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martedì 9 agosto 2022

Il 1987 rivive in sei giorni: episodio 2/6 (Montecarlo, Stati Uniti)

Benvenuti per il secondo episodio del mondiale 1987, che tratta di due eventi cittadini, accomunati dallo stesso vincitore. Per il resto non hanno molte affinità, da un lato abbiamo Montecarlo, dall'altro Detroit, dove si sono svolti il quarto e il quinto evento della stagione. Dopo le vicende che li hanno contrapposti nel precedente gran premio - una rissa ai box dopo un incidente - Nigel Mansell e Ayrton Senna sono affiancati in prima fila sulle anguste e tortuose stradine del Principato e senza ombra di dubbio tutte le fangirl Sensell dell'epoca stanno con il fiato sospeso, magari nella speranza di vederli vincere ex-equo e di limonare sul podio e che questo possa accadere anche nel successivo evento di Detroit. Come potrete immaginare non è così che va a finire, quindi qualora siate fangirl dei Sensell mettetevi il cuore in pace prima di seguirmi in questo resocont

MONTECARLO - ho detto che i due sono appaiati in prima fila e rimangono in prima e seconda posizione anche al momento dello start, a loro si accodano Nelson Piquet, Michele Alboreto, Alain Prost ed Eddie Cheever nella zona punti virtuale, con Gerhard Berger alle loro spalle, posizioni che rimangono invariate in lungo e in largo per tutta la prima parte di gara. Si segnala solo che a un certo punto Derek Warwick, sulla Arrows, si porta davanti alla Ferrari di Berger. Più o meno in contemporanea, tuttavia, accade un evento di un certo spessore: vediamo una Williams iniziare a rallentare. Si tratta di quella di Mansell, fino a poco prima leader della gara e adesso destinato al ritiro.
Senna si appropria della prima posizione, segue Piquet piuttosto distante, mentre la zona punti virtuale adesso è completata da Alboreto, Prost, Cheever e Warwick. Si inizia ad avvicinare tuttavia il momento del cambio gomme e Alboreto è il primo a rientrare, finendo per subire overcut da parte di Prost. Cheever prosegue più a lungo portandosi in terza posizione, per il momento, ma il pilota della Arrows subisce invece un undercut, sia da Prost sia da Alboreto. La giornata della Arrows, tuttavia, è destinata a peggiorare di gran lunga: Warwick e Cheever si ritirano infatti a poca distanza l'uno dall'altro dopo indicativamente tre quarti di gara.
Senna è ancora in testa, staccando Piquet che a sua volta stacca Prost... il quale però non finisce la gara, viene abbandonato dal suo motore a tre giri dalla fine, dopo che già avevamo assistito al ritiro dell'altra McLaren, quella di Stefan Johansson, per problemi di motore. Sono quindi le Ferrari ad arrivare in terza e quarta posizione, con Alboreto davanti a Berger. La zona punti viene completata da due veri outsider, quinto Jonathan Palmer sulla Tyrrell e Ivan Capelli sulla March. Si segnala che il compagno di squadra di Senna, Satoru Nakajima, giunge in decima posizione doppiato di tre giri (spero almeno avesse dei problemi e non sia tutto demerito suo), ma viene inquadrato occasionalmente perché sulla sua vettura è montato un camera-car.

DETROIT - la gara parte ancora una volta con Mansell, Senna e Piquet nelle prime tre posizioni e il camera-car di Nakajima, dal quale vediamo tuttavi il mondo girare di trecentosessanta gradi, dato che si esibisce quasi subito in un testacoda per un contatto con la Minardi di Adrian Campos. Non è il solo contatto, se ne segnala uno già alla partenza Johansson vs Warwick, nel quale il pilota della McLaren rompe l'ala anteriore. Nel frattempo tutto fila liscio per Mansell, Senna e Piquet... anzi no, per Mansell e Senna, per Piquet non esattamente dato che fora e rientra ai box lasciando Eddie Cheever e Teo Fabi a lottare per la terza posizione. La spunta Alboreto in quanto tra i due c'è un incidente: l'americano di Roma se la cava con una sosta ai box, per il pilota della Benetton invece è ritiro.
In quarta posizione troviamo comunque una Benetton, quella di Thierry Boutsen, che viene tuttavia superato da Prost proprio mentre abbiamo finito di vedere un principio d'incendio sulla Zakspeed di Martin Brundle che si ferma in una nuvola di fumo. Prost si avvicina sempre di più ad Alboreto, il quale accusa chiaramente dei problemi dato che lo vediamo rallentare e rientrare ai box dove si ritira. Berger adesso risale al quarto posto, mentre Piquet apparentemente ha superato Boutsen per il quinto posto. Siamo a circa un terzo di gara e al terzo giro era pressoché ultimo, il fatto che sbuchi fuori dal nulla a caso la dice lunga su quanto la regia fino a questo momento abbia inquadrato le posizioni fuori dalla zona podio.
Quando arriva il momento dei cambi gomme, c'è un problema durante la sosta di Mansell, le cose non vanno molto agevolmente e perde tempo. Senna, nel frattempo, procede in testa alla gara cercando di recuperare sull'avversario, mentre Piquet supera Prost per la terza posizione subito dopo la sosta del pilota della McLaren. I tempi di Senna nel frattempo sono decisamente buoni, quindi ecco che, nonostante manchi ancora parecchio tempo alla fine della gara, sembra che possa continuare fino alla fine senza effettuare pitstop. È esattamente così che andrà, mentre per Mansell iniziano altri problemi: sembra che accusi un crampo a una gamba, cosa che gli fa perdere terreno e permette a Piquet e a Prost di avvicinarsi.Non solo di avvicinarsi, i due lo superano anche relegandolo al quarto posto, ma la situazione è destinata a peggiorare, dato che dopo vari diversi giri arriva Berger che si appropria della quarta posizione di Mansell relegandolo quinto, posizione nella quale terminerà la gara precedendo Cheever, non prima di essere doppiato da Senna. Per il pilota brasiliano è la seconda vittoria consecutiva, ma sarà anche l'ultima della stagione. Si tratta quindi del'ultima vittoria della storia per la "vecchia" Lotus. Si chiude così la seconda parte del mio resoconto, con poche gioie per la Williams (più o meno, quantomeno Piquet è arrivato secondo dopo essere stato ultimo quindi dei punti ne portano anche a casa), ma tutto sta per cambiare. Se mi seguirete nel prossimo episodio del mondiale 1987 vi racconterò come.

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