Svizzero da parte di padre e francese da parte di madre, il giovane Romain lavorava part-time in banca agli albori della sua carriera di pilota, come soleva raccontarci Gianfranco Mazzoni. Arrivato nella massima categoria ancora giovanissimo (ventitré anni, qualcuno potrebbe dire un vecchio) in corso d'opera nel 2009, ha combinato danni e non è stato all'altezza delle aspettative. A fine anno non aveva più un volante in Renault e sarebbe finito in GP2.
Vinto il titolo in GP2, ha avuto la sua seconda chance nel 2012, alla Renault ormai ribattezzata Lotus. Si è messo in mostra come un pilota rapido, ma devastante, specie nelle partenze, in cui cozzava contro questo e contro quell'altro, fino a procacciarsi una gara di ban per la sua guida sbarazzina. Quando non faceva danni, non è che andasse male: due terzi e un secondo posto sono tanta roba per un quasi-rookie. Nel 2013 ha fatto addirittura sei podi, cinque terzi e un secondo posto, forse il pilota che più di ogni altro c'è mancato poco che interrompesse la lunga striscia vincente di Sebastian Vettel.
Gli anni a seguire non sono stati altrettando ricchi di successo, in un'epoca di valori molto più definiti: un solo terzo posto, nel 2015, che è comunque stato il decimo podio della sua carriera, un palmares niente male.
Nel 2016, alla soglia dei trent'anni, il passaggio alla neoentrante Haas: un futuro da midfielder incompiuto, dove passava più alle cronache quando faceva danni, che non quando otteneva risultati di un certo spessore. Cinque anni trascorsi a vestire i colori della squadra americana, mentre il tifoso medio, sul divano di casa, iniziava a pensare che i midfielder si apprezzano, ma solo se dopo tre o quattro anni di Formula 1 si levano di torno venendo dimenticati da tutto e da tutti.
Con il diffondersi a macchia d'olio della caciara social, è divenuto uno dei piloti più presi di mira dai cyberbulli, con insulti o meme di cattivo gusto. Lo stesso RoGro ha commentato la cosa, sostenendo che dal vivo gli appassionati si comportavano sempre gentilmente con lui, una strana contrapposizione con i keyboard warriors con cui aveva a che fare dietro lo schermo.
Fai schifo.
Non meriti un volante.
Devi bruciare tra le fiamme.
Verso la fine del 2020, è stato annunciato che non avrebbe guidato per la Haas nel 2020, di conseguenza sarebbe rimasto fuori dalla Formula 1. Quando sei RoGro vicino ai trentacinque, se resti fuori, allora sei fuori una volta per tutte. Tutto ciò che restava da fare era sperare in un bel finale di carriera, mentre i suoi hater erano felici di non vederlo più in pista.
Fai schifo.
Non meriti un volante.
Devi bruciare tra le fiamme.
Il 29 Novembre, in Bahrain, si svolgeva il terzultimo gran premio della stagione. Una partenza senza grossi intoppi, davanti, mentre dietro si è intravisto un botto e poi, prima che le telecamere staccassero, una macchina che, dopo l'impatto contro le barriere, si trasformava in una palla di fuoco.
Chi è?
Cos'è successo?
I distacchi in sovrimpressione erano chiari, gli altri piloti erano passati oltre, Grosjean no. Allora, in quel momento, gli hater al gran completo si sono resi conto che scrivere "devi bruciare tra le fiamme" era una cosa, vederlo bruciare davvero era un'altra.
Poi, all'improvviso, il sollievo nel vedere RoGro fuggire dalle fiamme. È stata una giornata epocale. Il mondo intero ha smesso di odiare un pilota e, al contempo, ha smesso di odiare l'halo, perché gli aveva salvato la vita. Romain Grosjean non è più stato un pilotino da ridicolizzare, ma è stato esaltato come un eroe, le ustioni sulle mani il simbolo della sua rinascita.
La sua seconda carriera in Indycar è stata accolta con entusiasmo, all'inizio, e anche quando le promesse iniziali non sono state mantenute non si è mai sfociati nel dissing sfrenato di un tempo.
Facevi schifo.
Non meritavi un volante.
Tra le fiamme, sei diventato un mito.
Al giorno d'oggi, Romain Grosjean ha una nuova vita negli States, dove si è trasferito insieme alla signora Marion (sua moglie e suo anagramma) e ai loro tre figli, Sacha, Simon e Camille. Questi avevano realizzato il design del suo casco per Abu Dhabi 2020, quello che avrebbe dovuto essere il suo ultimo gran premio.
Ai tempi, RoGro aveva espresso il desiderio di potere effettuare un ultimo test su una Formula 1, per avere un addio più soft dalla massima categoria. La Mercedes si era offerta di dargli quella chance, sfumata nel 2021 per via della sovrapposizione tra la data stabilita e una gara di Indycar. Non se ne è più fatto niente e quel test in Mercedes non ci sarà mai. Oggi, però, Romain ha preso parte a una sessione di test Pirelli con la Haas al Mugello, alternandosi peraltro al volante con l'ex pilota di Indycar James Hinchcliffe.
La storia di RoGro è quasi fiabesca, ho detto all'inizio. Togliamo il quasi: oggi, 26 settembre 2025, all'età di trentanove anni, ha chiuso degnamente la sua carriera in Formula 1, con il team di cui è stato un pilota della prima ora, indossando il casco disegnato dai figli e acclamato anche dai membri degli altri team al suo passaggio in pitlane.
In Formula 1 c'è chi vince titoli e chi conquista cuori. Oggi un eroe romantico è passato oltre e ha chiuso una pagina della propria carriera. Il mio invito è quello di cercare di passare oltre. Se tutti odiavano Grosjean prima del suo incidente e dopo tutti l'hanno amato incondizionatamente, forse esistono anche vie di mezzo. Inseguiamole, queste vie di mezzo, perché possono renderci appassionati o tifosi migliori.
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