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venerdì 28 gennaio 2022

Il debutto di Senna e Bellof, ma soprattutto di Brundle // GP Brasile 1984

Anno 1984: una giovane promessa si affaccia finalmente al mondo della Formula 1 facendo il proprio debutto nel Gran Premio del Brasile. L'ho trovato con telecronaca brasiliana, quindi ai telecronisti do Brasil ovviamente non importa un fico secco di quella giovane promessa al volante di una Tyrrell (no, Martin Brundle, non parlo di te, anche se in effetti anche tu potevi reclamare quello status), perché sono focalizzati sui piloti loro connazionali e quindi anche su Ayrton Senna che ugualmente fa il proprio debutto al volante di una Toleman. Però siamo all'epoca in cui le inquadrature televisive sono focalizzate in prevalenza sulla parte avanzata della gara, quindi è destinato a passare in secondo piano almeno per quanto riguarda le immagini.

Andiamo quindi a cercare di ricostruire la sua gara tramite il sito statsf1, nella pagina "lap by lap" del suddetto gran premio. Partito sedicesimo, risulta tredicesimo al completamento del primo giro, ma al termine del secondo ha perso una posizione, sopravanzato da nientemeno che da Stefan Bellof! No, fatemi capire, c'è stato un duello epico tra di loro fin dalla prima gara e nessuno si preoccupa di riscrivere la storia della Formula 1 incentrandola su questo episodio? E non solo, la cosa viene anche ignorata alla massima potenza? Il mondo è ingiusto, così come è ingiusto che le loro vetture, tempo una manciata di giri, decidano poi di lasciarli a piedi, facendo sì che il potenziale proseguimento del duello non continui e che non sia possibile. Di conseguenza ci toccherà fare un passo indietro e parlare d'altro.

Scattanohhhh le vetturehhhh e la Lotus di Elio De Angelis dalla pole position non è che scatti più di tanto. La testa della gara se la prende quindi Michele Alboreto, alla sua prima gara su Ferrari, facendo sì che la gara non sia resa falsata. Più avanti il telecronista brasiliano, ricapitolando, osserverà come in questa gara ci siano stati colpi di scena relativi alla leadership della gara. Alboreto finirà per prati in quel momento stesso, in stile "sentite come suonano le trombe". Sopravanzato dalla McLaren di Niki Lauda e dalla Renault di Derek Warwick, sarà costretto ad accodarsi al terzo posto. Poi rientrerà ai box due volte di seguito e la seconda non ne uscirà, il tutto mentre il suo predecessore Patrick Tambay, adesso in Renault, viaggia in bassa zona punti. L'altra Renault invece scivola al terzo posto: Niki Lauda e Alain Prost adesso sono 1/2.

Lauda rimane in testa fino oltre metà gara, poi è costretto a rallentare e Prost lo supera. Si dirige a quel punto ai box, ma non per una normale sosta di routine. Niki è costretto al ritiro, lasciando nelle mani del suo giovane compagno di squadra la possibilità di portare a casa la vittoria. Non rimane tuttavia in testa molto a lungo: si ferma per cambiare gomme e va in testa nientemeno che Warwick! Prost torna in pista secondo con un vantaggio abbondante nei confronti del terzo, ovvero l'ex ferrarista Tambay. A proposito di ferraristi, René Arnoux risulta ritirato - prima era in bassa zona punti - per un guasto, senza più alcuna Rossa in pista, solo una sua versione stilizzata su un pannello pubblicitario (il cui testo celebra il titolo costruttori 1983), che di tanto in tanto viene inquadrato insieme ad altre cose interessanti.


Ecco, veniamo al punto dolente: tra le "cose interessanti" da vedere ci sono delle persone che, da un certo punto della gara in poi, sembrano attraversare sistematicamente la pista in un suo specifico punto. Sembra che siano spettatori, così, a intuito, e non è chiaro per quale motivo da un lato vadano all'altro, a volte andando in giro in branco come se fossero papere (metafora di GS, quando ha letto il mio post sui commissari del Belgio che attraversavano la pista in gruppo nel lontano e ancora piuttosto vicino 1978). Non mi sembra di avere sentito qualcuno in telecronaca che commentasse il fatto, evidentemente nel 1984 attraversare la pista così come se niente fosse durante una gara di Formula 1 deve essere considerato un evento di routine. Non faccio io le regole della Formula 1 dei very uominy desiderosi di diventare very cadavery.

