martedì 30 novembre 2021

Il finale del mondiale 1982: il titolo di Keke Rosberg

La scorsa settimana ho letto una persona che su twitter scriveva di quanto sarebbe bello un mondiale come quello del 1982, in cui undici diversi piloti hanno vinto almeno un gran premio, di cui cinque ne hanno vinto due, e nessuno di quei cinque ha poi vinto il mondiale. Sono d'accordo, un mondiale così ci vorrebbe, sono trentanove anni che Keke Rosberg viene tacciato di non meritare il mondiale perché l'ha vinto a caso, sarebbe anche ora di lamentarsi di qualcuno capace di emularlo.
Peraltro Sexy Baffo non ha fatto nulla di scandaloso: ha solo vinto a caso un mondiale in cui qualsiasi altro vincitore sarebbe stato un pilota a caso. Certo, un titolo vinto da Slim Borgudd sarebbe stato sicuramente più pittoresco, ma nella vita ci vuole realismo. Detto questo, andiamo a ripercorrere le vicissitudini che hanno condotto Rosberg a diventare campione del mondo, dove intendo nello specifico i tre gran premi finali, i quali sono stati preceduti dal GP d'Austria con il duello tra i Kekelio al quale ho dedicato un apposito post un paio di mesi fa, e anche da tante altre cose alcune delle quali ho narrato sul blog (Sudafrica, Long Beach, Monaco di recente Detroit, nonché cenni sul GP del Brasile come introduzione al post su Brasile 1983 e Germania in un post multi-gran premio).

GP SVIZZERA - le Renault partono dalla prima fila a Digione (località che si trova in Svizzera tanto quanto il Nurburgring è in Lussemburgo), René Arnoux illude davanti, ma è Alain Prost quello destinato a prendere le redini di questo gran premio, almeno per il momento. Dico almeno per il momento, perché la formula dei gran premi del 1982 è la seguente: le Renault sono davanti, la gara sembra sotto al loro controllo, ma si rompe [inserire componente più disparato], la gara va in vacca e vince un qualsiasi pilota a caso.
Il pilota che segue più da vicino è Nelson Piquet su Brabham che, durante il breve TG2 delle 13.00 con gara nel quadratino (questa mi è nuova, ma in ogni caso mi chiedo maggiormente come funzionassero gli orari dei gran premi e come facesse la gente a orientarsi nei giorni di gara), strappa la seconda piazza ad Arnoux. Ma siamo nel 1982 e le Brabham devono fare rifornimento, se prima non rompono o non incontrano Eliseo Salazar.
Dietro ci sono le McLaren che hanno superato la Brabham di Riccardo Patrese e poi anche Keke Rosberg che ha superato anche le McLaren e di fatto è quarto. John Watson ha un problema, rientra ai box e ci sta una vita. Dopo non sentiremo più parlare di lui, se non al momento in cui a fine gara verrà passata la classifica piloti in cui non sembra esattamente il favorito, nonostante un inizio di stagione molto favorevole con due vittorie partendo da posizioni abbastanza arretrate.
Patrese va ai box, poi ci va Piquet, con elogio dell'efficienza del rifornimento da parte di un telecronista svizzero che fa un piccolo cameo nella telecronaca di Poltronieri, che invece ne contesta la poca utilità considerato il tempo perso e Piquet scivolato al quinto posto dietro a Niki Lauda, mentre Patrese è sesto. Le Renault sono 1/2 e ci rimangono imperterrite fino a pochi giri dalla fine. Poi Arnoux ha un problema, rientra ai box, ne esce, ma ci rientra di nuovo stavolta a piedi. Prost prosegue imperterrito in testa... anzi no, ha un cedimento, Rosberg che è a caccia della leadership lo attacca, Prost tenta una difesa ma Rosberg passa e si invola verso la prima vittoria in carriera.
Prost e Lauda completano il podio, poi ci sono le Brabham, infine completa la zona punti uno dei best friend forever di Keke Rosberg, ovvero Elio De Angelis. Il pilota della Lotus ha ottenuto proprio nel gran premio precedente la prima vittoria in carriera, quindi Rosberg è il terzo di una tripletta di nuovi vincitori iniziata con Patrick Tambay due gare prima, in occasione della rissa tra i Piquezar a cui il gran premio faceva da contorno. A proposito, Tambay non prende parte al GP di Svizzera per dolori alla schiena a causa dei quali ha saltato anche la seconda sessione di qualifiche: è stata una gara appartenente a un campionato poco importante, dato che non ci ha corso nessuna Ferrari! Per tornare a rendere la Formula 1 una categoria importante ci vuole qualcosa di serio e impensabile, non so, qualcosa tipo l'arrivo salvifico di Mario Andretti a procacciarsi la pole a Monza.

