venerdì 7 ottobre 2022

Lo sventurato pitstop di Alesi a Monza nel 1997 e altre storie di iella

Benvenuti a Monza, dove le nonne mandano baci sulla punta delle dita all'indirizzo degli occhi azzurri di Jean Alesi, il ferrarista del loro cuore, anche se il 1995 è finito da un pezzo e molta gente sembra iniziare a pensare che cento Schumacher domani siano meglio di un Alesi oggi. Molta gente ma non le nonne monzesi, appunto, che continuano a sostenerlo con tutte le loro forze nella speranza che, se le Ferrari non possono concludere nulla, possa essere lui a sorprenderle strappando una pole position a caso con cui allietare la loro giornata. Alesi non può fare nulla per deludere le nonne imolesi ed eccolo che si procaccia la prima casella della griglia, pronto a svettare su tutto e su tutti in una nuvolosa domenica di settembre. Accanto a lui la Williams di Heinz-Harald Frentzen, seguono Giancarlo Fisichella su Jordan, Jacques Villeneuve su Williams e poi entrambe le McLaren. Le Ferrari sono più arretrate, ma non è un problema che tocca le nonne monzesi, a loro bastano gli occhi azzurri di Alesi per essere felici.

La gara parte e Alesi si invola verso la leadership seguito da Frentzen. Una delle McLaren staziona al terzo posto, è quella di David Coulthard. Il suo compagno di squadra Mika Hakkinen si trova invece sesto alle spalle di Fisichella e di Villeneuve, mentre dietro ci sono settima e nona le Ferrari di Michael Schumacher ed Eddie Irvine che hanno tra di loro la Benetton di Gerhard Berger. Non si sa cosa pensino le nonne monzesi dell'ottavo posto di quest'ultimo, ma nevermind, viviamo in un mondo Alesi-centrico, non possiamo perdere tempo a parlare di Berger. Parliamo piuttosto della gara, dato che siamo negli anni '90, quindi è movimentatissima grazie a una lunga serie di duellihhhh e sorpassihhhh. Ah, no. C'è un trenino Alesi/ Frentzen/ Coulthard, mentre dietro sembra non succedere nulla di interessante. Se tutto durasse così fino alla fine, le nonne monzesi avrebbero molto di cui essere felici. Però Alesi è Alesi, quindi la sventura imminente è di default, è la legge non scritta della Formula 1.

Non scritta, ma inevitabile. Frentzen è il primo del trio di testa a rientrare ai box. Alesi e Coulthard entrano nello stesso giro. La sosta di Alesi dura esattamente un secondo in più di quella di Coulthard: esce alle spalle del pilota scozzese e la prima posizione è andata una volta per tutte. Per fortuna la strategia della gara prevede una sola sosta, quindi almeno la seconda piazza può essere conservata senza problemi fino alla bandiera a scacchi. Salirà sul secondo gradino del podio, al fianco del vincitore Coulthard e insieme a loro ci sarà Frentzen. La seconda pare di gara prevede nel frattempo qualche evento in più, uno dei quali riguarda Hakkinen, purtroppo per lui. Il pilota finlandese si trova infatti al quarto posto, grazie a un buon timing della sua sosta, quando a causa di una slow puncture è costretto a rientrare ai box. Ne uscirà fuori dalla top-ten e terminerà la gara in nona posizione, il tutto mentre il suo compagno di squadra vince la seconda gara della stagione, dopo avere già terminato davanti a tutti quella inaugurale in Australia.

Succedono anche altre cose, in primo luogo c'è un incidente tra la Jordan di Ralf Schumacher e la Sauber di Johnny Herbert, incidente che culmina con quest'ultimo che va a sbattere piuttosto violentemente, fortunatamente uscendone senza danni. Ci sarà post-gara una polemica a proposito dei fatti, con Herbert che accuserà R.Schumacher di avere fatto una manovra sguaiata e R.Schumacher che, convocato dai commissari, si difenderà sostenendo che la colpa dell'incidente è di Herbert. Siccome siamo negli anni '90 i commissari sono piuttosto elastici e Ralf se la cava senza essere penalizzato, il che contrasta un po' con quanto accaduto a Jacques Villeneuve: il pilota della Williams, infatti, si è procacciato un race ban con pena sospesa a causa di un mancato rallentamento nel warm-up in regime di bandiere gialle causate da una vettura ferma, la Tyrrell di Ukyo Katayama. Non dimenticatevi di questa faccenda, perché avremo modo di riparlarne in tempi piuttosto brevi. Adesso, però, andiamo avanti, la gara non è ancora terminata.

