana. Sembra che venga presa in considerazione l'idea di sospendere definitivamente la gara con una decina di giri d'anticipo, ma non succede, si va avanti fino alla fine. Fortunatamente nei giri che ancora mancano non succede più nulla di drammatico, ma solo normali eventi di routine, tipo un testacoda di De Cesaris che va a sbattere e una foratura di Hill che lo fa precipitare fuori dai punti (doveva essere quinto) dove ritorna dopo il ritiro verso fine gara di Fittipaldi.
Schumacher, Larini, Hakkinen, Wendlinger, Katayama e Hill sono i piloti che si classificano in zona punti, con Frentzen che, risalito fino alla settima piazza, poi scarrozza Fittipaldi ai box. Precede la McLaren di Martin Brundle, la Tyrrell di Mark Blundell, la Lotus di Johnny Herbert e le Ligier di Olivier Panis ed Eric Bernard. Il pubblico si riversa sulla pista mentre ci sono ancora le vetture impegnate nel giro d'onore, ma fortunatamente nessuno viene investito. I tifosi circondano Larini e gli mettono in mano una bandiera della Ferrari. Il pilota fa un mezzo parade lap con la bandiera al vento, poi va a parcheggiare da qualche parte che non sembra neanche lontanamente il parc fermé. Giunge il momento del podio, che i fanboy odierni criticano perché secondo loro i piloti hanno festeggiato, quando in realtà tutto ciò che fanno è rispondere alle acclamazioni del pubblico.
La copertura televisiva di Eurosport termina con la conferenza stampa, nella quale viene fatta anche qualche domanda che accenna ai fatti del giorno, il tutto mentre i piloti presenti sono probabilmente ancora all'oscuro delle conseguenze dell'incidente di Senna (in realtà la notizia della sua morte verrà annunciata nel tardo pomeriggio, ma comunque è già chiara la gravità della situazione). Poi, all'improvviso, ecco quel momento fuori contesto che riesce a strappare un sorriso, non sicuramente alla gente dei tempi, ma a noi che abbiamo vissuto gli anni successivi. Viene fatto notare a Schumacher che ha vinto le prime tre gare della stagione e gli viene chiesto chi possa fermarlo. A quel punto Hakkinen interviene: "posso fermarlo io". Mentre gli Schukkinen si concedono una risata insieme, la gente ancora ignora che la candidatura di Hakkinen rimarrà in sospeso ancora per diversi anni, ma che poi arriverà effettivamente il momento di mettere in pratica i suoi piani.

CONSIDERAZIONI FINALI - siamo giunti al termine di questa sintesi (termine non molto azzeccato, è un po' troppo lunga per essere una sintesi) alla quale ho lavorato per parecchi giorni, anche perché oltre alla parte della stesura del testo c'è stata quella del documentarmi vedendo circa sei ore di filmati e non tanto leggeri dal punto di vista emotivo.
Cosa dire... sicuramente una delle pagine più nere che il motorsport ci abbia riservato nel periodo in cui era già possibile mettersi a guardare una gara di Formula 1 con la ragionevole sicurezza che nessuno sarebbe morto. Il motorsport vintage è bello ed emozionante e tutto quello che si dice, ma ogni medaglia ha un suo lato più cupo. Non solo, questo lato cupo probabilmente non è una prerogativa soltanto del passato: ben più di una volta si è pensato di avere raggiunto standard di sicurezza sufficienti per evitare tragedie, ma è la stessa cosa che si pensava all'inizio di quel weekend. Questa è una delle tante ragioni per cui, da un certo punto di vista, non bisognerebbe mai abbassare la guardia.
Sono passati ventotto anni, ma fatico ancora a sentirli. In quei giorni ero solo una bambina che stava per perdere/ aveva appena perso il primo dente da latte (deve essere successo indicativamente intorno all'ora di fine del warm-up), ma non dimenticherò mai né l'uno né l'altro incidente, uno visto con mio padre, l'altro con mia madre e mia nonna. Non dimenticherò mai due vite spezzate a un giorno di distanza in nome dello spettacolo, anche se di tempo ne è passato tanto. Non ho mai dimenticato e non lo farò proprio ora che ho la stessa età che avevano entrambi quando se ne andarono. Non dimenticherò né il backmarker dall'aria sorridente, né il pluricampione dall'aria imbronciata, perché il motorsport ha bisogno di quelli come loro: di entrambi.


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