Non faccio nemmeno le regole a proposito della possibilità di Warwick di procacciarsi una vittoria, infatti la sua vettura decide di costringerlo prima a rientrare ai box e poi a uscire dalla vettura stessa quando mancano ormai pochi giri ed è ancora in testa, nonostante Prost gli si stia verosimilmente avvicinando. Prost si ritrova di nuovo leader e andrà a vincere la sua prima gara con la McLaren, mentre c'è chi non sarà altrettanto fortunato da portarsi a casa la posizione: Tambay, secondo, si ritira nel corso del penultimo giro. Secondo statsf1 il suo commento post-gara sarà che il pilota non conta più niente e che conta solo la macchina, tanto che chiunque potrebbe vincere con una macchina che giunge al traguardo: dichiarazioni che sigillano un ritrovato rapporto di amicizia e collaborazione tra diverse epoche motoristiche!

Comunque vorrei segnalare che le Renault si distinguono l'una dall'altra per i colori dell'ala posteriore, su quella di Warwick ci sono tonalità di blu e su quella di Tambay tonalità di rosso, in tinta anche con la tuta rossa indossata da Patrick. Un ex ferrarista in tuta rossa mentre è al volante di una vettura che non è una Ferrari, nessuno che lo considera un traditore della patria? Ad ogni modo la seconda piazza di sua proprietà se la aggiudica Keke Rosberg su Williams, mentre il terzo posto va all'unica Lotus che non è uscita di pista. Nigel Mansell si è ritirato, quindi il poleman nonché best friend forever di Rosberg sale sul podio in presenza di Rosberg stesso: KEKELIO VIBES! Sul podio mentre fanno la foto di gruppo, De Angelis tira anche una pacca su una spalla a Rosberg, senza essere preso molto in considerazione da Sexy Baffo.

Al quarto posto si piazza Eddie Cheever su Alfa Romeo, mentre dietro di lui giunge quinto all'esordio Martin Brundle! Brundle che tuttavia sarà squalificato mesi dopo per la faccenda dei rifornimenti di acqua mista piombo della Tyrrell e i punti del quinto posto andranno a Tambay, che precede le Arrows di Thierry Boutsen e Marc Surer e la RAM di Jonathan Palmer. Soltanto nove vetture su un totale di ventisei partenti giunge al traguardo, perché sono gli anni '80 e l'affidabilità nel corso della gara non è mai una garanzia. A volte non lo è nemmeno prima della gara stessa, perché abbandonando Jacapareguà per Kyalami, scopriamo che in Sudafrica Prost è costretto a partire dai box e non dalla griglia per problemi avuti prima di andarci, in griglia.

A proposito, in Brasile le Brabham di Nelson Piquet e Teo Fabi si sono ritirate dopo non essere mai stati nessuno tra i protagonisti, mentre qui li ritroviamo 1/2 nella prima parte della gara, anche se il loro destino non è tanto diverso. Prima si ritira Fabi e poi Piquet, quest'ultimo si trova in seconda posizione alle spalle di Lauda prima del ritiro. Prost, nel frattempo, risale dall'ultima posizione fino alla seconda, finendo per fare doppietta insieme al compagno di squadra Lauda. A Warwick va meglio che in Brasile, stavolta riesce ad arrivare terzo, mentre Riccardo Patrese (Alfa Romeo) e Andrea De Cesaris (Ligier). In sesta posizione chiude uno dei due giovani di cui parlavo all'inizio del post. Si tratta di Senna, che non guidando una Tyrrell riesce a conservare il punto conquistato anche nei mesi a venire.

Curiosità: a circa tre quarti di gara Bellof si ritrova proprio davanti a Senna, anche se è costretto al ritiro per un guasto. Non è chiaro se ci sia stato un duello epico tra di loro, anche perché la regia sudafricana lascia un po' a desiderare (anche dal punto di vista della grafica, perfino le posizioni dei primi sei passano in sovrimpressione una volta ogni secolo). La gloria della top-6 arriverà per Bellof con un sesto posto alla gara seguente in Belgio (di cui ho parlato in un post di mesi fa sulle vittorie di Alboreto in Ferrari). Per via della sua conseguente squalifica, tuttavia, il punto del sesto posto andrà in seguito proprio a Senna, giunto in settima posizione sul tracciato di Zolder. Niente da fare, a quanto pare il destino di Bellof è quello di trascorrere tutto il 1984 senza ottenere soddisfazioni di alcun tipo!


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