venerdì 23 dicembre 2022

Verso la bandiera a scacchi - parte 3/7

Parte 1 | Parte 2 | PARTE 3| Parte 4 | Parte 5 | Parte 6 Parte 7

Bene, direi che è arrivato il momento di proseguire, stavolta con una parte ambientata in epoca vintage.

Buona lettura! <3


Da quando Giorgio era partito, a Valentina non piaceva l'idea di tenere il telefono occupato, nella speranza di una sua chiamata. Si erano sentiti la sera stessa della sua partenza, ma il suo fidanzato le era apparso molto distaccato, come se non vedesse l'ora di mettere fine alla loro conversazione telefonica. Nonostante il desiderio di tenere la linea libera, non poteva fare altrimenti, doveva contattare immediatamente il signor Martinelli. Aveva letto e riletto ciò che le aveva scritto, non riuscendo a capacitarsi di quanto fosse stato esplicito. Doveva assolutamente mettere qualcosa in chiaro con lui, anche se questo significava contattarlo presso la sede della scuderia.
Aveva il numero del suo ufficio, era stato lo stesso Martinelli, tempo prima, a darglielo, invitandola a chiamarlo ogni volta in cui l'avesse desiderato. Valentina non gli aveva mai telefonato, ma sapeva che non sarebbe stato difficile mettersi in contatto con lui. Martinelli le aveva assicurato che la segretaria gli avrebbe passato la chiamata e si sarebbe defilata, dando loro la privacy di cui necessitavano.
Andò tutto come le era stato anticipato in passato.
Valentina udì chiaramente la voce di Martinelli che parlottava con la sua assistente, probabilmente chiedendole di lasciarlo da solo. Poco dopo, giunse finalmente al ricevitore.
«Valentina, quanto sono felice di sentirti. Mi fa piacere che tu ti sia decisa a cercarmi. Hai ricevuto la mia lettera?»
Parlava con naturalezza, troppa naturalezza.
«Signor Martinelli, devo parlarle proprio di quella lettera» lo informò. «Forse non si rende conto di quanto fosse inappropriato ciò che mi ha scritto.»
«Ti dà fastidio che ti chiami per nome e che ti dia del tu? Guarda che anche tu puoi fare lo stesso.»
«No, signor Martinelli, non mi dà affatto fastidio. Può chiamarmi per nome e darmi del tu. È quello che mi ha scritto che mi mette a disagio.»
«Ha ragione, forse mi sono spinto troppo oltre» ammise Martinelli, «Ma dovevo farlo. Dovevo farti capire che cosa provo per te. Mi dispiace se in qualche modo ti ho mancato di rispetto, ma...»
Valentina non lo lasciò continuare.
«Ha idea di cosa succederebbe se quella lettera finisse nelle mani sbagliate? L'ho nascosta in fretta e furia in un cassetto, se il mio fidanzato l'avesse letta, avrebbe pensato che io e lei abbiamo una relazione!»
«Evitare che Montani trovi la lettera è un problema tuo, non mio» mise in chiaro Martinelli. «Anzi, che lo pensi pure che io e te abbiamo una relazione. Tanto me l'hai fatto capire, che se non ci fosse lui non avresti tutti questi problemi.»
«Veramente le ho fatto capire, anche, che non inizierei mai una storia con un uomo sposato.»
«Io e Patrizia non siamo più sposati. O per meglio dire, lo siamo ancora formalmente, ma ciascuno ha preso la propria strada già da tempo. Non vive più a casa mia. Io e te potremmo stare insieme alla luce del sole. Lo so, ora mi accuserai di essermi inventato tutto, di essermi immaginato certe cose, ma non riuscirai a convincermi. Sono disposto a uscire dalla tua vita, se lo vorrai, ma sono sicuro che non vuoi davvero che esca dalla tua vita.»
Valentina sospirò. Quanta verità c'era in quelle parole. Fin dalla prima volta in cui l'aveva incontrato, era rimasta colpita dai modi del signor Martinelli e da come quell'uomo la guardava. Sapeva di piacergli, e non poco, così come sapeva di ricambiare quell'attrazione, per quanto cercasse di starne il più possibile lontana. Se non fosse stata già fidanzata con Giorgio, molto probabilmente non sarebbe riuscita a resistere alle sue avance, specie adesso che la signora Martinelli si era ufficialmente defilata - e Valentina sospettava quale fosse la ragione che l'aveva spinta a chiedere la separazione al marito.
«Mi dispiace dovere essere così diretta, signor Martinelli» disse, «Ma non potrà mai esserci niente tra me e lei. Come ben sa, ho già un compagno e prima o poi io e Giorgio saremo marito e moglie. Nella mia vita non c'è posto per altri uomini.»
«Sapevo che mi avresti risposto in questo modo» ribatté Martinelli, «E non posso fare altro che prenderne atto. Sappi, però, che non mi sarai mai indifferente e, se un giorno cambierai idea, non hai altro da fare che contattarmi.»
«Non cambierò idea.»
«Magari potrebbe cambiare idea Montani. Perdonami per la sfacciataggine, ma non mi sembra che sia così desideroso di sposarti. Parlava in tono vago del vostro ipotetico matrimonio quando era ancora un mio pilota e non mi sembra che la situazione sia cambiata.»
«Non devo rendere conto a lei di quello che succede tra me e Giorgio» mise in chiaro Valentina. «Non so cosa succederà se un giorno io e Giorgio dovessimo lasciarci, ma non ci penso.»
«Perdonami di nuovo per la sfacciataggine, ma sono convinto che dovresti aprire gli occhi. Il tuo fidanzato passa fin troppo tempo con la signorina Colombo. Non ti è mai venuto il dubbio che tra di loro ci sia qualcosa di più di un rapporto professionale?»
«No.»
«Allora sei molto ingenua.»
«O forse conosco bene il mio fidanzato. So che le donne come quella Emanuela Colombo non gli interessano. Per lui Emanuela non conta nulla, è solo una persona con cui ha a che fare per lavoro. O devo insinuare che anche lei, signor Martinelli, abbia una storia con tutte le sue collaboratrici?»
Martinelli rise.
«Di solito cerco di non circondarmi di donne dalle quali potrei essere attratto o che potrebbero essere attratte da me, almeno sul lavoro. Preferisco tenerlo ben separato dalla vita privata. Mescolare le due cose, spesso rischia di diventare un grande casino. Il peggio che ho fatto, nella mia vita, credo sia stato prendermi una cotta per la fidanzata di uno dei miei piloti. Come avrai sicuramente notato, non mi sta portando molto lontano.»
