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lunedì 6 settembre 2021

Il Ferragosto infuocato dei Kekelio: GP d'Austria 1982

Come forse avrete capito ci ho preso molto gusto nel guardare eventi vintage e scrivere le mie impressioni, e ultimamente il mio criterio di scelta è basato sul "va bene un gran premio a caso purché sia degli anni '80 e purché ci sia la versione commentata da Poltronieri su Youtube". Ammetto tuttavia che stavolta la scelta non è stata casuale, ma strettamente collegata allo scorso evento da me visto e commentato. Vi avevo raccontato della seconda e ultima vittoria di un certo pilota italiano della Lotus, ora vi racconto la prima.

Siamo allo Spielberg che ancora non è Redbullring e che non sarà Redbullring ancora per trent'anni e siamo a stagione inoltrata. Precisamente è Ferragosto di un mondiale che finirà a settembre. Settembre comunque è fortunatamente lontano quindi il parcheggio del Caesars Palace può rimanere a Las Vegas senza che ne sentiamo la mancanza. Ci sono ventisei vetture in griglia e tre non qualificati. I tre non qualificati sono la March di Raoul Boesel (pilota celebre per essere stato protagonista di una rissa con Chico Serra dopo le prove libere in Canada), l'Osella di Jean-Pierre Jarier e la ATS di un certo Eliseo Salazar (a proposito di risse).

Scattano dalla prima fila le Brabham di Nelson Piquet e Riccardo Patrese e Piquet prende la prima posizione, certo che nessun Salazar qualsiasi saboterà la sua gara, diversamente da quanto accaduto qualche tempo prima in Germania. No, wait, wait, wait: qualche *giorno* prima in Germania. Dopo un paio di giri, comunque, è Patrese a passare in testa e mi fa un certo effetto a vedere le Brabham 1/2, ero abituata ai tempi di Rebaque o Zunino. Alle Brabham comunque ci pensiamo dopo, adesso concentriamoci sull'ecatombe che sta caratterizzando questo gran premio.

I primi a uscire di scena, al via, sono due compagni di squadra, i piloti Alfa Romeo, che vi ricordo essere... no, va beh, non ve lo voglio dire. O meglio, vi dico che uno dei due è Bruno Giacomelli e che sembra essere coinvolta nell'incidente anche la Williams di Derek Daly. Secondo Andrea De Cesaris, l'altro pilota Alfa appunto, la colpa dell'incidente - rivelerà durante l'intervista di Poltronieri - è di Giacomelli, che non gli ha lasciato spazio mentre lui evitava Daly. Poltronieri lo esorterà a calmarsi e a guardare al futuro, mentre noi dobbiamo tornare al presente.

Mentre esce di scena inosservata anche la March di Rupert Keegan, Michele Alboreto sulla Tyrrell finisce in testacoda per non cozzare contro la Williams di Keke Rosberg. Si ritira e la prende con più filosofia rispetto ad altri. Dirà a Poltronieri che la colpa dell'incidente è sua, dato che è stato lui stesso a finire fuori. Poi su invito del telecronista, farà pronostici per la gara, dove per "pronostici" intendo esattamente "considerazioni che dovrebbero invitare i soggetti citati a darsi una grattata, in quanto chi li cita ha come spirito guida un gufo".

Veniamo a questo punto a Patrick Tambay, che guida la vettura più bellahhhh in quanto rossahhhh (obiettivamente la monoposto è anche più decente dal punto di vista estetico di alcune di quelle degli anni precedenti). Fora. Va ai box perdendo terreno. Esce ultimo e doppiato. Secondo Poltronieri la gara è andata, ma in Ferrari possono puntare al giro più veloce il che è comunque una consolazione. In epoca moderna nessuno si sta inventando niente, negli anni '80 abbiamo perfino la Ferrari che punta al giro veloce perché è cool. Tra parentesi, lo otterrà Piquet.

