giovedì 5 maggio 2022

Fuga a Città del Messico prima di immergersi nel trash di Phoenix // GP Messico e Stati Uniti 1989

Benvenuti nel 1989 e fate attenzione a non ritrovarvi coinvolti in mezzo a un lancio di piatti dei McLaren Bros, la loro specialità fin dal GP di San Marino. Lasciato il luogo del delitto, c'è stato il GP di Montecarlo, piccola parentesi prima di fare quello che tutti i kriminalihhhh farebbero se fossimo in un film americano: scappare in Messico, sede di un soporifero gran premio del 1988 che ha avuto il pregio di avere la top-8 formata da coppie di piloti a due a due per team. A Città del Messico fa anche il suo ritorno in pista Berger, che ha saltato il GP del Principato a seguito dell'infortunio rimediato a Imola. Voci di corridoio (commenti di Youtube) sostengono che per quel gran premio sia stato in cabina di commento alla TV austriaca.

Si parte e le McLaren non partono esattamente nel migliore dei modi, Prost soprattutto. Senna riesce a conservare la posizione davanti alle due Ferrari, mentre il suo compagno di squadra si accoda al quarto posto. Purtroppo Capelli che partiva nelle prime file sembra avere problemi. I problemi peggiori però ce li hanno altri piloti, tipo Modena e Grouillard. Oppure tipo De Cesaris e Alliot. Oppure tipo Caffi che nel dubbio finisce in testacoda da solo per non cozzare contro altra gente. La direzione gara decide di fare quello che si fa negli anni '80 in questa situazione: la gara viene infatti redflaggata ed essendo il primo giro ci sarà partenza da distanza originaria con la griglia originale. Tutto ciò con somma gioia di Capelli, che dopo avere avuto un problema tecnico può ripartire e sperare di avere una seconda chance.

La seconda chance di Capelli si rivela un flop in quanto ha un nuovo problema ed è costretto definitivamente al ritiro dopo pochi metri. Nel frattempo c'è una situazione in cui tutta la top-6 è definita da coppie di compagni di squadra. Ci sono le due McLaren di Senna e Prost, poi le due Ferrari di Berger e Mansell, poi le due Williams di Patrese e Boutsen. Le "coppie" sono però destinate a dissolversi insindacabilmente. Tutto inizia con Boutsen, che abbandona per problemi tecnici. Poi si prosegue con Berger che inizialmente perde la posizione a vantaggio del compagno di squadra, poi è costretto a ritirarsi per un problema al cambio. Una ragione analoga molto più avanti costringerà al ritiro anche Mansell dopo avere passato un lungo tratto di gara in seconda posizione, perché ho detto che tutte le coppie sono scoppiate in corso d'opera e lo stesso è successo anche in McLaren.

Specifico, non ci sono stati ritiri, ma poco dopo i ritiri di Boutsen e Berger anche Prost ha problemi, venendo costretto a un cambio gomme (pare abbia una ruota che si blocca). Il pilota francese torna in pista doppiato o sul punto di esserlo. Venendo alle cose serie, comunque, Senna adesso ha un abbondante vantaggio sul suo diretto inseguitore, che è Patrese. O meglio, nel momento in cui Prost fa il cambio gomme è Mansell, però vi ho già anticipato il ritiro del ferrarista, quindi al secondo posto dopo il suo ritiro c'è Patrese. Poi, siccome qualche bella notizia non guasta mai, al terzo posto c'è una Tyrrell e la guida Alboreto. Mantiene quella posizione fino al traguardo salendo sul podio, precedendo la Benetton di Nannini e la McLaren di Prost come ultimi piloti a pieni giri (si è sdoppiato). Sesto arriva Tarquini al volante dell'AGS.