Valentina ignorò quel riferimento a lei stessa.
«Tra me e Giorgio non ci sono problemi e non saranno mille signorine Colombo a mettersi tra me e lui. La prego di non cercarmi più e soprattutto di non scrivermi mai altre lettere. Una basta e avanza, visto i suoi contenuti.»
Stava per salutarlo e per riattaccare, ma Martinelli la trattenne.
«Lo so, Valentina, ho sbagliato. Non avrei dovuto scrivere quello che ho scritto, probabilmente avrei dovuto essere più romantico e magari mandarti dei fiori o cercare di conquistarti come fanno gli uomini che sanno relazionarsi in modo più normale. Purtroppo sono una frana. Non ho mai avuto un grande successo con le donne, quantomeno con quelle che non avevano mai visto la mia casa o la mia macchina e che, di conseguenza, non avessero già fatto una stima del mio conto in banca. Con te, all'improvviso, ho avuto l'impressione che fosse tutto diverso, che avrei avuto una seconda possibilità. Ho fatto il possibile, ma evidentemente non è stato abbastanza. Mi dispiace se ti sono sembrato fuori luogo o se ho rischiato di complicare la tua vita privata. Quello che ti ho detto rimane valido, se cambierai idea puoi venire da me quando vuoi, ma rispetto la tua decisione. Non ti chiamerò e non ti manderò lettere, se è quello che vuoi. Però non chiedermi di augurarti buona fortuna per il tuo futuro matrimonio con Giorgio Montani. Non sarei sincero.»
«Non ho questa pretesa» si congedò Valentina. «Grazie, Arturo, e addio.»
Soltanto dopo avere riagganciato si rese conto che, per la prima volta, nel tagliare definitivamente i ponti con lui, gli si era rivolta chiamandolo per nome.
Andò a rileggere la lettera, la lesse e la rilesse più volte, chiedendosi se fosse possibile dimenticare una volta per tutte quella piccola parentesi della sua vita. Sapeva che Martinelli non l'avrebbe ricontattata, poteva fidarsi di lui, quindi non avrebbe avuto problemi a rimanergli lontana.
Prese un accendino, avvicinò la fiamma alla lettera e poi la appoggiò a un posacenere. Guardò le parole di Arturo Martinelli bruciare, trasformarsi a poco a poco in cenere, sperando che il telefono squillasse, che Giorgio si facesse vivo.
Martinelli aveva ragione, il suo compagno non sembrava molto propenso a volerla davvero sposare, ma forse c'era solo bisogno di spronarlo a prendere quella decisione. Prima o poi sarebbe tornato da lei e allora, guardandolo negli occhi, gliel'avrebbe detto chiaramente.
"Voglio sposarti e voglio che fissiamo la data, sono stanca di aspettare. Non mi importa se dopo quello che è successo pensi che non sia il momento adatto per festeggiare e invitare gente. Non voglio invitati, non voglio una festa. Voglio solo essere tua moglie."
Pronunciò quelle parole ad alta voce, per sentirne il suono, certa che presto le avrebbe ripetute in presenza di Giorgio. Si sbagliava di grosso, perché le loro strade stavano per separarsi definitivamente e totalmente a sorpresa. Non solo, Giorgio non le avrebbe dato alcuna spiegazione, se non quella di non sentirsi più a proprio agio con lei. Poi si sarebbe davvero sposato, senza festeggiamenti e senza invitati, non con lei, ma con Emanuela Colombo.
~~~

Guardare il mondo da un'altra prospettiva era più facile di quanto Giorgio si fosse aspettato. Non che potesse dire di sapere da che prospettiva guardare il mondo, da quando aveva prima scoperto fino a che punto fosse disposto Bruno in nome della carriera, poi assistito alla morte del fratello senza potere fare niente per lui. In un modo o nell'altro, la fine della sua relazione con Valentina aveva contribuito all'apertura di un nuovo capitolo della sua esistenza.
Non aveva ancora parlato con Emanuela di cosa fosse accaduto, ma ne stava venendo il momento. Era da poco arrivato a casa della Colombo ed erano seduti uno di fronte all'altra. Si fissavano, sapendo che uno dei due avrebbe dovuto rompere il silenzio, ma nessuno dei due sembrava pronto per il grande passo.
Giorgio si fece coraggio e pronunciò ad alta voce le parole che, forse, in fondo al cuore lo spaventavano ancora.
«Ho fatto quello che dovevo.»
Da Emanuela gli arrivò la richiesta di essere più esplicito.
«Hai lasciato Valentina?»
«Sì.»
«Io ho lasciato il lavoro.»
«Bene. Vedrai che, da quel punto di vista, tutto si sistema. Quando lo vorrai, potrò aiutarti a trovare un nuovo lavoro. Mio padre e mia madre conoscono un sacco di gente, non sarà un problema.»
«Stavamo parlando di te e di Valentina» gli ricordò Emanuela. «Mi fa piacere sapere che non mi ritroverò in mezzo a una strada, anche se tu dovessi cambiare idea sul matrimonio, ma vorrei sapere qualcosa in più. Com'è andata con la tua fidanzata?»
«Non cambierò idea sul matrimonio» puntualizzò Giorgio, «E Valentina non è più la mia fidanzata.»
«Com'è andata con la tua ex fidanzata?» si corresse Emanuela. «Lo so, forse non ho alcun diritto di chiedertelo, ma preferisco che sia tutto chiaro. Se è tua intenzione tornare da lei, non accetterò di sposarti. So che il nostro matrimonio è dettato da ragioni pratiche, però non voglio sposare un uomo che ha già un'amante fissa prima ancora del matrimonio.»
«Ti assicuro che tra me e Valentina è finita. Non ha neanche fatto molto per trattenermi. Non so se sia perché vuole davvero stare con Martinelli o perché pensa che io sia confuso per via del periodo che sto passando e che tornerò sui miei passi, ma ad ogni modo ha accettato la mia decisione e non penso che cercherà di contattarmi.»
«Non pensi o non lo farà? Chiedo perché non la conosco, non so cosa devo aspettarmi.»
«Non so nemmeno io cosa devo aspettarmi, ma prima o poi verrà a sapere di noi due. Allora penserà che io l'abbia rimpiazzata e, fidati, se anche dovesse sperare di tornare insieme a me adesso, smetterà subito di sperarlo almeno allora. L'ho sentita tante volte criticare certe sue amiche perché inseguivano ancora i loro ex che si erano messi insieme a delle altre donne e ti assicuro che non è il tipo di persona che potrebbe fare la stessa cosa.»
