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giovedì 19 maggio 2022

Un'altra caotica giornata di pioggia in Quebec // GP Canada 1990

Benvenuti nel 1990 e nello specifico benvenuti in Canada, laddove si svolge la quinta prova del campionato. Ventisei vetture vanno in griglia in un pomeriggio di pioggia e le McLaren di Ayrton Senna e Gerhard Berger scattano dalla prima fila. Il pilota austriaco accenna a partire prima che si accenda il semaforo verde, poi ci ripensa e riparte al momento giusto. La direzione gara sarà inflessibile: un minuto di penalità da applicare al risultato della gara, perché fare jump start è un kriminehhhh gravissimo, la prossima volta farebbe meglio a fare strike centrando in pieno dieci vetture e allora sì che nessuno avrebbe niente da dire! In sintesi, la gara è appena partita e Senna e Berger sono 1/2 esattamente dov'erano sulla griglia, anche se a breve verrà annunciata la penalità per Berger.

Alain Prost parte dalla terza casella della griglia, ma parte abbastanza lento perdendo diverse posizioni. Il suo connazionale della Tyrrell, Jean Alesi invece recupera diverse posizioni portandosi quarto tra le Benetton di Alessandro Nannini e Nelson Piquet. In queste prime fasi di gara Prost si trova al sesto posto, ma risalirà di lì a pochi giri in sesta posizione Thierry Boutsen su Williams, relegandolo settimo fuori zona punti davanti al compagno di squadra Nigel Mansell. Nel frattempo, per levare di mezzo la Minardi di Pierluigi Martini - fuori al via per incidente - ecco che, esattamente come se fosse il GP della Corea 2013, interviene un mezzo dei commissari mettendosi a girare in modo random per la pista. Anzi, a dire la verità lo fa anche in modo meno educato di quello di Yeongam, lo si vede proprio in pista accanto alle monoposto, perché standard minimi di sicurezza who kers.

È una gara che va asciugandosi nell'arco di pochi giri, nonostante il cielo rimanga comunque nuvoloso, tanto che le vetture iniziano progressivamente a rientrare ai box per cambiare gomme e passare a quelle da asciutto. Poco dopo il pitstop, Berger è ormai negli scarichi di Senna, che non oppone resistenza al suo tentativo di sorpasso. Anzi, diciamo che proprio lo lascia passare, perché tanto Berger ha un minuto di penalità da scontare, quindi la sua nuova leadership è solo illusoria. È una gara che va asciugandosi, ma è una gara di grande attrition rate, con numerosi incidenti, iniziando da Michele Alboreto (Arrows) vs Emanuele Pirro (Dallara), passando per Thierry Boutsen (Williams) vs Nicola Larini (Ligier). Quest'ultimo incidente avviene mentre Prost e Boutsen stanno per doppiare il pilota italiano, con Boutsen che in modo molto ottimista cerca di superare Prost nel frattempo, cozzando però contro la Ligier.

Tra cambi gomme e tutto, lo specifico, la situazione è parecchio cambiata, Prost e Boutsen sono al momento in lotta per la terza posizione, questo dopo che Nannini ha avuto problemi che l'hanno costretto a una sosta extra. I problemi nello specifico sembrano essere stati l'improvviso attraversamento della pista da parte di una marmotta, il suo relativo investimento e il danneggiamento della vettura. Il pilota Benetton è ancora in pista, ma pochi giri dopo finisce in testacoda e va a sbattere piuttosto violentemente contro le barriere. La sua vettura resta lì, così che quando anche Alesi esce alla stessa curva in modo simile, cozza proprio contro la vettura di Nannini. La Tyrrell viene sbalzata in alto e sale al di sopra delle barriere. È un giorno molto fortunato per tutti, quindi Alesi ne esce illeso. Sembra essere l'ultimo pilota a ritirarsi per incidente, quando siamo a poco più di un terzo di gara.

Ci sono numerose ulteriori defezioni, ma tutte per guasti meccanici. Escono di scena Philippe Alliot (Ligier), Riccardo Patrese (Williams), Andrea De Cesaris (Dallara), J.J.Lehto e Gregor Foitek (Onyx) infine Martin Donnelly (Lotus) con tredici vetture che rimangono in pista fino alla fine. Ci siamo lasciati poco fa con Prost in terza posizione (che di fatto sarebbe la seconda vista la penalità a Berger), ma non riesce a conservarla: sembra infatti avere un problema ai freni e ciò permette a Piquet e Mansell prima di avvicinarsi e poi di superarlo. I due andranno sul podio, alla fine della gara, insieme a Senna. Prost cerca di mantenere il proprio gap nei confronti di Berger a meno di un minuto, ma neanche questa impresa riesce e alla fine chiude in quinta piazza, mentre Berger giunge quarto. Il punto finale del sesto classificato spetta a Derek Warwick (Arrows).

