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sabato 14 maggio 2022

Lanci di piatti e segreti del tracciato // GP Portogallo 1988

Anno 1988, veniamo dal GP d'Italia che ha consegnato Jean-Louis Schlesser alla storia e a Estoril va in scena la quartultima prova del mondiale. Le McLaren dei championship contenders Alain Prost e Ayrton Senna si appropriano tanto per cambiare della prima fila, mentre i servizi di piatti di proprietà del team iniziano ad avere i brividi, pronti a raggiungere un punto di non ritorno. Stiamo per vivere una giornata che terminerà in polemica, o forse è meglio dire che sta per iniziare in polemica, ma vi invito a non lasciare che le polemiche definiscano questo gran premio. C'è molto di più, quindi preparatevi, perché oltre ai Prosenna soliti protagonisti c'è qualcuno che sta per dimostrare di conoscere perfettamente tutti i segreti del tracciato!

Si parte e Senna si prende la prima posizione, per una volta in cui non è partito dalla pole. Sembra staccare Prost ma non lo stacca abbastanza, in quanto questo al termine del primo giro lo affianca pronto a riprendersi la posizione. Senna tenta di spalmarlo contro al muretto, ma non riesce né in questa opera né in quella di conservare la posizione. Prost è leader e inizia a staccare il compagno di squadra, ricordandogli "io sono un futuro quattro volte campione del mondo, quindi ti conviene trattarmi come tale". Senna si ritrova inseguito da una vettura verde acqua, sulla quale un misterioso individuo afferma: "anch'io posso essere un potenziale quattro volte campione del mondo". Senna replica: "wtf?! sei solo un Ivan Capelli qualsiasi, uno che va forte su una vettura progettata da Adrian Newey ma che si rivelerà deludente in Ferrari."

Capelli pensa di meritare rispetto, specie alla luce del fatto che dopo avere deluso le aspettative guiderà la Jordan cioè la Force India cioè l'Aston Martin e si attacca agli scarichi di Senna. Completano la top-6 la Ferrari di Gerhard Berger, la Williams di Nigel Mansell (rientrato dopo avere avuto la varicella ed essere stato sostituito da Schlesser a Monza) e la March-Leyton House di Mauricio Gugelmin. La March che conta, al momento, è comunque quella di Capelli, che effettivamente come preannunciato sta negli scarichi di Senna e tenta l'attacco più di una volta. Il pilota McLaren sembra un po' in difficoltà, comunque per stargli dietro Capelli deve sicuramente andare like a boss. Poi, dopo un terzo di gara, lo supera like a boss e si porta in seconda posizione. È molto lontano da Prost, ma comunque è in seconda posizione, certe cose non succedono tutti i giorni.

Superato anche da Berger, Senna si ritrova quarto con Mansell negli scarichi e rimane a lungo quarto con Mansell negli scarichi e gli ricorda: "non fare casini proprio oggi, che è già successo un evento polemico insieme al mio amato compagno di squadra, non ho tempo per fare polemica anche con te e con i tuoi baffi". Il problema arriva, verso due terzi di gara, quando i due si ritrovano a dovere doppiare la vettura di Jonathan Palmahhhh. Non è ben chiaro che cosa accada esattamente dato che le inquadrature televisive non illustrano molto bene la scena, ma sembra ci sia un contatto tra i Sensell. Mansell si ritira, Senna rientra ai box e ne esce nelle zone basse della top-6, per l'esattezza in sesta posizione da terzo che si trovava. Mi rendo conto di avere scritto che era quarto, quindi credo sia doveroso fare un passo indietro: mi sono persa per strada il ritiro di Berger.

Le cause del ritiro di Berger in questo gran premio vengono spiegate da Murray Walker nell'introduzione degli highlight del gran premio seguente (Estoril l'ho visto intero, di Jerez ho trovato un extended highlight di circa 40 minuti): sembra che abbia urtato il pulsante dell'estintore interno e che il liquido gelido dell'estintore gli si sia sparso sulle gambe e in generale nell'abitacolo. A causa di questo danno, scivola sul pedale del freno e blocca le ruote, finendo in testacoda. Questo succede circa verso metà gara, quindi un bel po' prima della faccenda dei Sensell, che appunto si trovano terzo e quarto al momento del misfatto. Risale quindi in terza posizione, a quel punto, Michele Alboreto, risalito davanti a Gugelmin dopo una sosta del pilota March.

