A Sao Paulo, Pascal Wehrlein (Porsche) ha conquistato la pole position, affiancato in griglia da Oliver Rowland (Nissan), per una gara che non ha risparmiato colpi di scena, a cominciare dal DNS di Robin Frijns (Envision) per un problema tecnico. Diversi piloti sono usciti poi per incidente nelle fasi iniziali, si tratta di Jake Hughes (Maserati), Nico Muller (Andretti) e Lucas Di Grassi (ABT).
La gara è stata sospesa con bandiera rossa quando Jake Dennis (Andretti) è rimasto fermo per un guasto elettrico. La vettura era non solo ferma in mezzo alle scatole, ma bisognava anche evitare che qualcuno rimanesse folgorato. Se non fosse stata Formula E, ma il GP della Russia 2019, la cosa avrebbe potuto stimolare curiose teorie del kompl8. Se non ricordate di che cosa stia parlando, forse è meglio così!
Il restart è stato da fermi, perché giustamente cosa poteva mai andare storto? Stranamente niente è andato storto, nonostante la Formula E ci abbia abituato a momenti non troppo tranquilli. È bastato pazientare: il momento non troppo tranquillo è arrivato quando Wehrlein, che non si trovava più nelle primissime posizioni, si è toccato con Nick Cassidy (Jaguar) e ha fatto un volo che sembrava il cosplayer di se stesso alla Race of Champions - ve lo ricordate, vero? - con un'altra bandiera rossa.
Gli è andata bene, sbattendo di halo contro il muro sul quale si è ribaltato. È andata bene anche a noi: la caciara dei detrattori dell'halo è ormai terminata da anni, quindi nessuno ha detto che la gara sarebbe stata più divertente se Wehrlein avesse seriamente rischiato di rimetterci la testa.
Rowland, da leader che era stato, ha perso la posizione a causa di un drive through dovuto a un'irregolarità tecnica, si è ritrovato ultimo, quantomeno tra quelli che avrebbero potuto completare il 90% della gara. Pare che David Beckmann (Cupra) sia giunto al traguardo, ma senza giri sufficienti per essere classificato.
Mitch Evans (che era partito ultimo) è andato a vincere la gara davanti ad Antonio Felix da Costa (Porsche), Taylor Barnard (McLaren), Sam Bird (McLaren), Edoardo Mortara (Mahindra), Nyck De Vries (Mortara), Sebastien Buemi (Envision), Dan Ticktum (Cupra), Jean-Eric Vergne (DS Penske) e Stoffel Vandoorne (Maserati) a conquistare la zona punti. Hanno preceduto Maximilian Gunther (DS Penske), Zane Maloney (Lola), Norman Nato (Nissan) e il già citato Rowland, che avrebbe tuttavia avuto modo di riprendersi nel secondo evento stagionale a Città del Messico.
La gara messicana è stata più tranquilla, anche se ci sono state due safety car, per incidenti Beckmann vs Di Grassi e successivamente Evans vs Muller. Rowland, che aveva preso la testa della gara in corso d'opera, l'ha mantenuta fino alla bandiera a scacchi, conquistando la vittoria. Da Costa e Wehrlein, partiti dalla prima fila con Pascal in pole, hanno chiuso secondo e terzo.
Dennis, Vergne, Gunther, Vandoorne, De Vries, Muller e Hughes hanno conquistato le posizioni retrostanti della zona punti, con a seguire Frijns, Cassidy, Nato, Barnard, Maloney, Ticktum, Buemi, Bird, Mortara e Di Grassi, mentre Evans e Beckmann non hanno completato la gara.
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Milly Sunshine