Dopo una simile opening della parentesi centro-nordamericana si passa a Phoenix, che ha preso il posto di Detroit come sede del GP degli Stati Uniti. Piccola parentesi, ho trovato la prima metà della gara commentata da Poltronieri. Poi, per la seconda metà, mi sono dovuta accontentare di un highlight. Secondo quanto narrato dal telecronista, Phoenix dovrebbe essere sede del gran premio degli States per cinque anni, con una probabile estensione a dieci. E poi, altra informazione di servizio, Ecclestone ha fatto una proposta di mettere un pitstop obbligatorio in gara al vincitore della gara precedente, o un numero di pitstop obbligatori uguale a quello delle gare vinte. Poltronieri osserva che, se tale proposta diventasse realtà, in questa gara Senna dovrebbe essere obbligato a tre soste in quanto vincitore degli ultimi tre gran premi.

Che bei tempi... ricordate quando Ecclestone ogni tanto si svegliava dicendo qualcosa di assurdo, ma poi quel qualcosa di assurdo rimaneva solo una sparata che faceva discutere invece di essere messa in pratica? Ecco, se anche Liberty Media facesse la stessa cosa saremmo messi molto meglio. Ad ogni modo le McLaren sono 1/2, Senna si invola in prima posizione e Prost lo insegue, mentre terzo c'è Nannini. Il pilota della Benetton però finisce in testacoda perdendo numerose posizioni. Passano a completare la top-6 Mansell, Caffi, Modena e Brundle. Un po' più indietro, frattanto, ci sono problemi: un contatto tra Warwick e De Cesaris. Poltronieri osserva come quest'ultimo se la cavi facendo un "abile testacoda" (cit.), mentre per il pilota della Arrows è ritiro. Non sarà il solo ritirato, ovviamente, viste le caratteristiche del circuito e l'affidabilità non elevata.

Mansell perde contatto con le McLaren ma rimane stabile al terzo posto finché non è costretto a rientrare ai box con la vettura che procede lentamente. Non si sa quale sia il problema, dato che la vettura poi ai box sembra ripartire e viene mandato di nuovo in pista, dove si ritirerà con l'auto in fumo in seguito. Terzo passa quindi Caffi, inizialmente uscito perdente da un duello con Modena, ma poi tornato nella propria posizione dopo il ritiro del pilota della Tyrrell. Le due McLaren sono vicine, anzi, sembra che Prost si stia facendo anche più vicino del solito negli scarichi del suo compagno di squadra... che infatti ha un problema, viene costretto a una sosta ai box e, dopo essere tornato in pista, torna di nuovo ai box per ritirarsi. Caffi nel frattempo fa qualche giro in seconda posizione sulla Dallara, what a time to be alive!

Niente da fare, Caffi rientra ai box per cambiare gomme. Berger è secondo, Patrese terzo, Cheever quarto, si accoda quindi in quinta posizione, dove resta per diversi giri, almeno finché nel tentativo di doppiare una vettura si vede chiudere la porta e va a verniciare un muretto. La vettura che cercava di doppiare era quella di De Cesaris, il suo compagno di squadra. La gara di Caffi finisce, quella di De Cesaris prosegue. Nel frattempo Berger ha problemi al cambio e perde posizioni per poi essere costretto al ritiro. Patrese risale secondo e Cheever risale terzo nel gran premio della sua città natale (tanto che Poltronieri osserva come più che essere americano di Roma può essere definito italiano di Phoenix). L'attrition rate è molto elevato e solo nove vetture sono ancora in pista. Di queste due finiranno la benzina prima della fine della gara.

Uno dei due è De Cesaris, che immagino sia costretto a questo punto a dirigersi a piedi verso i box dove lo aspettano la squadra e Caffi, probabilmente non animati da buone intenzioni. L'altro è Palmer: il pilota della Tyrrell si trovava quarto al momento del ritiro. Risale al quarto posto Danner sulla Rial, mentre completano la zona punti la Benetton di Herbert e la Williams di Boutsen. Quest'ultimo risale sesto in extremis, fino a un paio di giri prima è Tarquini a occupare quella posizione. È un problema al motore a fermare il pilota della AGS, che viene segnato doppiato di un giro nel risultato ufficiale e che forse non è arrivato al traguardo doppiato ma semplicemente non ha completato la gara. In tal caso i piloti giunti al traguardo non sarebbero sette, ma soltanto sei. Concludo specificando che la gara si conclude per il limite delle due ore, con 75 giri disputati: avrebbero dovuto essere 81.


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Milly Sunshine