«E tu?»
«Io... cosa?»
«Tu come l'hai presa?»
«Non dovevo prenderla in nessun modo» replicò Giorgio, con fermezza. «Sapevo cosa stavo facendo e mi sono limitato a fare quello che dovevo fare.»
«Siete stati insieme tanti anni» obiettò Emanuela. «Sei sicuro che non ti dispiaccia quello che hai fatto?»
«Mentirei se ti dicessi che non mi dispiace che tra me e Valentina sia finita. L'ho amata, in questi anni. Ho creduto per tanto tempo che sarei rimasto con lei per tutta la vita, ho creduto che prima o poi mi sarei sposato con lei. Però a volte la vita ti mette di fronte a certe situazioni in cui non tutto va come l'avevi pianificato. È esattamente quello che è successo tra me e Valentina. Me n'ero fatto una ragione ancora prima di decidere di sposare te.»
Emanuela fece una mezza risata.
«Lo sai che mi sembra quasi impossibile?»
Pur non condividendone l'ilarità, Giorgio condivideva quel pensiero.
«Sembra quasi impossibile anche a me, ma dopotutto non saprei più definire che cosa sia possibile e cosa no. Tutto si è stravolto in pochi mesi, faccio ancora fatica a credere che Bruno abbia fatto quello che ha fatto e che perfino una persona con i piedi per terra come te abbia accettato di immischiarsi in quella storia.»
Emanuela sospirò.
«Scusa se non sono la donna perfetta che pensavi.»
«Non c'è bisogno che ti scusi.»
«Lo so. Però ammettilo, il fatto che io abbia un passato torbido mi rende più interessante.»
«Se vuoi vederla da questa prospettiva...»
«Non ho mai pensato di doverti apparire interessante, ai tempi. Adesso, ovviamente, è un'altra cosa.»
Giorgio sviò quel discorso sul nascere.
«Come hanno fatto a convincerti?»
«Volevano cacciarmi via, lo sai. Era da un po' che non piacevo alla dirigenza, che pensavano fossi un po' troppo sveglia per i loro gusti. A volte ho detto cose che, secondo loro, non dovevo dire. Il titolare sapeva che avevo un certo ascendente su Bruno, quindi, fin dai tempi in cui sembrava ancora che fosse Bruno il prescelto della Speed, ha messo in chiaro che si aspettava che fossi collaborativa, se se ne fosse presentata la necessità. Io ho accettato, non sapevo che cos'avesse in mente. Poi, quando tra me e Bruno è scoppiata la scintilla, ho iniziato a fregarmene di quello che sarebbe successo con la squadra. Solo, ho iniziato a seguire Bruno e i suoi deliri.»
«Adesso li chiami deliri» precisò Giorgio, «Ma ai tempi pensavi di fare la cosa giusta, o sbaglio?»
«Mhm...» borbottò Emanuela, palesemente pensierosa. «Ho l'impressione che tu sia una di quelle anime candide che vedono tutto bianco o nero. Ci sono il bene e il male e sono ben definiti. Puoi avere una percezione di bene o di male diversa da quella della maggioranza delle persone, o forse più equa e sensata - basta solo pensare a quelli che credono che tu non dovresti stare in Formula 1 tacciandoti di avere scavalcato altri comprandoti il volante - ma sei comunque convinto che il bene e il male siano ben definiti. Tutto ciò che riesci a tollerare è quel genere di "male" che potresti commettere tu stesso.»
Giorgio strabuzzò gli occhi.
«Cosa vuoi dire? Non capisco?»
«Voglio dire che tutto ciò che hai fatto dopo che hai scoperto che la tua fidanzata forse aveva una storia con Martinelli è stato lasciarla facendole credere che fosse colpa tua. Nonostante tutto, non mi sembri particolarmente sconvolto da quello che è successo... forse perché anche tu, come Valentina, in passato, hai provato attrazione per altre persone? Magari l'hai tradita tu stesso...»
Giorgio la interruppe: «Non ho mai tradito Valentina. A un certo punto mi sono preso una cotta per un'altra donna, questo è vero, ma è rimasto tutto nella mia testa.»
Emanuela lo rassicurò: «Non volevo accusarti di non essere un compagno fedele, se è questa la tua preoccupazione. Sto solo dicendo che, nonostante quello che ha fatto Valentina ti abbia colpito in prima persona, riesci ad accettarlo perché l'idea che una persona possa innamorarsi di qualcun altro anche se ha una relazione stabile è un concetto che riesci ad accettare. Quello che ha fatto Bruno, non ti toccava nemmeno da lontano. Eppure sei rimasto spiazzato, non riuscivi ad accettare l'idea di quello che aveva fatto.»
«Essere fidanzati con una persona e innamorarsi di qualcun altro è qualcosa che può succedere, su cui non abbiamo molto controllo. Non c'entra niente con la faccenda tua e di Bruno. Bruno ha fatto qualcosa di squallido per il proprio interesse - o meglio, presunto interesse, dato che sono certo che poi avrebbero fregato anche lui - e tu gli sei corsa dietro.»
«Non sto mettendo le due cose sullo stesso piano, era solo un esempio. Ti stavo facendo notare, appunto, che tendi a distinguere tutto in bene assoluto e in male assoluto. Non riesci a credere che le persone a cui vuoi bene possano stare dalla parte di quello che tu vedi come male assoluto. Nel male assoluto non ci metti tutto ciò che è anche solo vagamente poco edificante, ma ciò che, oltre a non essere edificante, va oltre la tua comprensione. Mi capisci?»
«Penso di sì» ammise Giorgio, finalmente. «Mi stai dicendo che non riuscivo a capacitarmi di quello che aveva fatto Bruno per il semplice fatto che a me non sarebbe mai passato per la testa di compromettermi a quella maniera.»
«Proprio così» convenne Emanuela. «Se avessi osato di più, probabilmente avresti avuto una carriera più ricca di successi. Il fatto che tu ti sia fatto da parte non appena ti sei accorto che Martinelli puntava solo su Adriano Fabbri, cercandoti un'altra scuderia, dice molto di te. Avresti dovuto rimanere e dimostrare che valevi di più. Se devo essere sincera, trovo patetico che tu abbia aiutato Fabbri quando la sua carriera stava per naufragare, per poi doverti ritrovare in una squadra che ti considerava la sua seconda guida.»