Parliamo delle Brabham: sono partiti scarichi di benzina perché sono gli unici che a metà gara faranno il rifornimento, perché siamo nei primi anni '80 e ciascuno le strategie le fa come preferisce. Ci stanno provando da varie gare, ma spesso non arrivano al momento della sosta per questioni di affidabilità. Oppure per incontri ravvicinati con l'ATS di Salazar. A proposito di ATS, ce n'è una in pista, guidata da Manfred Winkelhock. Purtroppo finirà fuori pista dopo neanche un terzo di gara, ma who kers lui ha un figlio stylish e gli altri no.

Terzo e quarto ci sono i piloti Renault, ovvero Alain Prost e René Arnoux, che guidano monoposto piuttosto veloci, ma che si ritirano ogni tre per due per guasti al motore. È proprio il destino che subirà Arnoux, perché mai una gioia. A quel punto si sono già ritirate per problemi random le Toleman di Teo Fabi e Derek Warwick (che viaggiavano al limitare della zona punti) e guasti al motore metteranno fuori gioco anche Nigel Mansell (Lotus), Eddie Cheever (Ligier), Marc Surer (Arrows) e Brian Henton (Tyrrell), con Tommy Byrne (Theodore) a fare la voce fuori dal coro ritirandosi per incidente.

Nel frattempo Piquet si è fermato ai box e la sua sosta è stata lunga: si trova quarto avendo perso posizioni a vantaggio di Alain Prost ed Elio De Angelis. Quella di Patrese è andata meglio e si trova in testa, anche se Prost è decisamente più vicino di prima. Poi un guasto improvviso mette fuori gioco Patrese, mandandolo in testacoda a ruote bloccate e a sbattere contro una barriera in mezzo ai prati. Una fotografa lì sul posto fugge per non essere investita e così scopriamo che nel 1982 anche le fotografe erano very uominy. Di lì a pochi giri si ritira pure Piquet per un guasto, niente più Brabham in pista.

La Renault di Prost ora è in testa davanti alla Lotus di De Angelis e alla Williams di Rosberg che, uscito di scena Piquet, si avvicina al suo best friend forever. Quarto c'è Jacques Laffite sulla Ligier, poi le piuttosto deludenti McLaren di Niki Lauda e John Watson con in mezzo a loro la Arrows di Mauro Baldi. Watson non finirà la gara, anche lui vittima della proverbiale affidabilità delle monoposto del periodo, mentre Tambay si avvicina e raggiunge la zona punti arrivando a superare diverse vetture. Niente giro veloce, ma qualche punto sì.

Poi, a pochi giri dalla fine, il motore di Prost va in fiamme, lasciando i Kekelio a contendersi la vittoria. Anticipo che Laffite arriverà terzo, seguito da Tambay, Lauda e Baldi a punti, con settimo Serra sulla Copersucar ultimo classificato. Adesso, però, parliamo del duello per la vittoria, appunto, una delle poche cose che riuscirà a far urlare Poltronieri, palesemente schierato dalla parte di De Angelis, cosa che ritengo comunque accettabile dato che stava per assistere alla prima vittoria in carriera di un pilota italiano.

Rosberg è palesemente più veloce negli ultimissimi giri e nell'ultima tornata quasi lo prende, un po' come se avesse appena avuto una premonizione di un suo ipotetico futuro figlio che declama a gran voce "is Keke Rosberg's career over?" e volesse dimostrargli di avere ancora molto da fare. De Angelis non ci sta, resiste e tiene la posizione un po' come se volesse dire al suo bff "prova a superarmi e ti taglio i baffi", passando per primo sotto la bandiera a scacchi. Il gap è 0,050 e i baffoni spioventi da boscaiolo errante sono salvi. Curiosamente proprio nel gran premio seguente Rosberg otterrà la sua prima vittoria, ma questa è un'altra storia.


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Milly Sunshine