O meglio, la gara non è terminata a condizione di non essere Damon Hill. Il campione del mondo in carica si ferma quando il motore della Arrows parte in una nuvola di fumo. Frattanto, dopo le peripezie di Hakkinen, Fisichella ha ripreso la quarta posizione e la mantiene fino al traguardo. Dietro di lui si classificano i championship contenders Villeneuve e Michael Schumacher. Quest'ultimo è ancora inseguito, come nella prima parte di gara, da Berger e Irvine, segno evidente che non ci sono stati grossi cambi di posizioni in corso d'opera. A proposito dei championship contenders, invece, va segnalato come Villeneuve recuperi un punto in classifica nei confronti di M.Schumacher. Il gap, tuttavia, è ancora piuttosto elevato: i punti che li separano sono dieci, quando mancano quattro gran premi alla fine della stagione. Riuscirà Villeneuve a colmare questo gap? Le due prove successive - Zeltweg e Nurburgring - nelle quali conquista la vittoria, suggeriscono che tutto è fattibile. Prima di vedere Platinum Jacques vincere, tuttavia, la malasorte decide che di essere equa: non tormenterà solo Alesi!

AUSTRIA - circuito totalmente revisionato, location di nuovo in calendario dopo dieci anni. Villeneuve scatta dalla pole position, o per meglio dire non scatta, vedendosi sopravanzare da letteralmente tutta la gente strana che ha intorno. Vorranno perdonarmi Mika Hakkinen, Jarno Trulli e Rubens Barrichello per essere stati definiti in modo tale, e Hakkinen vorrà perdonare anche la iella, dato che percorre qualcosa due curve prima che il motore gli auguri un buon proseguimento di giornata costringendolo a parcheggiare. A questo punto c'è al comando una Prost, guidata da Trulli, all'ultimo gran premio stagionale prima del ritorno di Olivier Panis dopo l'infortunio in Canada. Villeneuve nel frattempo sta negli scarichi di Rubinho e il suo collega Frentzen non è messo meglio: si trova in quinta piazza a contemplare a sua volta il retrotreno di una Stewart, quella di Jan Magnussen. Il duo Barrichello/ Magnussen peraltro resiste anche bene, essenzialmente per quasi tutto il primo stint. Trulli frattanto ne approfitta per scappare.

Se in questo momento gli alieni decidessero di sbarcare a Zeltweg, probabilmente la gara verrebbe redflaggata e Trulli porterebbe a casa la vittoria, ma non si può avere tutto dalla vita, quindi a questo punto vede Villeneuve che, dopo il sorpasso su Barrichello, gli si avvicina progressivamente. Ha ancora qualche secondo di margine al momento della prima sosta, ma finisce per subire overcut da Platinum Jacques. Eccolo secondo, dove più avanti nella gara è ancora inseguito da Coulthard. Michael Schumacher, nel frattempo, è stato penalizzato con uno stop and go per sorpasso su Frentzen in regime di bandiere gialle provocate da un incidente tra Alesi e Irvine e si ritrova a inseguire la zona punti, così come le Stewart, precipitate un po' più indietro dopo la seconda sosta. Trulli non ha di questi problemi, però ne ha dei peggiori. La benzina scarseggia, deve rallentare. E poi, proprio in contemporanea con la rottura del motore per il compagno di squadra Shinji Nakano, anche lui va incontro allo stesso amaro destino.

Siamo ormai nella parte finale della gara, ma c'è ancora comunque sufficiente tempo per avere altri sventurati eventi, come ad esempio il ritiro di entrambe le Stewart: JMag se ne va per problemi di motore, Barrichello danneggiando la vettura in un'uscita di pista mentre in lotta con M.Schumacher. Frattanto, dietro a Villeneuve e Coulthard, Frentzen si trova al terzo posto, precedendo le Jordan di Fisichella e R.Schumacher. Nelle fasi finali della gara, infine, va in scena la lotta per la sesta posizione e per l'ultimo punto disponibile. È Damon Hill a occupare quella posizione, ma ecco sopraggiungere il suo vecchio nemico Michael Schumacher che lo supera stando in bilico su due ruote. Che poi, a dire la verità, "in bilico su DUE RUOTE" mi sembra anche una definizione abbastanza fuorviante, perché non sono affatto sicura che se fosse su un mezzo a due ruote Schumacher sarebbe in grado di superare Hill, dato che Damon a inizio carriera è stato un pilota motociclistico e magari era in grado di stare a bordo di una moto senza cadere.