«Non mi interessa se lo trovi patetico o meno. Non mi sono mai pentito di avere aiutato Adriano. Era un ottimo pilota, meritava di andare avanti anche se non era ricco sfondato. Non mi disturba che adesso si trovi in una posizione migliore della mia. Entrambi abbiamo realizzato il nostro sogno ed è questo che conta. Avere aiutato uno dei miei più cari amici non mi ha mai pesato. Anche se probabilmente farà più successo di me.»
Emanuela sorrise.
«Lo vedi? Nel tuo mondo fatto di contrasti tra bene e male, tu sei l'uomo perfetto e senza macchia che non ha mai cercato di scavalcare gli altri. Ti aspetti questo da chiunque, o almeno ti aspetti che rimangano rispettabili nel momento in cui ti accoltellano alle spalle. E prima o poi lo faranno.»
«Se intendi dire che Adriano mi sta accoltellando alle spalle perché sta lottando per le posizioni che contano mentre io sono molto più indietro, allora ti sbagli di grosso» mise in chiaro Giorgio. «Comunque, per quanto tu abbia ragione sul fatto che non cerco di scavalcare gli altri per interesse personale, ti sbagli. Sono ben lontano dall'essere l'uomo senza macchia che credi. L'hai detto tu stessa, per me è tutto bene o male. Io sto sul mio piedistallo e giudico. A volte mi viene da pensare che chi ha fatto qualcosa che reputo sbagliato si meriti le disgrazie che gli capitano... e questa sarà la mia maledizione per tutto il resto della mia vita.»
~~~

Adriano aveva appena preso in mano le chiavi e si stava apprestando a uscire di casa quando il campanello suonò. Pur non avendo grossi impegni per quel giorno, sperava che nessuno intendesse fargli perdere troppo tempo. Si affacciò alla finestra che dava sul cortile, per vedere chi ci fosse davanti al portone. Vide una donna girata di spalle. Aveva i capelli castani raccolti in una coda e indossava un abito a fiori. Non la riconobbe, in un primo momento, se non quando si girò.
Spalancò gli occhi: non si aspettava di vedere Valentina di fronte a casa sua.
Si affacciò.
«Vengo subito ad aprire!»
Valentina guardò verso l'alto e accennò un sorriso.
Adriano andò ad aprire e attese che l'amica entrasse.
«Scusami se mi precipito a casa tua.» Dal tono, Valentina sembrava quasi in imbarazzo. «Disturbo?»
«No, figurati.»
«Non avevi da fare?»
«Niente di importante.»
Adriano invitò Valentina ad entrare e richiuse la porta alle sue spalle.
«Mi fa piacere vederti, solo, non mi aspettavo che ti presentassi qui a sorpresa. Posso chiederti come mai...»
Valentina gli domandò: «Possiamo sederci?»
«Sì, certo, possiamo sederci» disse Adriano, invitandola a seguirlo in soggiorno. «Scusami, non vorrei sembrarti scortese, è che, lo ammetto, la tua presenza mi ha un po' spiazzato, dopo...»
Si interruppe. Non sapeva come proseguire. Per fortuna fu la stessa Valentina a intervenire in suo aiuto.
«Dopo avermi vista dove non avremmo dovuto vederci?»
Si sedettero.
«Sei qui per questo?»
Valentina annuì.
«In un certo senso.»
«Sono sicuro che avessi le tue buone ragioni per essere dov'eri» rispose Adriano, «E non devi sentirti in dovere di darmi delle spiegazioni. Anzi, non vedo nemmeno perché tu ti sia precipitata fino a casa mia per giustificarti. Anzi, è meglio che ti dica cosa ci facevo io nell'ufficio di Martinelli, non credi?»
«Stavate definendo il tuo contratto per il 1982, posso immaginare» azzardò Valentina. «Mi fa piacere sapere che resterai.»
«Anche a me fa piacere» le confidò Adriano. «Siamo arrivati in alto, quest'anno, e anche se sta venendo a costare più di quanto Martinelli prevedesse, ne vale la pena.»
«Ne so qualcosa» ammise Valentina. «Non tanto, ma ne so qualcosa anch'io. Il tuo nuovo compagno di squadra, quel brasiliano che ha preso il posto di Bruno, ha buoni sponsor, se non sbaglio. Mentre tu lotti per il titolo, il destino della Scuderia Martinelli sembra dipendere da lui, nonostante i suoi risultati.»
«Il mio nuovo compagno di squadra non è scarso quanto lo descrive la stampa specializzata, ha solo poca esperienza. Però i suoi sponsor fanno molto comodo. Senza di lui, avremmo avuto problemi seri, specie adesso che, dopo quello che è successo a Bruno, alcuni finanziatori hanno abbandonato Martinelli.»
«È così spiacevole che dobbiate rimetterci per cause di forza maggiore che non c'entrano niente con la squadra.»
«Lo so, è spiacevole, ma c'erano sponsor che pagavano per avere Bruno sulla seconda vettura. Dopo quello che gli è successo, hanno deciso di spendere diversamente i loro soldi. Il mondo dell'automobilismo è crudele tanto quanto quello circostante.»
Valentina rimase in silenzio qualche istante, forse preparandosi a cambiare discorso.
Doveva essere quella la sua intenzione, dal momento che riprese: «Già, nella vita c'è ben poco da salvare. Per fortuna, ogni tanto, accade qualcosa di positivo e ci vengono date delle seconde chance.»
Adriano ebbe l'impressione che si riferisse alle circostanze del loro incontro.
«Eri andata a fare visita a Martinelli, vero?»
«Sì.»
«Qualcosa mi dice che vorresti che te ne chiedessi il motivo.»
«Penso che tu possa immaginarlo. Come sicuramente saprai molto bene, da qualche tempo Arturo non sta più insieme a sua moglie.»
«Non ho l'abitudine di intromettermi nella vita privata di Martinelli, ma ho sentito dire qualcosa in proposito.»
Inaspettatamente, Valentina scoppiò a ridere.
«Davvero pensi che non l'abbia capito?»
«Cos'avresti dovuto capire?»
«Martinelli e la signora Patrizia erano in crisi da tempo, ma lui non aveva mai preso in seria considerazione l'ipotesi di divorziare. È stata sua moglie a proporglielo... e penso che avesse le sue buone ragioni. Me l'hai detto tu, qualche mese fa, che stai insieme a una donna sposata. Allora mi sono ricordata di tutte le volte che vi ho visti scambiarvi degli sguardi difficili da interpretare e ho fatto due più due.»
«Non sto più insieme a quella donna sposata» chiarì Adriano, «E preferirei evitassimo di parlarne.»
