Doveva essere una vita fa il giorno in cui la Redbull ha fatto un annuncio shock che
molti si aspettavano: a fine stagione Vettel,
con loro da anni e anni, raccoglierà i propri stracci e se ne andrà. Anzi, no,
non era una vita fa: era la vigilia di quel maledetto gran premio del Giappone,
appena 22 giorni fa. In realtà, a ben guardare le cose, non è stato nemmeno
così scioccante: di fatto non è niente di diverso da quello che accade in tutte
le altre situazioni. Certo, se te ne vai quando hai vinto due mondiali e punti
a un team con un nome più importante, oppure se lasci il tuo team dopo anni
passati a puntare al terzo o al quarto posto in classifica, forse fa meno testo
che se vai via dopo una stagione passata nell’ombra del compagno di squadra
dopo avere vinto quattro titoli mondiali consecutivi. Purtroppo non ci sono
precedenti nella storia della Formula 1... o forse per fortuna, dato che vedere
un pilota di 27 anni che ha già vinto quattro mondiali con lo stesso team e che
potenzialmente potrebbe vincerne altrettanti a volte è un po’ annoiante. In realtà,
però, non è che mi sia annoiata più di tanto: c’era sempre qualche duello tra
le Marussia e le Caterham a entusiasmarmi, quando là davanti c’era qualcun
altro che dominava.
Il destino di Vettel è in Ferrari: fin da subito chiunque ne è sempre stato convinto e molto
probabilmente è davvero così. Si segnala, però, che non è arrivato alcun
annuncio ufficiale, così come nemmeno la McLaren
ha annunciato i propri piloti. Quale sarà quindi il destino di Alonso? L’unica dichiarazione che ha
fatto lui, è stata più o meno di questo tipo: sì, lo so, qualcuno potrebbe ipotizzare che rimarrò senza volante come
un Hulkenberg qualsiasi, ma nel 2015 io ci sarò.
Hulkenberg...
passiamo a Hulkenberg, appunto: è giunto il grande momento, in quanto la scorsa
settimana la Force India l’ha
ufficializzato per il 2015. Non si sa ancora se Perez farà coppia con lui o se verrà mandato in Messico a coltivare
peperoncini. Tornando a Hulkino - perché ne sono sicura, molti di voi stanno
sognando a occhi aperti il giorno in cui Raikkonen appenderà la bottiglia di
vodka... ehm, il casco al chiodo - il suo contratto sarà per una sola stagione,
quindi c’è già chi fa 2+2, ipotizzando un suo futuro in rosso. Devo ammettere
che l’idea sarebbe allettante e secondo me sarebbe anche piuttosto sexy vestito
di rosso (tipica opinione motoristica essenziale per il post XD) e che, vista l’impossibilità
di realizzazione del mio scenario ideale, tutto sommato sarebbe il male minore.
C’è solo un dubbio che mi assilla: per la vecchia questione delle nazionalità
dei compagni di squadra, davvero la Ferrari intende affidare il suo volante a
due tedeschi nello stesso momento? Mi viene il dubbio che Hulkenberg non sarà
mai il compagno di squadra di Vettel in Ferrari. Speriamo almeno che rimanga in
Force India abbastanza a lungo da permettere agli indiani di conquistare il
tetto del mondo.
A proposito di indiani... c’è una notizia bomba esplosa
proprio stamattina: pare che per la modica cifra di 70 milioni di euro due
magnati indiani abbiano deciso di acquistare nientemeno che quello che rimane
della Marussia! A proposito di
Marussia, l’altra notizia è che, un paio di giorno dopo la Caterham, è finita a
propria volta in mano ai curatori fallimentari. Qualcuno, però, sembra quasi
interessato a comprarsela e chissà, magari anche la Marussia risorgerà dalle
proprie ceneri come la Spyker quando venne acquistata dagli indiani. So che sto
facendo castelli in aria del tutto inopportuni, ma cosa accadrebbe se gli
indiani comprassero davvero la Marussia e decidessero di mettervi al volante
uno dei talenti indiani? A parte il fatto che il glorioso Alex Rossi perderebbe nuovamente il volante! ...Okay, basta
infierire sul quel poveretto (non in senso economico, suppongo) alla ricerca
dell’esordio in Formula 1: è quello che succede a chi nasce dalla parte sbagliata
dell’oceano... figuriamoci se iniziamo a gufarlo.
Per quanto riguarda la Caterham, tutto tace. A nessuno sembra importare un accidente del
destino di Kobayashi, Ericsson e i vari piloti che avrebbero
dovuto esordire o forse no prima della fine della stagione. Anch’io, devo
ammetterlo, sono più interessata al destino di Chilton, quasi come se fossi una fangirl 12enne.
Qualcuno si chiederà che fine abbia fatto la Sauber. Per il momento sembra ben
lontana dalla Marussia e dalla Caterham, dato che in questi giorni ha
organizzato test privati per giovani piloti emergenti(?), probabili talenti(?)
del futuro a Valencia.
Uno è Adderly Fong,
24 anni, miglior pilota di Hong Kong della storia della Formula 1. Il fatto che
sia stato l’unico ha contribuito al suo successo. L’altro, decisamente più
giovane, è il 19enne Roy Nissany (che
poi qualcuno mi deve spiegare come si pronuncia: Nìssani? Nissàni? Nissanì?),
che spera di diventare il miglior pilota israeliano della storia della Formula
1. Se non dovesse riuscire in questo intento, dato che il margine di confronto
è il padre, farebbe molto meglio a cambiare mestiere. Per chi giustamente non
avesse idea di chi stia parlando, si tratta di un certo Chanoc Nissany, che
prese parte alle prove libere del gran premio d’Ungheria 2005 sulla Minardi. Le
sue performance sono le seguenti:
- si è lamentato che la macchina aveva TROPPO grip;
- ha girato 6 secondi più lento del penultimo (Kiesa
sulla Jordan);
- dopo essersi insabbiato, non era capace di scendere
dalla vettura non riuscendo a smontare il volante, e rimase a bordo mentre la
gru spostava l’auto.
Va beh, dopo avere concluso ripercorrendo la gloriosa
carriera di questo pilota(?), non mi resta che darvi appuntamento al prossimo
post.
Adeus.
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