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martedì 19 aprile 2022

Gli angusti e tortuosi rewatch ai tempi della Royal Couple // GP Montecarlo 1988

Carissimi servizi di piatti destinati ad essere usati come giavellotti dalla Royal Couple durante la loro turbolenta convivenza alla McLaren Honda, oggi potete stare tranquilli, perché ci collochiamo temporalmente nel 1988, quando i lanci di piatti non erano ancora iniziati. Siamo a maggio inoltrato, ma è solo il terzo gran premio della stagione. La location è Montecarlo, ma prima di arrivare nel luogo più fescion e glamour del campionato, il campionato stesso è passato per Imola, laddove le nonne fanno la sfoglia invocando il nome di René Arnoux. Vi chiederete perché Arnoux, che sta al volante di una Ligier che non cava un ragno dal buco senza neanche riuscire a mettere le vetture in griglia al GP di San Marino, ma mai sottovalutare le nonne che fanno la sfoglia, probabilmente vedono cose che voi non potete vedere.

Facendo una breve panoramica sugli eventi imolesi, Ayrton Senna e Alain Prost portano la McLaren a fare doppietta. Per il brasiliano si tratta della prima vittoria con il team di Woking e vince stando in testa dall'inizio alla fine. Il suo compare, che apparentemente sostiene di non avere potuto puntare alla pole position in quanto rallentato proprio dall'ex compagno di squadra Arnoux durante un giro di qualifica (o almeno così hanno detto nei commenti su Youtube), perde qualche posizione al via e si riporta al secondo posto nel corso di qualche tornata, dopo avere superato la Lotus del campione del mondo in carica Nelson Piquet. Senna, Prost e Piquet rimangono nelle prime tre posizioni fino alla fine, a parte un breve e fugace momento in cui il pilota della Lotus viene superato dall'ex compagno di squadra Nigel Mansell. Il pilota della Williams ha tuttavia dei problemi e si toglie di torno in tempi molto brevi.

A questo punto le Benetton di Thierry Boutsen e Alessandro Nannini, che già in precedenza avevano occupato la quarta e la quinta posizione, occupano di nuovo la quarta e la quinta posizione. Boutsen la mantiene fino al traguardo, mentre Nannini la perde in finale di gara arrivando sesto. La quinta posizione se la aggiudica Gerhard Berger, mentre l'altro ferrarista Michele Alboreto già da qualche giro è stato costretto al ritiro per la rottura del motore mentre si trovava nelle zone basse della top-ten. Bene, chiudiamo la parentesi delle sfogline imolesi fan di Arnoux e collochiamoci finalmente a Montecarlo, quello che in teoria dovrebbe essere il fulcro di questo post. Stavolta le Ligier vanno entrambe in griglia, anche se Stefan Johansson si qualifica ultimo. L'idolo delle sfogline invece è costretto a partire dalla pitlane, ma poco male, se non altro partono. Piloti come Julian Bailey (Tyrrell), Adrian Campos (Minardi) e Bernd Schneider (Zakspeed) non si sono qualificati.


In realtà c'è anche un altro non qualificato, si tratta di Satoru Nakajima sulla Lotus, ma non sapevo come presentare la notizia. Si tratta del compagno di squadra di Piquet che, seppure non parta in una posizione di pregio, è pur sempre undicesimo con ventisei posti disponibili in griglia. Non che la partenza per lui vada molto bene, secondo le narrazioni si tocca con la Arrows di Derek Warwick ed è costretto al ritiro. Gli occhi, comunque, sono tutti puntati su una vettura rossa che va a sbattere contro le barriere: il telecronista tedesco, mentre viene inquadrato il retrotreno della rossa monoposto, osserva che la gara di una Ferrari è già finita. La faccenda, però, è un po' diversa: è stato trollato, perché il pilota è Alex Caffi e la vettura una Dallara! Siamo già a due ritirati, anzi tre, perché Philippe Streiff sull'AGS sembra non sia proprio riuscito a partire, anche se ci era stato presentato come sul punto di prendere il via dai box.