LUSSEMBURGO - arrivati a questo punto vi direte "abbiamo già assistito a tanta iella nelle due gare precedenti, stavolta deve per forza andare bene"... e invece no. Stavolta continuiamo ad assistere a dosi massicce di iella, anche se, all'inizio, per certi soggetti sembra andare tutto bene. Per certi, mentre per altri va malissimo fin dalle prime battute. È quello che succede in casa Jordan, dove Fisichella e Ralf Schumacher violano la regola aurea del motorsport, quella che recita che se devi fare un incidente con qualcuno almeno che non sia il compagno di squadra. Ralf viene catapultato contro una Ferrari di passaggio, violando anche la regola secondo cui se poi devi cozzare contro un pilota random, almeno che non sia tuo fratello, il tutto mentre sopraggiungono Berger e Katayama (quelli veri). Finisce lì per le Jordan, Michael Schumacher tenta di rientrare ai box, ma non c'è nulla da fare. Tornando a Berger e Katayama, mentre Gerhard riesce a evitare l'ingorgo, non si può dire lo stesso di Katayama, costretto a sua volta al ritiro.

La Ferrari perde subito una delle sue vetture, rimane solo Irvine che si trova nelle retrovie. Però è già qualcosa: in corso d'opera si ritirerà per un guasto al motore. In casa McLaren invece va tutto benissimo: Hakkinen che scatta dalla pole alla vigilia del suo ventinovesimo compleanno è in testa, seguito da Coulthard, mentre Villeneuve si accoda al terzo posto. Tra i tre si viene a formare fin da subito un certo gap, così che quando giungerà il momento della sosta ai box ciascuno riuscirà a conservare la propria posizione. Tornando a noi, invece, Frentzen ha perso varie posizioni al via e a completare la zona punti virtuale ci sono a vario titolo Alesi e le Stewart. Alesi, tuttavia, anticipa la sosta ai box e Barrichello e Magnussen rimangono 4/5 con Hill al momento in sesta piazza. Frentzen lo raggiunge, ma non riesce a superarlo. Hill si toglie di mezzo solo al momento della sosta ai box, quando la vettura si spegne e finisce per perdere parecchio tempo. Va tutto bene, frattanto, per le Stewart.

O meglio, va tutto bene, fino a un certo punto JMag dopo la sosta si vede sopravanzare dalla Arrows di Pedro Diniz e un paio di giri dopo è anche costretto al ritiro. Per Barrichello invece sembra davvero andare tutto bene, nel secondo stint di gara si trova al quarto posto, mentre davanti la iella si dà da fare contro i piloti della McLaren. Prima Coulthard e poi Hakkinen, a un giro di distanza, si ritirano nello stesso tratto della pista a causa della rottura del motore. Villeneuve risale così in testa alla gara e Barrichello... No, il povero Rubinho non risale secondo, perché la malasorte ha molta fame in questa domenica di fine settembre ed ecco che si ritira per un guasto al cambio più o meno in concomitanza con il ritiro di Hakkinen. In tutta questa trafila, frattanto, ci guadagna Frentzen, che da buon free-rider è quarto dietro alle Benetton, poi secondo quando Alesi e Berger si fermano per effettuare il secondo rifornimento. Con la seconda sosta, Frentzen si porta terzo per overcut su Berger.

Villeneuve si ferma per la seconda sosta, ma ha un grosso vantaggio sul terzetto Alesi/ Frentzen/ Berger. Del tutto indisturbato, va a portarsi a casa la vittoria e, tra una cosa e l'altra, adesso è leader della classifica piloti con nove punti di vantaggio su Schumacher. Al momento non possiamo saperlo e sembra impensabile, ma l'abbiamo visto concludere una gara di Formula 1 da vincitore per l'ultima volta in carriera. Il terzetto Alesi/ Frentzen/ Berger frattatno completa la gara nelle posizioni dalla seconda alla quarta, mentre Diniz e Panis danno vita a un duello per la quinta piazza, con Herbert e Hill che si avvicinano. La spunta Diniz, battendo quindi il suo ex compagno di squadra almeno stavolta che non gareggiano più per lo stesso team, ma per Panis è consolatorio portarsi a casa almeno un punto nella gara del suo ritorno. Herbert e Hill chiudono alle loro spalle, settimo e ottavo, con Hill che, senza quel problema durante la sosta, avrebbe verosimilmente potuto cogliere un arrivo in zona punti, visto che al momento era abbondantemente davanti a Diniz.

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Milly Sunshine