«Mi avevi anche detto che, se anche lei e suo marito si fossero lasciati, difficilmente avreste potuto stare insieme alla luce del sole» insisté Valentina, «E tutto torna. In effetti sarebbe abbastanza imbarazzante, nella tua posizione, ufficializzare di avere una relazione con l'ex moglie del tuo capo, specie adesso che hai rinnovato con la Scuderia Martinelli.»
Adriano era desideroso di non approfondire ulteriormente quell'argomento, quindi domandò a bruciapelo all'amica: «Cosa c'è esattamente tra te e Martinelli?»
«Per ora poco» rispose Valentina, «Ma presto le cose potrebbero cambiare.»
«Perché vi siete visti nel suo ufficio?»
«Perché volevamo parlare e non me la sentivo ancora di uscire insieme a lui.»
«Cosa ci trovi in lui?»
«Perché questa domanda?»
«Perché ho sempre pensato che tu e Giorgio foste una bella coppia. Mi era sembrato di capire che ci fossero dei problemi, tra di voi, ma non mi aspettavo che potesse accadere questo.»
«Non sta succedendo niente che riguardi Giorgio» mise in chiaro Valentina. «È stato lui a lasciarmi, credo di avere il diritto di frequentare un altro uomo.»
«Assolutamente, non l'ho mai messo in discussione» la rassicurò Adriano. «Non voglio giudicare le tue scelte. Solo, sei davvero sicura che tra te e Giorgio sia davvero finita? Mi fa uno strano effetto pensare che non state più insieme. Da quando lo conosco - e sono passati un bel po' di anni - ci sei sempre stata tu nella sua vita.»
«Adesso non ci sono più, nella sua vita» replicò Valentina, con freddezza. «Mi è stato riferito che l'hanno visto spesso in compagnia della Colombo, ultimamente... e adesso quella donna non lavora più per la Speed.»
«Non credo che Giorgio abbia una relazione con Emanuela. Mi ha sempre fatto capire che non l'avrebbe mai presa in considerazione come un'ipotetica partner.»
«Non tutto quello che Giorgio ha fatto capire di sé è vero» ribatté Valentina. «Ci sono dei lati di lui che non conosciamo. Ho l'impressione che ci abbia sempre presi in giro e che non sia chi ci ha fatto credere di essere.»
«Frase molto poetica, ma priva di significato, a mio parere» obiettò Adriano. «Ciascuno cerca di mostrare il lato migliore di sé, lo faccio io e lo fai sicuramente anche tu. Giorgio non fa eccezione. Tutti abbiamo un lato oscuro.»
Valentina scosse la testa.
«No, non intendevo dire questo. Giorgio è cambiato, ultimamente, c'è qualcosa in lui che mi lascia pensare ci stia nascondendo qualcosa di serio. Non fraintendermi, non sto dicendo che non sia normale che qualcosa sia cambiato in lui, dopo quello che è successo a Bruno... ma sappiamo davvero, fino in fondo, cosa sia successo?»
«Aspetta, mi è sfuggito un passaggio. Stai per caso insinuando che Giorgio abbia deliberatamente taciuto qualcosa che è successo la sera in cui Bruno è stato ucciso?»
«Non avrei voluto essere così diretta, ma dato che l'hai fatto tu penso di poterla mettere anch'io in questi termini. In fondo sappiamo solo quello che ha raccontato Giorgio.»
«Quello che ha raccontato Giorgio e che hanno raccontato anche dei testimoni che hanno avuto la sventura di vedere qualcosa dalle loro finestre. È stato ricostruito tutto piuttosto chiaramente: mentre era fuori, sotto casa di Giorgio, Bruno è stato accerchiato da un gruppo di disagiati, probabilmente tossicodipendenti in stato di alterazione, che volevano derubarlo. Quando si sono accorti che non aveva soldi l'hanno accoltellato. Dato che in quel momento, richiamato dagli schiamazzi, Giorgio è uscito di casa, sono scappati prima che potesse vederli e riconoscerli. Mi sembra tutto abbastanza realistico. Perché Giorgio dovrebbe avere mentito e la gente che ha assistito dovrebbe averlo coperto?»
«No, assolutamente, non ho mai detto questo» si difese Valentina. «Credo fermamente che questo sia vero. Solo, c'è qualcosa che di per sé non è strettamente legato al delitto che mi sfugge. Ultimamente Bruno andava continuamente da Giorgio, con la scusa che frequentava una donna della provincia di Milano, che però Giorgio sosteneva di non avere mai incontrato. Inoltre, poche ore prima, io e Giorgio ci eravamo sentiti al telefono e mi aveva detto che lui e Bruno erano stati invitati a una festa e che, anche se non aveva alcuna voglia di andarci, sarebbe andato comunque per fare contento suo fratello. Eppure, a quanto pare, a quella festa non sono mai andati. Al momento del tentativo di rapina, Giorgio era in casa, mentre Bruno stava gironzolando senza meta poco oltre il cortile, senza nemmeno le chiavi. Mi piacerebbe sapere cos'abbiano fatto quella sera. Ho provato a chiederlo a Giorgio, ma è sempre stato molto sfuggente in proposito.»
Adriano insinuò: «Sei convinta che quella sera sia accaduto qualcosa che poi è culminato nel delitto?»
«No, sto solo insinuando che quella sera sia accaduto qualcosa» rispose Valentina, «Qualcosa su cui, per qualche motivo, Giorgio vuole mantenere il riserbo più assoluto e che forse ha a che vedere con quello che è successo dopo.»
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire che ho avuto l'impressione che Giorgio potesse fare qualcosa, ma che non l'abbia fatto. Me lo sono chiesta più di una volta, quanto a lungo abbia osservato la scena dalla finestra, prima di intervenire. È vero, non poteva sapere che quella gente avrebbe ammazzato Bruno, ma non posso fare a meno di farmi delle domande.»
~~~

La ventiquattresima posizione conquistata al termine della sessione di qualifiche del sabato non era esattamente ciò che Giorgio aveva sperato, ma quello che contava era essere dentro i primi ventisei. La monoposto, che già non aveva performato molto bene nella giornata precedente e nelle prove libere, gli aveva dato ancora più difficoltà che nelle prime sessioni del fine settimana, ma c'era ancora la possibilità di portare a casa un risultato che non fosse troppo negativo l'indomani. I circuiti cittadini mettevano a dura prova sia le vetture sia le performance dei piloti, ma Giorgio vi si era sempre trovato a proprio agio, sia che si trattasse di tracciati cittadini che avevano un fascino e una storia, sia che fossero indecenze, come quello ricavato all'interno di un parcheggio sul quale si sarebbe svolto il penultimo evento del campionato.