GP ITALIA - eccolo, all'età di 42 anni... ma è Mario Andretti e in quanto tale non ha età quindi che nessuno osi dargli del V3KkYaCçY0! Parte dalla pole, ma in due secondi contati sono già altri a lottare per la leadership. C'è René Arnoux, che è appena stato annunciato da pochi giorni come pilota Ferrari 1983, poi ci sono a vario titolo Tambay e le Brabham. Arnoux strappa la prima posizione, segue poi Patrese e dietro c'è Tambay. Siamo su suolo italiano e Patrese sta osando compiere l'oltraggiosa azione di precedere Tambay, quindi la sua vettura decide di dare forfait dopo tre giri. Rientra ai box e lo fa subito dopo anche Piquet, problemi per entrambe le Brabham, non scopriremo mai se dovevano rifornire.
Arnoux, Tambay, Andretti... anzi, no, terzo adesso c'è Prost, che ha superato Andretti "rompendo gli indugi". Resterà terzo finché la sua vettura, come ogni Renault che si rispetti, non decide che è ora di andarsene a dormire. Prost prova ad andare ai box, ne esce fuori, ma esce anche di pista. La sua gara è finita e le Ferrari sono 2/3. Ci resteranno, a debita distanza tutti l'uno dall'altro, con i ferraristi che sembrano avere qualche genere di problema sulle loro monoposto. Ma giungono al traguardo, così come Arnoux, al quale Tambay si aggrapperà sul podio.
Quarto è John Watson, che si mantiene in lotta per il titolo, con le speranze seppure ridotte al lumicino, dato che Keke Rosberg non vede neanche un punto: è ottavo, dopo una lunga sosta ai box dovuta alla rottura ala posteriore. Sembrava fosse accaduto in un contatto con l'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli, ma il pilota italiano smentisce nell'intervista seguita al suo ritiro per un guasto, afferma di avere affiancato Rosberg vedendo la sua ala posteriore già staccata.
Chiudono la zona punti, quinto e sesto, Michele Alboreto su Tyrrell (dopo che il suo compagno di squadra Brian Henton è stato protagonista al primo giro di un incidente con la Toleman di Roberto Guerrero) ed Eddie Cheever su Ligier. Poltronieri ci racconta anche che la settimana precedente l'americano di Roma ha battuto Elio De Angelis in una gara di motonautica sul lago di Como alla quale hanno entrambi partecipato, nonostante l'inesperienza a confronto con il pilota della Lotus.
La giornata finisce con il pubblico che acclama il futuro ferrarista Arnoux e, siccome sono very uominy ma si sono tutti dimenticati della loro condizione mortale, si riversano in pista al momento in cui ha appena tagliato il traguardo, con le vetture ancora in transito. Il suo status di pilota Ferrari 1983 quindi fa sì che gli venga perdonato il fatto di avere battuto due piloti in tuta rossa. Anzi, no, Andretti non indossa la tuta rossa, ma è bianco/beige con del rosso sulle spalle.