Ho già anticipato che sono tredici i piloti a terminare la gara e quelli che si classificano dalla settima posizione in poi sono Stefano Modena (Brabham), Alex Caffi (Dallara), Eric Bernard (Lola Larrousse), Ivan Capelli (Leyton House), Satoru Nakajima (Tyrrell), Aguri Suzuki (Lola Larrousse) e Olivier Grouillard (Osella). Altri nove piloti hanno preso parte almeno all'inizio del weekend, i non qualificati sono stati Roberto Moreno (Eurobrun), Mauricio Gugelmin (Leyton House), Paolo Barilla (Minardi) e David Brabham (Brabham). Sono invece usciti giovedì dopo le prequalifiche Gabriele Tarquini e Yannick Dalmas (AGS), Bertand Gachot (Coloni), Claudio Langes (Eurobrun) e Bruno Giacomelli (Life). Gli stessi non prequalificati non si prequalificheranno neanche in Messico, nel successivo appuntamento, quindi oserei dire che non è affatto un caso!

Veniamo brevemente a Città del Messico, successivo appuntamento nord-centroamericano prima del ritorno in Europa, nonché sede di ulteriori sventure per la Leyton House. Stavolta non solo Gugelmin non si qualifica, ma non ci riesce neanche Capelli, che esce di scena insieme a Caffi e Moreno, quest'ultimo apparentemente squalificato dal weekend intero per push start, altro grave kriminehhhh contro l'umanità. In Messico sembrano proseguire le peripezie di Prost, che dopo il quinto posto di Montreal avrebbe bisogno di un risultato di spessore per questioni di classifica mondiale. Si qualifica però in tredicesima posizione, quindi se fosse il 2022 invece che il 1990 immagino che i ferraristi ne invocherebbero il licenziamento immediato, a meno che non goda di uno status divino tipo San Fernando Martire da Oviedo. La pole va a Berger, che parte accanto a Patrese. I due, comunque, non durano molto davanti, Senna si porta in testa quasi subito dopo essere partito terzo.

La gara messicana di Patrese sembra condizionta da vari problemi, dato che inizia a perdere diverse posizioni quasi subito, mentre a Berger sembra andare meglio, anche se poi è costretto a una sosta ai box per cambiare gomme, il tutto mentre Senna prosegue imperterrito in testa. In seconda posizione si porta quindi Piquet, che vi rimane fino a gara inoltrata, mentre seguono le Ferrari di Mansell e Prost in quarta e quinta posizione, con il pilota francese che inizia già a farsi largo per mettere il naso sul podio. Entrambi i ferraristi superano Piquet - che poi più tardi si fermerà ai box - e Prost ne approfitta per superare anche Mansell. Adesso è secondo e inizia nelle fasi conclusive ad avvicinarsi progressivamente a Senna, il quale, si scoprirà, ha una slow puncture. Superato da entrambe le Ferrari cercherà di proseguire in pista, ma sarà costretto a rientrare ai box dove si ritirerà.

Le Ferrari sono 1/2, ma Mansell si esibisce in una sbinnata che non solo lo fa allontanare parecchio da Prost, ma fa anche avvicinare Berger, che lo supera ad appena due giri dalla fine. Mansell, però, non ci sta ad arrivargli dietro e un giro più tardi riesce a riprendersi la posizione. Neanche Berger sembra tanto convinto a lasciarlo andare e gli resta negli scarichi fino alla bandiera a scacchi, ma niente da fare, la spunta il ferrarista con i baffi, per appena due decimi. Giù dal podio ma a punti arrivano Nannini, Boutsen e Piquet, in una gara che ha avuto pochi ritirati (si segnala un incidente tutto giapponese tra Suzuki e Nakajima, i pochi altri ritirati sono tutti messi fuori gioco da guasti). Fine della parentesi d'oltreoceano, a questo punto si torna in Europa, dove la Ferrari, giunta a quota 99, spera di ottenere presto la vittoria numero 100 della propria storia... e dove la Leyton House spera di riprendersi dal doppio DNQ, due storie destinate a incontrarsi.


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