Intanto si avvicina la fine della gara, Prost sembra essere stato costretto a rallentare, dato che il suo margine nei confronti di Capelli si è notevolmente ridotto. Il pilota italiano, tuttavia, a sua volta guida una vettura che è meglio risparmiare, quindi si accontenta del secondo posto senza tentare nulla di folle. Alboreto nel frattempo sta per finire la benzina ed è costretto a rallentare proprio all'ultimo giro. Perde due posizioni, venendo classificato quinto dietro alla Benetton di Thierry Boutsen e alla Arrows di Derek Warwick, mentre Senna si porta a casa l'ultimo punto disponibile arrivando sesto. Va decisamente peggio a Gugelmin - perché sì, anche lui è importante e mi sembra doveroso nominarlo - che si ritira per un guasto al motore quando è intorno alla settima o ottava posizione.

Torniamo ai Prosenna, perché come anticipato il fattaccio accaduto a inizio gara è ragione di polemiche, nello specifico una delle prime polemiche serie tra i due, che iniziano a lanciarsi qualche piatto. Ron Dennis cerca di intervenire a fare da mediatore, con cose tipo "no, quelli sono i piatti del servizio che uso quando ho ospiti a cena, se proprio dovete tirarveli addosso usate quelli low-cost e quelli lì teneteli da parte per il prossimo anno." I Prosenna sono sulla stessa lunghezza d'(H)onda e nessun piatto di lusso viene distrutto a causa di questa polemica. I due arrivano a Jerez di nuovo in prima fila, ma a Jerez è Senna a procacciarsi la pole, cosa che comunque non gli è particolarmente utile dato che il compagno di squadra lo supera al via e anche Mansell in realtà fa la stessa cosa relegandolo al terzo posto.

Ancora una volta Prost si invola verso la leadership incontrastata della gara, mentre Senna deve vedersela di nuovo con Capelli! Anzi, in realtà è la Williams di Riccardo Patrese la vettura che si ritrova dietro nella prima parte di gara, ma poi Capelli, inseguito a sua volta dalla Benetton di Alessandro Nannini, supera Patrese e si porta dietro a Senna ricordandogli "se fossi nato in questo periodo invece che essere già in Formula 1, tra una ventina d'anni diventerei campione del mondo con la Redbull". Senna lo ignora, sperando di riuscire a tenerselo dietro: la cosa non succederà, Capelli lo supera, anche se poi un'amara realtà gli si butta addosso: il motore non ne vuole sapere di arrivare fino alla fine. Al momento del ritiro era terzo e chissà, magari sarebbe riuscito a salire sul podio, dimostrando di conoscere anche i segreti del tracciato spagnolo.

Veniamo a Mansell, che è secondo con un grande gap davanti e dietro, quindi rientra per cambiare gomme. Poco dopo anche Prost rientra a cambiare gomme, perché anche negli anni '80 c'è qualcosa che ricorda velatamente la nostra epoca. Senna, nel frattempo, perde la terza piazza a vantaggio di Nannini, quindi rientra ai box e su gomme nuove cerca di rimontare. Il suo intento riesce, ma si deve accontentare del quarto posto, con il podio che è effettivamente Prost/ Mansell/ Nannini. Patrese chiude quinto, mentre Berger ottiene il sesto posto e la Ferrari porta a casa un punto. Per come è iniziata la giornata - Berger e Alboreto in bassa top-ten e poi Alboreto ritirato per un guasto al motore - per la Rossa non è neanche andata tanto male, anche se non penso possa essere questa la principale storyline della giornata.

Vincendo i gran premi di Portogallo e Spagna, Prost è riuscito a rimanere in lotta per il titolo, situazione che non gli era per niente promettente di lì a qualche evento prima. Il mondiale, comunque, si sta avviando verso la fine della stagione. Vi ho già raccontato a suo tempo (in un post sui GP del Giappone del 1988, 1989 e 1990) come sia andato a finire il mondiale nell'evento seguente, adesso per completare il 1988 non resta che il solo GP d'Australia, che ovviamente intendo vedere e commentare. Specifico anche che nel finale di stagione 1988 finalmente i servizi di piatti in casa McLaren avranno un po' di tregua, in attesa del momento in cui non avranno più alcuna speranza, di cui peraltro vi ho già raccontato nelle scorse settimane. Per il momento non mi resta altro da fare che salutarvi e sperare che vi sia rimasto qualche messaggio di fondo da questo post, qualcosa tipo: #WeBelieveInCapelli.



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Milly Sunshine