In generale i risultati con la Speed non erano stati all'altezza di quelli della stagione precedente con la Scuderia Martinelli, ma Giorgio non aveva rimpianti. Certo, il sapore della vittoria a Monza era indimenticabile e difficilmente ripetibile, così come gli anni passati con la squadra bolognese erano sicuramente da ricordare con piacere, ma a mondiale ormai terminato sentiva di avere fatto la scelta giusta. L'unico rimpianto era quello di avere firmato un biennale, tanto da essere blindato alla Speed anche per la stagione successiva. Se non era tutto rose e fiori quanto vissuto alla Scuderia Martinelli, riteneva che la squadra nella quale aveva passato i primi anni in Formula 1 e non solo avesse un senso dell'etica molto più marcato di quello del nuovo team. Il suo obiettivo era rimanere con la Speed il meno a lungo possibile. Sapeva di essere obbligato a un'ulteriore stagione sotto gli stessi colori, ma era certo che si sarebbe trattato di un anno soltanto.
Mentre rifletteva sulle effettive possibilità di iniziare, di lì a un anno, un nuovo capitolo della propria carriera, avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Si girò e, con un certo stupore, si ritrovò a tu per tu con l'ex compagno di squadra Adriano Fabbri.
«Vedo che voi piloti importanti ogni tanto vi ricordate di noi comuni mortali» scherzò Giorgio. «O forse mi vuoi accusare di avere fatto qualcosa di male? Se hai visto una Speed che ti rallentava, senza ombra di dubbio era il mio nuovo velocissimo compagno di squadra.» Accanto a lui, nel corso della stagione, se ne erano avvicendati vari, nessuno dei quali dalle performance memorabili. «Vai a lamentarti da lui, io non c'entro niente.»
Adriano fece una mezza risata.
«No, nessuno mi ha rallentato. Come hai detto, adesso sono un pilota importante. Nessuno oserebbe più mettersi in mezzo, non siamo più ai tempi in cui eravamo due sfigati qualsiasi.»
«Mi stai dicendo che io sono ancora uno sfigato qualsiasi» ribatté Giorgio. «Va beh, me ne farò una ragione. Perché sei qui? Appurato che non ti ho ostacolato e che non sei venuto a insultarmi, che cosa posso fare per te?»
«Niente. Hai due minuti? C'è una cosa di cui dovrei parlarti.»
Giorgio si guardò intorno.
«Dimmi tutto. A meno che non sia qualcosa di assolutamente segreto, penso che possiamo parlare qui. Nessuno ci sta prendendo in considerazione.»
«Niente di segreto, almeno credo» rispose Adriano. «Ho saputo che ti sei lasciato con Valentina.»
Giorgio alzò gli occhi al cielo.
«Vedo che le notizie volano. Come lo sai?»
«Non importa di come lo so. Mi confermi che è vero, quindi.»
«Proprio così. La storia d'amore più bella del decennio è finita. Pazienza, è andata male.»
Adriano puntualizzò: «Se ho capito bene, sei stato tu a lasciarla.»
Giorgio confermò: «Hai capito bene, ma non è niente di cui tu ti debba preoccupare. È meglio così, sia per me sia per Valentina. Non aveva più senso continuare a stare insieme.»
«Che cos'è successo?»
Giorgio scoccò un'occhiata di fuoco all'amico.
«Io non mi sono mai intromesso nella tua vita sentimentale, anche se ho sempre saputo che vai in giro a fare casini con le donne. Ti chiedo di avere la cortesia di ricambiare il favore.»
«No, non ti sto chiedendo cos'è successo con Valentina» chiarì Adriano. «Ti ho chiesto cosa sta succedendo a te.»
«Penso che tu sappia anche fin troppo bene cosa mi è successo» replicò Giorgio, con freddezza, «E penso che tu possa immaginare che non mi va di parlarne.»
«Non parlavo di...» Adriano si interruppe, evitando di essere esplicito, e Giorgio gliene fu grato. «Parlavo proprio di te. Ti vedo strano, sfuggente. Poi viene fuori che non stai più insieme a Valentina. Nel frattempo la Colombo ha lasciato il lavoro.»
«La Colombo ha lasciato il lavoro per motivi personali, immagino» ribatté Giorgio. «Non vedo perché tu mi stia chiedendo spiegazioni per questo.»
«Non ti sto chiedendo spiegazioni, né sulla Colombo né su di te, né sul perché tu e Valentina vi siate lasciati» precisò Adriano. «Solo, sono preoccupato per te. Ti vedo strano, stai finendo per isolarti da tutti.»
Giorgio lo guardò negli occhi.
«Non ti è mai venuto da pensare che, se mi sto isolando da tutti, è perché preferisco restare da solo?»
«Sì, certo che mi viene da pensare, ma allo stesso tempo mi viene da pensare che non ti faccia bene.»
«Fammi indovinare, è stata Valentina a chiederti di farmi questo discorso.»
«No, assolutamente. Non sono convinto che Valentina pensi ancora a te.»
«Meglio così, allora. Tra me e lei è finita, meglio che finisca definitivamente, senza ripensamenti per nessuno.»
«Non è stata Valentina a chiedermelo, è stata un'iniziativa mia. Te l'ho detto, mi sto un po' preoccupando per te. Se c'è qualche problema, qualcosa di cui vuoi parlare, sai dove trovarmi.»
Senza riflettere, Giorgio pronunciò le prime parole che gli vennero in mente.
«Lo farò.»
E se l'avesse fatto davvero?
Se avesse veramente raccontato ad Adriano che cosa fosse accaduto, o almeno una piccola parte?
Lo conosceva, lo conosceva bene, sapeva di potere contare sulla sua discrezione. In più, se si fosse lasciato sfuggire qualcosa, avrebbe potuto smentirlo pubblicamente: sarebbe stata la sua parola contro quella di Adriano e il segreto che si portava dentro era inverosimile abbastanza affinché Fabbri fosse etichettato come un pazzo visionario.
Il suo ex compagno di squadra, frattanto, aveva accolto le sue parole con un sorriso.
«Va bene, quando vuoi.»
Giorgio non avrebbe saputo come replicare, ma intervenne in suo soccorso l'addetta alle pubbliche relazioni che aveva preso il posto di Emanuela.