Le McLaren sono 1/2 sulla griglia, ma di fatto Senna ha staccato tutto e tutti di gap enormi, continuando a inanellare giri straordinari in tutte le sessioni disputate. Prende la testa della gara e si invola verso il dominio assoluto, mentre Berger si appropria della seconda piazza e Prost è costretto ad accodarsi. In quarta posizione c'è la Williams di Mansell, dopodiché segue Alboreto. In pratica le Ferrari sono seconda e quinta, il che è sempre meglio di come è andata a Imola. In più il telecronista ci informa che come ospite nel box(?) della Ferrari c'è lo sciatore Alberto Tomba, informazione di cui tuttavia non posso fare molto, se non essere compiaciuta di avere ancora una conoscenza minimal della lingua tedesca, ma questo credo di avervelo già detto in seguito ad altre telecronache che ho ascoltato. Nel frattempo, in pista, ogni tanto qualche non-protagonista abbandona, con poca considerazione. Tocca a Gabriele Tarquini (Coloni), Eddie Cheever (Arrows) e anche le Ligier.

Ogni tanto capita che qualche pilota venga inquadrato, specie se non si ritira nell'anonimato, ma perché sbatte da qualche parte o perché parcheggia in pieno circuito vedendo la propria monoposto essere rimossa con un'efficiente gru: è il caso di Oscar Larrauri (Eurobrun), Andrea De Cesaris (Rial) e anche di Luis Perez-Sala (Minardi) che mi pare si ritiri ai box. Il telecronista tedesco per qualche ragione lo chiama Sala-Perez, io invece ne approfitto per informarvi di due gossip su di lui: 1) è lo zio del pilota Daniel Juncadella, 2) prima(?) del debutto in Formula 1 è stato fidanzato con Giovanna Amati. Giovanna Amati ha in seguito avuto una relazione con Niki Lauda, giusto per rimanere in tema di gossip. Dalla regia, però, la voce fuori campo mi dice che secondo Mansell e Alboreto non è opportuno parlare di gossip in questa cronaca, ma che dovrei parlare piuttosto delle loro prodezze. Alboreto tenta il sorpasso(?), i due si toccano, Mansell sbatte, Alboreto prosegue. Alboreto adesso è quarto.

Adesso torniamo alla situazione di testa: Senna sta leaderando like a boss staccando tutto e tutti, mentre Berger in seconda posizione si tiene incollata agli scarichi la McLaren di Prost. Le inquadrature vanno spesso su loro due, nel frattempo il telecronista si mette a parlare di Enrico Bertaggia che ha vinto la gara di Formula 3 di Montecarlo disputata come contorno al gran premio, nella quale sembra avere mostrato qualcosa di positivo (presumo in un primo momento, perché poi risulta ritirato per incidente) anche Joachim Winkelhock, fratello minore di Manfred. Andiamo anche a controllare sul sito Drivers Database il risultato completo della gara di Formula 3, perché sì. Ne viene fuori che tredici vetture su un totale di ventisei sono arrivate al traguardo e sul podio sono saliti Enrico Bertaggia e i due francesi Erik Comas e Christian Vidal. Seguono poi gli italiani Rinaldo Capello e Antonio Tamburini e in sesta posizione un certo Damon Hill che mi pare di avere già sentito nominare.

Fuori dalla zona punti è settimo l'irlandese Martin Donnelly davanti a un francese di cui parlerò in modo più approfondito tra un po'. Che l'ottavo classificato è francese lo dice Drivers Database, io ho un po' di dubbi in proposito. Dalla nona all'undicesima posizione si classificano altri tre francesi, stavolta autentici, cioè Pierre Bennehard, David Velay e Lionel Robert, segue l'italiano Gianni Morbidelli e infine l'inglese Paul Warwick. Il pilota giunto in ottava posizione è tale Hervé Leclerc, in seguito divenuto capostipite di una predestinata discendenza. Non sempre le predestinate discendenze tuttavia raggiungono lo status di chi li ha generati: mi risulta infatti che il signor Hervé in questa gara di Formula 3 del 1988 sia riuscito tranquillamente a giungere al traguardo, diversamente da quanto fatto da altri! Ora però direi di chiudere questa parentesi e di proseguire con la gara di Formula 1, perché è qui che ci sono i very uominy.