GP LAS VEGAS - si finisce al Caesars Palace ("circuito a forma di E con le gambette storte e i denti che piangono" - cit. dalla telecronaca) e Poltronieri prima del via ci racconta di come nei giorni successivi debba essere discusso in tribunale il ricorso della squalifica di Niki Lauda al GP del Belgio (wtf?!?!?!?! sono passati "appena" undici gran premi) da lui chiuso al terzo posto e se vincesse sia la gara sia il ricorso con Sexy Baffo senza punti diventerebbe campione del mondo.
John Watson invece ha chance più realistiche, sulla carta, a lui in tale circostanza basterebbe vincere la gara. Davanti a tutti però partono come sempre le Renault. Si accodano Michele Alboreto su Tyrrell, Riccardo Patrese su Brabham, Eddie Cheever su Ligier e a completare i primi sei la Ferrari di Marione, unica Ferrari presente al via per via delle cagionevoli condizioni fisiche di Tambay che stavolta ha dolori a un braccio e di nuovo non è presente al via. Dietro, fuori al momento dalla zona punti virtuale, c'è Rosberg, che si ritrova in breve tempo inseguito da Watson... per breve tempo. Watson infatti lo passa poi va a prendere anche Andretti e Cheever. Non ha bisogno di superare Patrese in quanto questo si ritira per un guasto al motore.
A proposito di guasti, dopo essersi alternato con Prost in testa, Arnoux è costretto a rientrare ai box, quindi Watson è terzo dove sembra destinato a restare. Rosberg invece risale sesto, quindi a punti, quindi Watson si attacca al tram, poi Rosberg è quinto perché Andretti arriva a ruote bloccate, riesce a non mandare la macchina in testacoda, ma non riesce a non insabbiarsi. La stagione della Ferrari finisce qui, così come la carriera in Formula 1 di Marione.
Frattanto Lauda, dato da Poltronieri tra i potenziali contendenti al titolo, si fa largo verso la zona punti e la raggiunge a metà gara dopi vari sorpassi, quello sull'Alfa Romeo di Andrea De Cesaris per niente facile. Si ritirerà più tardi ai box, uscendo definitivamente di scena dalla presunta lotta per il titolo, che diventerà inesistente, dato che non rientrerà in possesso di quel terzo posto perduto. I primi sei sono adesso Prost, Alboreto, Watson, Cheever, Rosberg e il compagno di squadra di quest'ultimo, Derek Daly, giunto ormai al capolinea della sua presenza in Williams.
Il resto della gara è abbastanza piatto, senza neanche le uscite di pista viste nella prima parte (tra cui Mansell, sempre una garanzia), solo Prost inizia a rallentare, perdendo la leadership a vantaggio di Alboreto, cosa che fa dimenticare a Poltronieri che ci sia ancora una lotta per il titolo in corso: se Alboreto vince la gara, allora Rosberg è per forza campione del mondo, quindi va bene così. Ed è così che va a finire, con Watson secondo e Cheever terzo, entrambi dopo avere scavalcato Prost. Le Williams chiudono la zona punti e Sexy Baffo è il primo finlandese a vincere il titolo.

CONCLUSIONI - Titolo meritato? Molta gente dice di no, ma devo dissentire, e non lo dico sulla base di questi tre gran premi, ma considerando complessivamente l'intera stagione, tra cui le gare che ho commentato in precedenza e anche alcune altre che ho visto senza commentarle. Molti tacciano Keke Rosberg di avere vinto il titolo a caso, ma sono convinta che il titolo che ha vinto sia frutto della sua continuità e che anzi, proprio il fatto che proprio lui tra tutti sia riuscito a vincere il titolo a caso abbia il suo senso. Mi viene da pensare che la ragione per cui il suo titolo dà così fastidio sia che era il più outsider di tutti i possibili outsider: con le sue stagioni passate tra team come Copersucar e Wolf, la gente poteva seriamente pensare "Rosberg? E chi ca**o è?" Dopotutto stiamo parlando di uno che un anno prima era un backmarker in un team di fondo classifica e che era stato sul punto di essere definitivamente fuori dalla Formula 1, se non fosse stato per la chiamata della Williams dopo il ritiro di Alan Jones.
Per il resto comprendo a pieno la giustificazione "non era il miglior pilota". Certo, non era il miglior pilota. Ma se tutti i piloti avessero disputato quel mondiale a parità di vettura e a parità, non avremmo avuto un mondiale con undici vincitori in sedici gare. Probabilmente avremmo visto piuttosto undici gare vinte da Prost, e avrebbe vinto il titolo con largo anticipo, perché non vedo chi altro, almeno in quell'anno, potesse essere considerato al suo livello. In sintesi, quello che voglio dire è che sarebbe opportuno non screditare ciò che si è tanto desiderato. Si vogliono mondiali aperti e combattuti? E allora si accetta che possa vincerlo un pilota "a caso", esattamente come accaduto nel 1982. Se non lo si accetta basta essere espliciti: qualcosa tipo "io guardo la Formula 1 nella speranza che Jean-Pierre Jarier vinca il titolo sull'Osella perché tutti gli altri mi fanno schifo" è un pensiero che molti non condivideranno, ma lo trovo più intellettualmente onesto di un certo tipo di lamentele.


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Milly Sunshine