Era una signora sulla cinquantina, ancora più fredda di quanto non lo fosse la Colombo a suo tempo.
«Montani, c'è Mister Speed che ha bisogno di parlarti.»
Come solito, Giorgio si sforzò per non scoppiare a ridere. Il titolare della squadra aveva un nome e un cognome, ma la nuova PR si ostinava a definirlo "Mister Speed", soprannome che ormai era comunemente accettato all'interno del team e anche dal diretto interessato.
«Ti devo lasciare, Giorgio, buona fortuna per la gara di domani e complimenti per la qualifica.» A quel punto Giorgio si rivolse alla PR. «Vengo subito. Non voglio certo far attendere "Mister Speed".»
Giorgio credeva si trattasse di qualche faccenda di routine o, molto più probabilmente, visto l'andazzo generale, di una questione legata a qualche sponsor. D'altronde, da quando aveva lasciato la Scuderia Martinelli, passava più tempo a sentire parlare di patrocinatori e di marchi da esibire piuttosto che di competizioni, tanto da avere avuto in più occasioni il dubbio che fosse quella la ragione per cui la squadra sembrava non riuscire a fare il salto di qualità, diversamente dall'avversaria Scuderia Martinelli. Perfino chi aveva sempre visto le due squadre come nemiche giurate stava iniziando a dimenticare la loro rivalità, adesso che Adriano Fabbri lottava per il mondiale con Carlos Reutemann e Nelson Piquet.
Non era una faccenda di routine, venne a scoprire ben presto, né tantomeno una questione di sponsor. Si ritrovò solo, insieme a Mister Speed, che prese a fissarlo in un modo che a Giorgio non piaceva per niente, che non faceva presagire nulla di buono. Si domandò se ci fosse qualche problema, se l'essersi qualificato soltanto due posizioni più avanti rispetto al suo compagno di squadra non fosse stato apprezzato.
Purtroppo non era nulla di così semplice.
«Ricordi i bei tempi in cui ero sul punto di ingaggiare tuo fratello, quando tu eri ancora alla Scuderia Martinelli?» gli chiese Mister Speed, con voce subdola.
«Sì, perché?»
«Perché tuo fratello era il pilota ideale, giovane, determinato e disposto a oltrepassare limiti che ad altri piloti sembrerebbero insuperabili.»
Giorgio rabbrividì.
«Che cosa significa? Perché stiamo parlando di mio fratello?»
«Perché quel povero ragazzo non c'è più e mi dispiace tanto per lui, ma tu sei ancora qui. Devi finire il lavoro che Bruno aveva iniziato.»
Giorgio spalancò gli occhi.
«Che cos-...»
Mister Speed lo interruppe: «Ho buoni informatori e sono certo che la Scuderia Martinelli sia in difficoltà economiche. Nulla di grave, non rischia di fallire, ma di sicuro, se non riesce ad attirare nuovi investitori, nelle prossime stagioni non potrà ripetere l'exploit di quest'anno... e se Fabbri vincesse il mondiale, è certo che gli investitori arriverebbero. Noi, come squadra, non possiamo permettere che uno dei piloti di Martinelli diventi campione del mondo.»
«Adriano non è il favorito» obiettò Giorgio. «Non...»
Ancora una volta, Mister Speed non lo lasciò finire.
«Non mi interessa che i favoriti siano altri, l'importante è la sicurezza che Fabbri non vinca il mondiale. Sei l'unico che può darmi la certezza matematica che la Scuderia Martinelli rimanga una squadra di centro classifica. Bruno non avrebbe esitato a fare quello che gli chiedevo. Adesso mi aspetto lo stesso da te.»
«Bruno è sempre stato un bravo ragazzo, ma non si può negare che fosse un arrivista. In cambio della promessa di un futuro di gloria era disposto a compromettersi. Io non sono così.»
Mister Speed rise, sprezzante.
«Sì, lo so, tu sei quello che non si vende, per nessun motivo. Sai, ti ammiro. Anch'io vorrei avere un'etica come la tua, dei principi sani a cui essere fedele. È proprio per questo che non accetteresti mai l'idea che tuo fratello venga sputtanato pubblicamente e che il suo ricordo venga infangato. Peccato che sia esattamente quello che succederà - e ti assicuro che posso farlo uscendone completamente pulito. A meno che tu non mandi fuori pista Adriano Fabbri, ovviamente. Non pretendo niente di esagerato, solo che non finisca la gara, oppure che la finisca nelle retrovie. Il ritiro di Fabbri in cambio del mio silenzio. Ci stai?»
~~~

Un'altra stagione era terminata, venendo consacrata per sempre alla memoria del motorsport. La situazione era mutata, ma da uno sguardo esterno sarebbe stato difficile percepirlo. Le vittorie, i tanti risultati di spessore e il fatto di avere lottato fino quasi alla fine per il titolo mondiale erano difficili da percepire, così come chi, dall'esterno, avesse visto Valentina seduta allo stesso tavolo di Martinelli avrebbe potuto pensare che nemmeno per lei fosse cambiato molto rispetto a un anno prima. Invece era cambiato tutto e, seppure inizialmente fosse stata riluttante a prendere parte all'evento, aveva accettato. Ormai era la nuova fidanzata di Arturo Martinelli e, una volta ultimate le pratiche del suo divorzio, che stavano procedendo a tempo record, avrebbero iniziato a progettare il proprio futuro.
Adriano era seduto al loro stesso tavolo. Le faceva uno strano effetto essere accanto a lui, che conosceva bene gli sviluppi della sua vita privata. Si era sentita un po' in imbarazzo, almeno all'inizio, ma poi si era detta che non aveva niente da nascondere. Aveva il diritto di rifarsi una vita, dopo la fine della relazione con Giorgio, così come ce l'aveva Arturo Martinelli dopo la separazione dalla moglie.
Iniziò a comportarsi con naturalezza, scambiando ogni tanto anche qualche parola con l'amico - del resto non c'era molto da fare conversazione con gli altri presenti che, come al solito, si stavano rivelando di una noia mortale. Valentina non vedeva l'ora che si togliessero di torno e fu accontentata. Subito dopo l'ultima portata, le capitò di rimanere al tavolo da sola insieme ad Adriano: Martinelli e i suoi finanziatori si erano allontanati per andare a parlare con altra gente del loro rango.
«Finalmente» commentò Adriano, guardando verso di lei. «Senza offesa, ma Martinelli e quegli altri tizi mi stavano facendo addormentare.»
«Meno male che li ha portati via» convenne Valentina. «Deve essersi accorto che non ne potevo più.»