Il più verohhhh uomohhhh di tutti è il regista, che decide che i telespettatori hanno bisogno di elevare il proprio status mentale stimolando la loro immaginazione. Si perde infatti i momenti di maggiore rilevanza della gara, tipo quello a due terzi della sua percorrenza in cui Prost supera Berger e si porta in seconda posizione. A quel punto è staccato di circa cinquanta secondi dal compagno di squadra, che continua a leaderare like a boss, come se fosse inarrestabile. Finisce nel frattempo con un ritiro la gara di Alessandro Nannini (Benetton), Piercarlo Ghinzani (Zakspeed), Mauricio Gugelmin (March Leyton House) e Philippe Alliot (Lola). Solo undici vetture sono ancora in pista e una di esse uscirà di scena in un curioso plot-twist di gara inoltrata. Mi rendo conto che sorprendervi in tal senso sarà molto difficile, perché questa gara la conoscono anche le pareti delle nostre case, ma fingete di non saperlo per esigenze di trama.


Senna sta leaderando like a boss, o almeno è quello che pensiamo, dato che le inquadrature sono su tutt'altro, quando ecco che va a sbattere in modo random a Portier. Al momento dell'incidente ha quasi un minuto di vantaggio sul suo diretto inseguitore che a sua volta sta iniziando a staccare abbondantemente le vetture dietro di lui. Questa è la famosa gara nella quale Senna ha dichiarato di avere perso il contatto con la realtà e di avere vissuto una sorta di esperienza mistica al volante, quindi non si spiega come abbia fatto a uscire a quel modo. Anzi, forse è esattamente ciò che spiega che cosa l'abbia fatto uscire di pista a quel modo. Nel frattempo Prost si porta in testa alla gara senza avere bisogno di fare nulla, mentre le Ferrari di Berger e Alboreto sono destinate a completare il podio. Il telecronista, nel frattempo, racconta di come le gare siano decise solo quando esce la bandiera a scacchi e di come possano esserci colpi di scena improvvisi.

Cita a titolo di esempio quella volta in cui Prost si trovava in testa proprio a Montecarlo e poi è andato a sbattere a pochi giri dalla fine, con un susseguirsi di ritiri di piloti che si trovavano nelle prime posizioni. Secondo il telecronista, mi pare di capire sia De Cesaris il pilota succeduto in testa al momento dell'incidente di Prost. È incredibile come De Cesaris sia riuscito senza fare nulla a convincere tutti di essere stato in testa in qualche momento del GP di Montecarlo del 1982, senza mai essere davvero stato in testa! Ad ogni modo, sesto dietro alla Arrows di Derek Warwick e alla Tyrrell di Jonathan Palmer si classifica il vincitore dell'edizione 1982, Riccardo Patrese. Seguono Yannick Dalmas (Lola), Thierry Boutsen (Benetton), Nicola Larini (Osella) e Ivan Capelli (March). Come anticipato sono dieci in totale i piloti che arrivano alla bandiera a scacchi e in quanto classificato, immagino Capelli si sia fatto una buona cultura dei segreti del tracciato.

Torniamo a Senna, perché secondo quanto riportato da innumerevoli fonti non prende per niente bene il ritiro e a quel punto decide di... semplicemente, andarsene a casa. Nel senso, si prende così com'è, in tuta e con in mano il casco e, a piedi, si reca presso la propria abitazione di Montecarlo, facendosi aprire la porta dalla governante. Non oso immaginare cos'abbia pensato la governante, probabilmente qualcosa tipo "questo è completamente matto ma who kers, l'importante è che mi paga lo stipendio". Si conclude così il terzo gran premio della stagione, il secondo in Europa e per il momento l'ultimo in Europa prima di una parentesi d'oltreoceano: seguiranno infatti i gran premi centro-nordamericani, tre uno dietro l'altro, a iniziare da quello del Messico. Di questi, però, vi parlerò in un apposito post in un altro momento. Per adesso non mi resta altro da fare che salutarvi.

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Milly Sunshine