«Da quando ci sei tu nella sua vita, Martinelli sembra avere preso consapevolezza che non tutti sono interessati alle chiacchiere della gente che frequenta» ribatté Adriano. «Se non altro un miglioramento l'ha fatto.»
Valentina avvampò, spiazzata. Non sapeva cosa dire.
Per fortuna, Adriano proseguì: «Mi fa piacere che siate felici insieme. Certo, se fossi stato al posto tuo avrei puntato a una persona più giovane, ma la scelta è tua.»
«La differenza di età non mi pesa» replicò Valentina. «Anzi, almeno sono sicura di avere accanto un uomo che si comporti da adulto. Tu, invece? Hai trovato finalmente l'anima gemella?»
Adriano rise.
«No, nessuna anima gemella per me, ormai dovresti saperlo bene.»
«Lo so, purtroppo, infatti non faccio altro che sperare che prima o poi tu metta la testa a posto.»
«Ho già la testa a posto. Non c'è bisogno di fidanzarsi per avere un senso nella vita.»
Valentina gli strizzò un occhio.
«Sono meglio le donne sposate?»
«La maggior parte non lo erano.»
«La maggior parte non le ho mai conosciute.»
«Ufficialmente non ti ho neanche mai presentato quella sposata.»
«Però so benissimo chi fosse.»
Adriano ridacchiò.
«Non hai prove.»
«Non ho prove e non mi interessa averne» puntualizzò Valentina. «Non voglio farti la predica per il modo in cui salti da un letto all'altro.»
«Stai esagerando. Non salto da un letto all'altro.»
«Giorgio l'ha sempre affermato.»
«Giorgio ha sempre avuto l'abitudine di travisare le cose.»
«Io, però, ricordo bene come andò a finire con quella ragazza che avevi conosciuto a Monza qualche anno fa. Sembrava dovesse essere la donna della tua vita, invece poi l'hai messa da parte da un momento all'altro.»
Adriano abbassò lo sguardo.
«Parli di Anna?»
«Sì, mi pare si chiamasse proprio Anna» confermò Valentina. «Giorgio me lo disse subito che tra voi sarebbe durata meno di un mese... e infatti andò proprio così.»
«Giorgio aveva la malsana abitudine di non farsi mai i cazzi suoi» replicò Adriano, con freddezza, «Anche se ci aveva visto giusto. Anna non era la persona giusta per me.»
«Mi sta venendo il dubbio che non ci sia una persona giusta per te.»
«E io ti ho detto che non è un problema, non sento l'esigenza di avere una relazione stabile. Dopotutto perché dovrei? Che senso ha avere una compagna che mi aspetta a casa ogni fine settimana, con la consapevolezza che potrei non tornare indietro?»
«Sei troppo disfattista» obiettò Valentina. «Non siamo più negli anni '50 o '60. Voi piloti dei giorni nostri entrate nell'abitacolo con la ragionevole probabilità di uscirne vivi.»
«Ma non sempre va a finire così. Tutto può andare storto all'improvviso. Non voglio accanto a me una persona che debba portare addosso questo peso. Quando la mia carriera finirà, allora magari sarà tutto diverso.»
«Nessuno di noi ha la certezza di arrivare vivo al giorno dopo, si può morire ovunque. Non ha senso rinunciare a ciò che potrebbe farci stare bene per paura che la persona che amiamo debba vivere senza di noi. Te lo dico perché sono stata per tanti anni fidanzata con un pilota. Non era un peso per me. Amavo Giorgio e, ai tempi, non mi sono mai messa dei problemi.»
«Però è finita male.»
«Non certo per i pericoli dell'automobilismo... anche se, in un certo senso...» Valentina sospirò. «Lo sai che si è sposato con Emanuela Colombo?»
Giorgio alzò lo sguardo, fissandola con gli occhi spalancati.
«Si è sposato?!»
«Sì, in gran segreto e senza invitati a parte i testimoni, ma le notizie volano» gli riferì Valentina. «La Colombo è anche in evidente stato di gravidanza. Non so con esattezza da quanto tempo sia incinta, ma sicuramente da prima che io e Giorgio ci lasciassimo. Quindi Giorgio è sempre tornato a casa vivo - e spero continui a tornare sempre a casa vivo, nonostante tutto - ma il fatto di passare più tempo con la squadra e con l'addetta stampa piuttosto che con me ha contribuito alla fine, per noi.»
«È proprio una testa di cazzo. Mi dispiace... e soprattutto mi dispiace per non essermene accorto prima.»
«Cosa c'entri tu?»
«Quando mi hai detto che mi eravate lasciati, sono anche andato a parlargli. Gli ho detto che, se aveva qualche problema, si poteva confidare con me, che potevo cercare di aiutarlo. Pensavo fosse lui il problema.»
«Infatti lo era.»
«Sì, certo, ma non intendevo questo. Credevo ci fosse di mezzo il suo stato psicologico, o qualcosa del genere, non che andasse a spargere figli in giro quando era ancora fidanzato con te. Non c'è che dire, si rivela una delusione sotto tutti gli aspetti.»
«Mi fa piacere che anche tu te ne sia accorto. Quell'incidente è stata davvero una porcheria.»
«Quell'incidente è stato un incidente, o almeno credo.»
«Dice così anche Arturo.»
«Lo so. Martinelli sembra convinto che Giorgio volesse semplicemente sdoppiarsi, convinto di essere più veloce di me. Dice che lo conosce, come pilota, e che non causerebbe mai casini di proposito.»
«Allora perché ti ha aggredito quando gli hai chiesto spiegazioni?»
«Vedo che Martinelli ti riferisce tutti i dettagli più scabrosi, e sempre con la narrativa che più gli fa comodo.»
Valentina insisté: «Se fosse stato solo un incidente, Giorgio si sarebbe scusato per quello che era successo.»
«Infatti conto sulla speranza che prima o poi decida di farlo» rispose Adriano. «Mi aspetto che rinsavisca.»
«Non succederà» insisté Valentina. «Ormai ha dimostrato di che pasta è fatto. Più lontano lo tieni e meglio è.»
«Non corro pericoli.»
«Chi può dirlo. Quell'incidente poteva finire davvero male.»
«Ne sono consapevole, ma non perché poteva finire male significa che ci sia qualcosa di più di quello che tutti hanno visto. Certo, la reazione di Giorgio lascia pensare male, ma mi auguro che un giorno possa spiegarmi le sue ragioni.»

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.

Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".

Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.

Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3

Milly Sunshine